sabato 16 giugno 2012

Giusto il tempo di annegare in una pinta di birra(Brave)

Nella mia casa avita per una settimana... me ne sto nella mia cameretta dell'infanzia da me affettuosamente ribattezzata La Stanza del Morto perchè da quando sono migrato a Milano mia madre ha lasciato intatta come vent'anni fa quando presi un treno a cui fusi le ruote metalliche come Bolivar bruciò le navi per non tornare indietro obbligandosi a liberare il continente sudamericano. Io invece ho viaggiato non tanto in cerca di lavoro ma in cerca di me stesso e la liberazione a cui volevo giungere era quella mia personale, se è vero come è vero che se non puoi liberare il mondo puoi almeno cercare di liberare te stesso. Ad un certo punto mi alzo dal letto in cui sono sdraiato in questo pomeriggio di folle maltempo di mezza stagione e rovisto fra vecchie cassette per lo stereo che ancora hanno l'ardire di di svolgere il loro benefico lavoro di lasciarsi ascoltare volentieri. Nel mucchio pesco "Brave" , una cassetta registrata da un disco in vinile dei Marillion che mi aveva registrato e data in dono il mio fraterno amico TYBA con cui ho trascorso gran parte dell'infanzia mediterranea in quel di Ostuni in un altosalento surreale tutto muri a secco, ulivi secolari e ginocchia sbucciate sui mille campetti di calcio improvvisati un pò dovunque in quelle lande. Come una madelaine uditiva, le note di Brave mi raggiungono mentre me ne sto raggomitolato sul letto e mi rimandano immagini di un tempo lontano più di vent'anni, quando in un vecchio scaracchiante walkman ascoltai questa cassetta su un vecchio autobus che da Londra mi stava portando ad Edimburgo. Ero stato da poco mollato da una ragazza, una mora androgina dal capello corto e dalla pelle ambrata di natura come certe ragazze salentine che mostrano chiaramente i segni genetici di passate razzie costiere saracene. Ci eravamo lasciati in quel di Londra dove eravamo andati insieme in cerca di qualcosa, lei in cerca di una rivincita col mondo che sembrava non averle elargito i giusti riconoscimenti economico-sociali, io in cerca di qualcosa di indefinito, di me stesso forse o di vedere che effetto facevo ad un mondo sconosciuto o viceversa . Fatto sta che di fronte al duro confrontarsi con il vivere quotidiano del doversi procacciare da vivere in una megalopoli come quella londinese , specimen del pianeta in scala ridotta, con i suoi quartieri arabi o ebraici o italiani e l'eterno naso arricciato a disprezzo del londinese medio allorchè sentiva pronunciare dalla tua bocca quell'inglese appreso sui libri che pareva a loro una specie di sforzo immenso che facevano due down nel voler comunicare con il mondo dei cosiddetti normali, l'amore, quella specie di sessualità animale che ci aveva accompagnato per qualche mese, aveva incominciato a incrinarsi e a frangersi contro gli scogli dell'esistere quotidiano fatto di conti da pagare . Io dico la mia senza contraddittorio, che volete sto sforzandomi di scrivere mi tengo il diritto di avere ragione, quando si ama l'involucro della società o la divisa costosa che dovrebbe farti trattare con rispetto, abiti firmati, lavori di prestigio, gioielli addosso da mostrare al ritorno nei territori natii come trofei di una conquistata stabilità sociale da sfoggiare come un goffo apparato cattura-invidia, molto più del piacere di condividere con qualcuno una ricerca interiore di coppia, persino il sesso vissuto da me sino a quel momento come totale perdimento dell'uno nell'altra, viceversa diviene un surrogato di cui si può fare volentieri a meno. Credetemi puoi essere Rocco Siffredi o Trentalance, per certe donne non è una questione di misure o di come lo sai usare, diventa un succedaneo quasi routinario al termine dell'eccitazione vera che deve essere costituita da ricevimenti, proprietà, ville con piscina, orologi d'oro, vestiti firmati, che divengono una sorta di prolungamento fallico metaforico, per alcune donne, s'intende, le quali, a quel punto, proprio del sesso, finiscono per farne a meno . O al massimo si concedono qualche scappatella con qualcuno di cui hanno il pieno dominio psicologico e a quel punto non si capisce più chi penetra chi e cosa . Era stato così che in bel giorno di questa esperienza londinese, nel nostro flat affittato ad un curdo di chiare origini liguri, tanto si faceva pagare persino un refolo d'aria agitante un rotolo di carta igienica di scarsa morbidezza in un bagno come di Calcutta nel centro di Londra, con la tv accesa sulla BBC, mentre si faceva l'amore, Ramona , la chiamerò così l'aspirante mantide religiosa, nel bel mezzo della cosa, si ferma e mi fa:" miii, è morto Spadolini", mentre guarda lo schermo piatto della tv come è piatta la sua libido del momento, così, con la stessa partecipazione a quel che stava facendo di un elettricista con un filo collegato all'alta tensione in mano di fronte al mare . Così io mi ero alzato, avevo fatto il bagaglio, e nonostante le sue suppliche e i suoi appelli al senso "pratico" di restare comunque insieme fino al ritorno in patria, in quattro e quattr'otto mi ero volatilizzato dietro la porta malferma del flat in questione con il nonostante tutto vaffanculo in mente che data la rabbia enorme non ero stato in grado di vomitarle addosso sul momento . E ora eccomi su quest'autobus diretto a Edimburgo, con i risparmi di un paio di settimane da cameriere in un ristorante palermitano licenziato perchè non sapevo portare tre piatti per volta e da pubblic relation man di un ristorante messicano, incarico da cui ero stato rimosso perchè invece di distribuire volantini pubblicitari ai turisti alla fermata della tube riciclavo i biglietti inutilizzati della metropolitana per rivenderli ad altri utenti. La musica malinconica e struggente dei Marillion sentivo che mi faceva bene, leniva le mie ferite sentimentali. Fuori dall'autobus un deserto di cespugli bassi colorati di viola e azzurrino ingentilivano un tramonto pastellato di colori tenui e lievi come il mio amore scritto sulla sabbia del bagnasciuga cancellato da un'onda. Sono seduto vicino ad un ragazzo molto magro, biondo, che inforca un paio di occhiali da sole e una felpa bianca. Dopo un pò con in mio inglese rudimentale molto the cat is on the table, diventato nel frattempo beffardo ritornello di un famoso brano di discomusic, attacco bottone. Gli rivolgo la parole. Si chiama Oleg, è russo, è in viaggio per l'Europa e anche lui è stato un paio di settimane a Londra. Con i soldi che aveva fatto con vari lavoretti da factotum, aveva deciso di viaggiare in Scozia. Da quello che aveva visto fino a quel momento del paesaggio, era contento . Gli piacevano quei colori decisi e al tempo stesso tenui, perchè non gli davano fastidio agli occhi. Occhi da lupo artico poco abituato ai colori sud del mondo . In seguito, anni dopo, giudicai la Scozia come una specie di Irlanda incorporata al continente britannico. A Edimburgo, con Oleg, prendiamo una stanza insieme in un bed & breackfast. Decidiamo ognuno per proprio conto di fare un giro per la città e di darci convegno in centro, a sera. In un pub da lui indiviuduato sulle nostre guide turistiche tascabili. Io prendo un autobus di quelli cabriolet e faccio unn giro turistico, tour classico della città, non ho molto tempo, circa due giorni, poi i soldi finiranno . La guida che parla al centro dell'autobus, mentre il sole capolina fra uno scroscio e l'altro, racconta le origine storiche dei vari edifici e del castello dove sarebbero custoditi i gioielli di Maria Stuarda, che , a suo parere devono essere assolutamente visti . Io non so come mi viene, così, senza conoscere un inglese dignitoso riesco a formulare una domanda:"perchè non li vendono, quei gioielli, e non danno lavoro ai disoccupati?" . Gli altri passeggeri che devono essere di provenienza esteuropera, si voltano tutti e mi guardano. Sono seri. O non hanno capito la domanda o non approvano. La guida mi spiega che sono un simbolo e che non si può vendere un simbolo. Mi chiede di dove sono. Italian. dico io. Mi osserva sorridendo e dice:"vorreste voi italiani vendere il colosseo per risolvere il problema della disoccupazione?". Ho un idea migliore, dico , ci metterei dentro i politici e i disoccupati, mi sembra democratico no? Si voltano tutti e ridono a crepapelle. Anche la guida ride. A sera, stanco di castelli e uomini in kilt che suonano le cornamuse ( non ci sono le cornamuse ma io le sento), cammino nei pressi di un ponte. E' un enorme ponte metallico sul mare. Non ne ricordo il nome. Con il walkmen inforcato, in quel momento parte Brave, il pezzo che dà il nome al disco. Piove e io sono senza ombrello, siamo in agosto e quindi è tollerabile, non mi importa più molto di come mi andranno le cose. Cerco di godere masochisticamente della struggente mancanza di Ramona. Razionalmente lo sapevo che non mi avrebbe portato a nulla la storia con lei, ma al fatto compiuto non si fa mai abbastanza l'abitudine. Piove, pioviggina, neanche sento le gocce che si posano sul mio giubbotto verde militare, ho icapelli lunghi, le basette lunge da Beatles, alla londinese, sono magro per per le troppe ore di lavoro e le poche di sonno e a quel punto , nelle mie orecchie, entra Brave, un pezzo che esordisce con delle cornamuse ideale colonna sonora delle immagini di me stesso nel videoclip della mia vita. Il ponte è lì di fronte, immenso, sospeso nel vuoto, "lei cercherà finchè non avrà trovato un modo per prendere i giorni", dice la canzone, " così ha cercato a modo suo per trovare il cuore", parla di una ragazza che si toglie la vita per amore. Guardo il ponte, c'è qualcuno lì sopra e forse vuole buttarsi di sotto. E poco dopo lo fa. Urlo e mi sfilo la cuffia del walkman. E' incredibile, mi sembra un dejavu o un video della canzone che stavo ascoltando. Ci saranno centinaia di metri prima dell'impatto con il mare, con l'acqua. Sono sconvolto, non lo posso accettare. Incontro un policeman a cui cerco di raccontare l'accaduto. Lui per tutta risposta odora il mio alito. Quando capisce che non ho bevuto controlla i miei documenti e poi mi manda via. Io gli urlo, dovete andare a controllare, lo potete salvare. Lui dice che il mio inglese fa schifo, di andare via. Mi viene da piangere. Ho ventisei anni, mi sono appena laureato, sto viaggiando in cerca di me stesso, mi ha appena mollato una donna. Mi rimetto la cuffia e riascolto Brave. Piove sulla mia giacca a vento verde militare, le lacrime mi bagnano il viso, cammino per Edimburgo, qualcuno è appena morto,le cornamuse suonano , i pub sono aperti...giusto il tempo di annegare in una pinta di birra...

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