mercoledì 23 maggio 2012

Il viaggiatore solitario è un demonio

Scritto il 6/5/2012 Oggi libero dal lavoro, ore 14,30 circa, decido di prendere l'autobus per fare un giro in centro a Milano. Scenderò in piazza Duomo in questa domenica di maggio che segue al giorno 5 , data che per molti anni è stata per me una sorta di spartiacque , preludio di una trasformazione, il serpente cambia la pelle e si spera in una nuova rinascita, il tepore della primavera-estate si fa largo e scaccia il freddo inverno nevoso foriero di gastroenteriti a frigore, giorno che ricorda l'anniversario della morte di Bobby Sands, storico militante dell' Irish Republican Army che si lasciò morire di fame per protesta contro il governo inglese che non voleva riconoscere a lui e ai sui altri compagni incarcerati lo status di prigionieri politici considerati invece in toto detenuti comuni. E così oggi come per una strana nemesi , la Tatcher è in alzhaimer conclamato, e Reagan, ci ha rimesso la pelle per la stessa malattia , come madre natura avesse provveduto a vendicare le politiche scellerate del liberismo che hanno fatto soffrire milioni di persone, rendendo infanti rimbecilliti questi due perfetti strumenti affilati di quel capitalismo dal volto disumano . . E, punto, il 5 maggio da molti anni è stato da me scelto come giorno di celebrazione di ogni nuova trasformazione, un punto e a capo annuale in più rispetto al mio compleanno , che è comunque 10 giorni dopo. E c'era una cerimonia che compivo che consisteva nel farsi il bagno a mare ad Ostuni, altosalento adriatico-mediterraneo, tanto più che vivevo da quelle parti, in quei luoghi natii. Immergendomi in quelle acque per più di vent'anni, acque che per l'occasione definivo gangetiche, mondavo la prima parte dell'anno , mi depuravo immergendomi in quelle acque gelide di maggio quasi sempre tiepido all'esterno quanto polare per temperatura delle acque marine . Mentre nuotavo ricordavo Bobby Sands dichiarandolo ai miei amici che mi coglionavano della grossa , esercitavo una catarsi , avveniva una nuova rinascita , l'ennesima con nuovi propositi , che non è detto che si sarebbero rivelati migliori dei vecchi , se è vero come è vero che nessuna verità è per sempre rivelata e che come ha detto Majakoskij sino alla bara sempre se ne impara . Mentre siedo sull'autobus che da Corsico mi porterà a Romolo, osservo una famiglia latinamericana ispanica il cui padre è vestito come un pusher di Los Angeles cappellino da cui spunta una “recchia panna” , con seduta a fianco la moglie o compagna sul cui viso s'è spento l'eterno sorriso sud-del-mondo, dietro i mille cessi da nettare ai vari Michele Serra di turno dietro la cui benevolenza si cela comunque, e mica tanto nascosta, la spocchia pseudodemocratica di una finta tolleranza che consiste nel relegare comunque questa gente al rango di poveretti in nome di cui parlare , ma lasciandoli al loro posto di derelitti alibi eterno per criticare un sistema che li arricchisce concedendo la libertà di essere criticato. Sedute davanti a loro due bambine mulatte, le figlie, che parlano fra loro in un italiano perfetto imparato a scuola e dai cartoni dei Pokemon , che citano per altro mentre sono intente in un loro personale giochino fatto di filastrocche e numeri con le mani. A Romolo scendo e prendo la linea verde della metro per Cadorna dove cambierò per il Duomo. In metro trovo posto con una certa tranquillità , la giornata minaccia pioggia e quindi la maggior parte delle persone si sarà andata a rinchiudere nei Centri Commerciali . Sono solo, tutte le volte che vado in centro a Milano e le domeniche liberate dal lavoro sono sempre più rare. Per cui viaggiatore solitario me ne sto seduto nel treno della metro e penso a quel meraviglioso proverbio marocchino che dice che ogni viaggiatore è un demonio . Esco poco dopo , un quarto d'ora circa, in Duomo , dove la piazza invece è piena di gente variopinta di ogni età ed etnia che indossa magliette del Milan e dell'Inter in omaggio al derby cittadino incombente e decisivo per il campionato. Noto una ragazza cinese con la maglietta dell' Inter e un bambino italiano di cinque o sei anni seduto da solo ad uno dei numerosi tavolini dei salatissimi bar lungo Corso Vittorio Emanuele con la maglietta rossonera di Pato che smanetta come un forsennato adulto erotomane un iphone, roba da denunciare il padre al telefono azzurro . Davanti ad un negozio di abiti alla moda sotto i portici è in corso una sfilata di moda con modelli e modelle molto più belli degli abiti che indossano e mentre incassano qualche salve di applausi , di fronte a loro , sulla parte opposta del corso , siamo a metà circa della salottiera avenida meneghina , un gruppo di breakdancers si scalda facendo verticali mentre attende il proprio turno per esibirsi. Disseminati lungo corso Vittorio un mucchio di mimi vestiti e mascherati da personaggi più incredibili, da Dante Alighieri a improbabili cavalieri di Tolkien , molti musicisti ,fra sassofonisti, fisarmonicisti e violinisti gitani, scultori cinesi di ortaggi che hanno salvato zucchine e carote da più prosaici destini orofecali e ritrattisti ciuchi , conferiscono a questo confuso caravanserraglio l'aspetto di un circo improvvisato, anarchico e divertente . I vigli urbani lasciano fare , a differenza dei tempi della Moratti quando persino allo storico fachino massafrese Mustafà si elevavano multe dalle cifre impossibili da onorare e le sole attrazioni del corso consistevano nelle divise mimetiche dell'esercito, nelle camice azzurre di poliziotti sfumacchianti affetti da pollicite da iphone e nei pantaloni neri rigati di rosso di quei milanisti involontari chiamati carabinieri. Più in là incrocio una donna bellissima vestita di bianco , con tacchi altissimi, bionda, capelli a caschetto lisci, sotto l'ombrello per una pioggerella incipiente , e quest'immagine mi fornisce lo spunto per un accavallarsi di considerazioni su noi maschi mondiali in libera uscita che siamo prodighi di attenzioni rispetto a cotante bellezze finchè non le possediamo fisicamente per poi immediatamente dopo dirigere le nostre attenzioni , una volta soddisfatti gli istinti, ad altre prede, non necessariamente più belle, magari più intriganti o esotiche o androgine o quant'altro, e se non siamo stati pienamente soddisfatti della “prestazione” le lasciamo illudere che siano irresistibili finchè non abbiamo ottenuto ciò che vogliamo e come lo vogliamo, giusto per soddisfare il nostro ego complessato, per poi tenerle con noi a mò di trofei...e quel che è più curioso di tutta la faccenda è che a certi tipi di donne , in fondo, piace questo tipo di uomo cacciatore e son of beach, che quello troppo sdolcinato e attenzioso, se così si può dire, dopo un po' stanca e lo si manda a raccogliere cesti di lumache. Faccio due passi ancora e comincia a piovere. Fermo sotto i portici in piazza San Babila osservo il variopinto popolo della domenica che apre i suoi ombrelli multicolori fornitigli all'istante da ambulanti cingalesi che consultano nervosamente i propri iphone impostati su siti meteo pregando Allah , Buddha o chi per loro perchè piova . E mentre piove uno di loro , evidentemente mussulmano, con un mucchio di ombrelli penduli dalle sue due mani pronti per essere venduti ,declama ad alta voce, Allahu akbar. Io gli passo vicino e gli dico , grazie il caffè l'ho già preso . Ritorno indietro da San Babila verso il centro della piazza , piena di carovane di turisti con le loro guide al centro di gruppetti che decantano delle bellezze architettoniche di un Duomo in perenne restauro come una vecchia signora che non riesce a decidere che trucco mettersi per l'ennesima serata di gala, con le impalcature che recano enormi pannelli pubblicitari senza più alcuna remora nel rivendicare la più grande conquista nella storia della chiesa del terzo millennio è consistita nel considerare la morale antimoderna una reliquia del passato e il marketing e gli sponsor insperati alleati sulla strada per Gericolandia . Attraverso la piazza verso via dei Mercanti, poi percorro via Dante e mi dirigo verso parco Sempione. In cerca di una panchina . Ho bisogno di una panchina per sedermi e scrivere il mio libro , la puntata di oggi . Ma sono tutte occupate da coppiette in amore che si amano part-time: giusto oggi. Amore a chiamata. Più tardi, penso, mi attende un piatto serale di tutto rispetto: riso patate e cozze: riso , che caratterizza le mie giornate aiutandomi a tirare avanti, patate che ogni tanto rimedio nonostante l'età e cozze , beh, pure quelle non mancano...ma la bellezza di essere poeti è capire che anche le cozze possono avere un loro sapore asprigno e selvatico per niente meno allettante di patate sciape e spente che si credono irresistibili perchè hanno scambiato la doratura del forno per gli effetti di una lampada solare. Poi infilerò nel lettore di dvd per l'ennesima volta il film “Constantine” con Keanu Reeves che interpreta un esorcista dei fumetti che non sta né con Dio né tanto meno con Satana, perchè lui sa dell'esistenza di Dio e ha visto l'inferno , quella volta che suicida è morto qualche minuto , prima di tornare nel mondo dei vivi. Ma non ha fede e non crede...mi guarderò per l'ennesima volta quella scena in cui lui John Constantine seduto ad un chiosco ambulante in attesa delle sue uova strapazzate dice alla sua amica:” Dio ci guarda da lassù come delle formiche. Credimi, non ha piani per noi”. E mi riguarderò quelle scene , epiche per me, da uomo solitario e dannato che fuma a nastro sigarette di una marca sconosciuta, mentre sorseggia il suo Porto ( o perlomeno a me piace immaginare sia Porto) , seduto ad un enorme tavolaccio ligneo mentre fuori dal suo appartamento angeli e demoni si fronteggiano, senza mai intervenire direttamente, ma , dice lui, influenzando un'umanità sempre più perduta e smarrita e definendo questo gioco assurdo equilibrio fra le due superpotenze: Dio e Satana . “ Io la chiamo ipocrisia di merda”, dice John Constantine . E adesso, ancora una volta, mentre vergo queste note a penna in un treno della metropolitana fra lo stupore generale , sempre io, l'esaurito, lo strano, il Keanu Reevs non figo dei poveri , sono solo come un demonio...e come vedete il demonio alla fine di tutto c'entra...

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