sabato 29 giugno 2013

Fatelo dire a Baricco

In mutande e a torso nudo fumo una sigaretta handmade, non corretta perchè non ho voglia di mantenere il sistema dei poteri criminali, gli spacciatori di hashish sono come i politici , vendono sogni a buon mercato, andassero a lavorare come si deve anche loro, ossa stanche, muscoli contratti e cervello in pappa a fine giornata. Un merlo sull'inferriata di fronte si pulisce col becco e mi osserva. Finalmente uno che guarda senza osservare, uno a cui piacciono gli animali al loro posto, che è poi dove vogliono stare, nè antianimalista nè animalista, quelli gli animali li odiano, lo so per certo, finalmente uno che si fa i fatti suoi e che mi lascia fare i miei, che capisce che la cura personale mi farà stare meglio con gli altri merli, con gli altri uccelli. Non lo dice ma lo pensa. Una donna stende il bucato di fronte e mi guarda con un certo interesse. Ho un paio di tatuaggi che mi fanno sembrare quello che non sono, un criminale o giù di lì. Forse sono un criminale, ma della letteratura. Ho letto sulla Repubblica un'articolo di un certo Baricco sull'importanza di saper perdere. Quante parole fredde, senza emozione, spinte da niente, quante cose non raccontate in quello che vorrebbe essere un racconto, quanta assenza di fantasia e di realtà. Sono da poco stato in una libreria a prendere dei libri da regalare. Quanta carta sottratta all'Amazzonia! Per questo dovrebbero scendere in piazza laggiù in Brasile, altro che. L'industria dei libri è un grande imbroglio. Milioni di libri che nessuno legge mai fino in fondo. Forse credono di leggerli. Perchè nessuno ha fatto capire loro che chi legge ha infinite storie da raccontare in più di chi scrive. Sono 15 anni che non leggo un libro dignitoso, un libro che parli di vita e che la faccia respirare. Solo puttanate costruite a tavolino. Anche i miei maestri , Bukowski e Miller, che ci hanno provato, hanno fallito. Sono cenere per le formiche e gli editori a cui hanno lasciato i loro capolavori se la spassano sugli yacht d'altura con mignotte d'altura con tacco 12. Tornando un momento indietro mi chiedo perchè io compro tutti i giorni La Repubblica. E' un riflesso condizionato, un riflesso peristaltico. Come andare in bagno tutte le mattine. Forse ho capito perchè, perchè mi piace regalare le copie che ho letto al vecchio di sopra, un pensionato che non ce la fa nemmeno a comprare il giornale. Ecco perchè. Scrivo tantissimo, nessun essere umano scrive quanto me, non ho nessun esercito di correttori di bozze e redattori che lavorino per me , faccio tutto da solo, sono un artigiano della parola. Vorrei non scrivere più, ma non ci riesco, sento che lo DEVO, fare. Sono un maledetto grafomane. Quando ho il pc scrivo, quando non ce l'ho imbratto quaderni, quando non ho quaderni parlo come se scrivessi, quando mi priveranno della parola probabilmente scriverò col corpo e quando mi uccideranno ...beh, quando mi uccideranno magari mi riposerò. Ho sgabuzzini di quaderni con roba scritta. Non lo so se è roba buona come direbbe un editore. Ma poi ci sono editori intelligenti, oggi? Hanno affidato tutto a dei manager che non capiscono nulla di letteratura, loro hanno il compito di vendere, di far funzionare un opera e il suo autore. Tutti questi motivi sono ottimi motivi per smettere altrettanto quanto per continuare. Ma io continuerò. Perchè sono uno scrittore e sono leale con i miei lettori, non mi piace ingannarli con belle copertine, belle presentazioni, spot alati, campagne pubblicitarie e via discorrendo . Una volta un redattore di un giornale mi disse, senti, devi distanziare il punto, sennò è un errore. E' ancora un redattore, ma la moglie gli fa le corna. Non so se c'è una relazione. Oddio, la relazione ce l'ha la moglie, comunque. Ad ogni modo, miei cari lettori, vi dono i miei pensieri gratis perchè penso di avere il dono di averceli e mi sentirei un ladro a incartarli per bene e arricchirmi a vostre spese. Per cui continuerò a deliziarvi o annoiarvi o stancarvi ma in modo onesto, trasparente. Chiudo le finestra e getto il mozzicone nella tazza del water, dopotutto il merlo è volato via e la signora è entrata a commentare con i familiari la visione dell'uomo nudo alla finestra. Beh, che dire, meglio un uomo nudo alla finestra che una finestra nuda con un uomo vestito, le proporzioni vanno rispettate. E il merlo, beh il merlo è volato dagli altri merli a farsi una chiacchierata , probabilmente di cose molto più interessanti dell'Imu e dell'Iva, cose che servono per vivere veramente, come un essere vivente e non vivere come esseri. Ma naturalmente se lasciassimo continuare la storia a Baricco ci metterebbe dentro un giornalista del Guardian con la bombette e l'ombrello che si ripara dalle deiezioni del merlo, senza neppure chiedersi se gli avrebbe comunque portato fortuna. O , addirittura, concimato .

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