venerdì 11 marzo 2011

Lisboa, prime impressioni



Ore 4,30, un taxi clandestino guidato alla Ayrton Senna da un bahiano nero barba abrasiva di tre giorni, mi scarica a Linate. Pago 20 euro anzicchè 70 o 100 di un normale taxi. Alle 6,30 prendo l'aereo per Lisbona, che chiamerò Lisboa, mentre Paola e Chiara, due compagne occasionali di viaggio che chiamerò così perchè sono la loro parodia fisiognomica, mi guardano in modo strano lì davanti al check in. Scrivo qualche impressione su un taccuino, felice di essere tornato a scrivere a penna, allenando le sinapsi in modo adeguato , mentre i classici italiani da villaggio vacanze fanno i berluschini con corredo di foto con corna, ironia sui portoghesi, che nemmeno conoscono e scambiano per brasiliani, extracomunitari, dicono, stessa cosa, mammamia che ignoranza, e gli danno il diritto di viaggiare a questi? E il diritto di voto? Dopo un volo in cui scrivo sul mio taccuino le impressioni del mio folle dialogo col Senna improvvisato che attraversando Milano morta e sonnolenta, deserta e occhiolinante di semafori gialli, leggo qualche pagina di Viaggio In Portogallo, di Saramago, di cui non ho ancora letto nulla. Dirò che le prime righe non è che mi entusiasmino, magari è un disel, carbura alla distanza. All'aereoporto un doganiere mi ferma chiedendomi scusa subito dopo e dicendomi "desculpa, voçe tem cara de brasileiro", scusa ma hai una faccia da brasiliano, boh, sarà la barba incolta e il mio portoghese molto nordest Brasile. Appena fuori chiedo delle informazioni e mi scopro fortunato a conoscere il portoghese, la gente mi spiega nel dettaglio e per di più percepisce che io sono europeo e mi tratta con i guanti di velluto. Prendo un autobus e il conducente mi fa pagare il biglietto, 3,50 euro, dicendomi che vale tutto il giorno per tutti i mezzi, compresi metro e ascensori, e con una gentilezza disarmante mi dice che conosce il mio Hotel e che c'è una fermata giusto di fronte. Lungo le arterie che mi portano dal'aereoporto verso il centro, vedo una città moderna, con palazzoni enormi, ma di colori mediterranei, vivi, sul rosa e sull'azzurro, che sullo sfondo del cielo plumbeo- ha piovuto da poco- offrono uno spettacolo bozzettistico. Lungo il tragitto, qualche incidente, cartelloni pubblicitari di partiti di sinistra contro il governo, e una varietà multietnica nelle facce della gente assiepata alle fermate degli autobus, impressionante, quasi in sintonia con i multicolorati palazzi. Facce nere, mulatte, bianche, capelli biondi, treccine rasta, capelli lisci asiatici, vestiti rossi e verdi, come la bandiera del Portogallo, un cartellone pubblcitario che raffigura una foto in primo piano di Mourinho, sorta di eroe nazionale, immagini che come in un caleidoscopio, si mescolano fornendomi una prima impressione.
Scendo davanti all'albergo che ho prenotato su expedia.it, sito che consiglio. Entro e alla reception una biondina tutta pepe col seno a seggiolino così sodo da potertici sedere su, e che mostra fieramente con un decoltè mozzafiato, mi dà alcune informazioni facendomi i complimenti per il mio portoghese. Poi mi dà il numero di camera e una tessera tipo bancomat per entrarci dentro. Mi dà anche una mappa della città, con le indicazioni dei mezzi da prendere per il centro. Salgo in camera, al settimo piano con un'ascensore di cristallo e lo so, lo so perchè tutto mi eccità, dovremmo tutti, prima o poi, concedere una pausa al nostro cervello e ai nostri corpi, drogati di lavoro.


Ate depois

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