mercoledì 27 aprile 2011

Qualcosa dentro


La settimana è stata così così. Ci ha pensato Giovanardi a movimentarla, scagliandosi contro un manifesto pubblicitario dell'Ikea che mostra due uomini che si tengono per mano. E' una cosa lesiva della costituzione, ha detto. Beh, che dire, noi di quest'Italia irredenta che non si arrende al Berlusconismo idiota che impazza un pò dovunque, non ce la sentiamo proprio di prendere lezioni di costituzionalismo da uno come Giovanardi. Uno che arresterebbe i tossici( cominci dai suoi colleghi di partito cocainomani), il neocostituzionalista, sempre, che dove vede uomini che si baciano sulla guancia si indigna perchè a lui sulla guancia non lo bacia nessuno. Ne' in altri luoghi e in altri laghi del suo corpo. Sta sempre a menarla con 'sta storia della famiglia tradizionale. Ma io dico, non si guarda allo specchio? Se fossi una donna l'ultimo con cui andrei sarebbe Giovanardi. E persino se fossi gay non andrei con Giovanardi nemmeno se mi pagassero. Resterai solo. Nemmeno all'Ikea potrai più entrare. Fino ad ora , che io sappia, fanno entrare tutti. Persino le coppie gay. Ma Giovanardi non lo sapeva. Lui all'ikea c'è stato un mucchio di volte. Ma non se n'è accorto nessuno. L'hanno preso per una poang lì in un angolo di un'esposizione. Ecco, adesso nessun gay vorrà più sedersi su una poang. Un'ultima cosa, Giovanardi si è scagliato contro il manifesto gay, ma non abbiamo visto la differenza con la faccia che aveva prima. Forse non ci s'è scagliato abbastanza forte. O forse alla gente di Giovanardi non frega proprio niente. E nemmeno a me. Ma siccome non sapevo come iniziare questo post, per riscaldarmi, prima di parlare di cose più importanti, m'è scappato di parlare di lui.

Sto ultimando le correzioni del mio prossimo libro. Sarà il seguito del primo libro, "nell'acquario", dieci anni dopo. Penso che sia venuto un bel lavoro. L'importante è che il mio pubblico di lettori dell'underground lo gradisca. Non ci crederete mai, ma se vendessero il mio libro su uno scaffale dell'esselunga e finisse in mezzo ai pomodori o alle melanzane o vicino ad detersivo o alla vasellina, peggio ai preservativi primex ultrasottili, beh, vorrebbe dire che mi sarei venduto il didietro. Culo ormai lo dicono tutti. E io amo distinguermi dall'uomo comune. L'uomo comune può continuare a comprarsi il libri della Parodi. A fare le frittelle, le torte e a comprarsi le pastiglie falqui per cercare di espellere ciò che la Parodi dice essere glamouroso dal punto di vista alimentare. Io mi faccio le mie frittate alla contadina e me le metto in panini di grano duro. La Parodi venda pure i suoi libri. Ha il pubblico che si merita. Signore che stravedono per il cavaliere, poverino, non lo lasciano lavorare, condannerebbero alla pena di morte Gino Strada perchè rimette le gambe agli afgani,che, in definitiva, sono pur sempre degli extracomunitari...perchè invece non fa qualcosa per i nostri ragazzi? Beh, che io sappia, a molti gli ha trovato lavoro. Anche Berlusconi ha trovato lavoro a qualcuno. A Ibrahimovic, un noto zingaro che chiedeva l'elemosina davanti all'ipercoop di Bonola.

Non sono buono a parlare, non sono buono a comunicare a voce, non so neanche se sono buono a scrivere, ma se avete qualcosa dentro, non lasciatela spegnere. E' quello che cerco di fare io. Non venitemi a dire che è tempo sprecato. Lavorare 45 anni e prendere 450 euro di pensione, cos'è, al confronto?

Buona giornata e buona fortuna
e buona festa della liberazione.

venerdì 8 aprile 2011

L'ultimo giapponese


Non succede mai nulla di interessante, in questo paese, il governo dei drittarelli continua ad imperversare, un mucchio di troie senza onore salta davanti al tribunale di Milano al grido chi non salta comunista è, e dichiara il suo amore ad un settantenne cateterizzato, perdono le tette e i vecchi le raccolgono e se le portano a casa per masturbarsi, perdono le dentiere e così sorridono come bradipi, così passano in seconda fila nella rappresentazione messa in opera dal REGIME DI CELLULOIDE, non più fotogeniche; l'opposizione si tira su le maniche dalla camicia...see, fa caldo, lo so, fra un pò arriva l'estate, perchè non vi mettete un pò di olio abbronzante, mentre siete lì sotto a Montecitorio ad invitare alla calma, ad invitare a non insultare dei veri e propri insulti viventi , gente che in una democrazia reale dovrebbe essere deputata più che in un parlamento a spietrare fondi agricoli. Io sono troppo stanco e ho già dato, per cui osservo l'andamento delle cose, e constato semplicemente che non vanno. Una volta ci si vergognava di aver votato per la Dc , oggi invece si rivendica con orgoglio di aver votato per un parrucchino vivente, un parrocchetto lombardo che ripete sempre le stesse imbecilli litanie ad un paese accannato di Raiset. Adesso ci sono tre referendum che non raggiungeranno il quorum, per cui, dopo un pò di morti per radiazioni, pagheranno le tv del mondo perchè non diffondano immagini di moribondi per radiazioni, e torneranno alla carica per le centrali nucleari, dopo che vent'anni fa le avevamo fermate ed ero allora in prima linea nel bloccare strade, organizzare cortei, bloccare treni...solo che con me c'era gente con i cosiddetti. Ora l'opposizione ha D'Alema. Sic! Il rivoluzionario al caviale. Non c'è davvero gusto in questo paese ad essere intelligenti, e , scusate la presunzione, prefrisco passare per fesso piuttosto che per furbo, perchè essere furbo è troppo di moda, e io detesto le mode. Detesto il greggiume, le masse idiote sentenzianti che mandano a morte innocenti, le casalinghe che assassinano il pianeta coi loro bucati irrimandabili caschilmondo, le pensionate del mio condominio che pensano che se il Cavaliere non gli aumenta le pensioni sia colpa dei giudici comunisti che non lo lasciano lavorare, e quelli che dicono di essere comunisti e poi quando entrano in un centro commerciale si scandalizzano del servizio. Beh, stare aperti ventiquattrore e tutte le sante domeniche dell'anno, l'ha voluto Bersani. Per cui non andate raccontandomi barzellette, Veltroni, D'Alema, Bersani, che candidereste Montezemolo a leader del centrosinistra, siete l'altra faccia della stessa medaglia, giocate con la salute della gente, col loro lavoro, col loro futuro. Dimettetevi e ricominciate da zero, allora, forse, vi crederò. Altrimenti siete solo degli stronzi con la coscienza ripassata a candeggina. La politica è una cloaca, lo so, ma da essa dipende la nostra vita, in qualche modo, e in qualche modo determina quanto guadagneremo, se ci pagheranno la malattia, o quanto costa un fottuto filoncino di pane. Solo che io non ci sto più dentro, sono stanco di dare consigli. Fate come vi pare, io resisterò fino all'ultimo, come un giapponese in un isola sperduta dell'oceano, fingendo che la guerra non sia mai finita.

Buona giornata e buona fortuna

lunedì 4 aprile 2011

Sono tornato ma non contateci troppo


Sono rientrato in Italia da un pezzo. Quando da Malpensa ho preso il treno per Cadorna, sul quale ho incontrato delle turiste svedesi di mezz'età che avevano mandato a farsi un pò di scopette in cantina i mariti , un pò mi sono rianimato. Sceso a Cadorna sono piombato nello sconforto. Un fiume interminabile di persone e io lì in mezzo con la mia valigia mentre mi guardavano come un ostacolo che recava disturbo, se mi guardavano, mi sarebbero passati addosso, se fosse stato tecnicamente possibile, greggi umane dirette alla transumanza del lavoro, stressati, incazzati, soli e muti, il chiasso era determinato dallo scalpiccio più che dalle parole...non parlano più, non comunicano più fra loro, con queste stramaledette cuffiette o i cellulari con i videogiochini o per vedere le mail che hanno già letto in ufficio, la cosa più umana che ho visto è stata una zingara col suo bambino in braccio che recitava la solita litanìa e chiedeva l'elemosina, mentre tutti si tenevano stretti nelle loro tasche i portafogli vuoti e si lavavano le coscienze con quest'alibi. Una volta a Corsico ho benedetto di non abitare a Milano Centro e mi sono ricordato di quella volta che ero a casa di amici a Ceglie e c'era una cena giapponese, una varietà di persone, comprese le due giapponesi che avevano cucinato e c'era una coppia gay che apprendendo che vivevo a Corsico e ne ero felice mi dissero:"quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba...noi viviamo in Centro a Milano e ne siamo estasiati".ESTASIATI!. Bene, dissi incazzato, sapete la mia vita si concreta in molte cose, lavoro in un Centro Commerciale, pensate che gioverebbe alla mia colite vivere in Centro a Milano? E loro di rimando, ma cocco, vivere in centro a Milano è glamour! Ho capito, dissi. Cosa?Chiesero. La differenza fra essere omosessuali ed essere froci. Non mi parlarono più per tutta la serata. Si fottano. Ma non era quello che volevano? E chi sono io per essere sempre il difensore delle minoranze? Una volta a casa mentre disfacevo la mia valigia avevo un caleidoscopio di immagini di Lisbona e mi tornavano in mente frammischiate: la birra Sagres, la Superbock, le sardine grigliate, il baccalà in mille modi, i pastel de nata, le pietre bianche incastonate delle strade lisboete e le ragazze ammalianti che le percorrevano , magre, bianche, capelli lunghi lisci, sigaretta portugues pendula in bocca, senza arrancare, i neri e le nere della Guinea Bisseau con i loro vestiti sgargianti e i coltelli di legno intagliato che barattano fra loro, la ginja alle 12,30 come aperitivo prima di qualche salgado ad esempio panzerottini ripieni di gamberi, arabi con stecche di hashish in mano a cielo aperto, poliziotti distratti che chiacchierano fra loro e camminano stancamente, perchè per lavorare e morire c'è sempre tempo, i vicoli di Bairro alto stracolmi di ragazzi con caipirinhas o mojitos in mano a due cinquanta, i graffiti di rua da Artilharia, il mare davanti a praça do Comercio, ragazze rom che cercano un flirt col sottoscritto, roba di sesso, il furto non c'entra, una notte passata al "Finalmente" a vedere uno spettacolo di Drag Queen unico al mondo e attrazione turistica imperdibile ( 40 metri quadri aperti fino alle 6,30 dove passa tutta Lisboa e ci fumano dentro),i taxisti economici che si fermano per strada con una mano, gli autobus moderni, la metro decorata di azulejos....eccetera.

Al lavoro in pausa, davanti alla tv, si siedono colleghe che non conosco, tempi determinati, precari, gente che passa e va, purtroppo per loro. E mi dispiace. Ma oltre a dirgli cosa aspettano rompere tutto e rivoltare il parlamento come un calzino cosa posso dirgli. Ho scioperato una vita per gli altri mentre gli altri entravano e mettevano da parte i soldi per pagarsi mediaset premium...beh una certa rosicata scrotale ti viene, no? Insomma me ne sto qui con questa tizia che mette la tv sul tg1 e io le dico, non puoi mettere su qualcosa di meglio, per favore, ho appena pranzato. E lei mi fa ,si, e mette su canale5. C'è il tg5. Parlano di immigrati. Dovrebbero sparargli, dice , così non si avvicinerebbero alle nostre coste. Ok penso. Bisognerebbe sparargli così non si avvicinerebbe al telecomando. Beh, che volete, non ho più pazienza, sto invecchiando.

A sera ho messo su un disco di Mariza, cantante di Fado di origine angolana, mulatta,capelli corti ossigenati e una voce che incanta, commuove. Fumo una sigaretta dalla finestra del bagno che dà sul pozzo di luce dove un giorno ho visto il corpo di uno che si era lanciato dal quinto piano. Niente articoli sui giornali, niente notizie in tv. In realtà quinto suicidio in un mese da 'ste parti. Tutto va bene, tutti sono felici, tutti sorridono, e applaudono Berlusconi che promette casinò non vedendo l'ora di recarsi in un casino. Viva l'Italia, anzi, l'Itaglia(pronuncia delle mie parti), penso, mentre mi viene in mente iersera passando per Corso Buenos Aires tutte quelle bandiere tricolore che fanno tanto inorgoglire la sinistra itagliana e le stesse mie colleghe di lavoro(le donne sono le più razziste) che non fanno altro che ripetere di cacciare quelli che chiamano in una parola, senza distinguerne provenienze e culture, "i marrucchini", perchè sono pericolosi e se ne stessero al paese loro...cattoliche di domenica, si intende, quando si lavano in chiesa la coscienza sozza che hanno dal lunedì al sabato. Insomma sono tornato, ma non contateci troppo.

Buona giornata e buona fortuna