mercoledì 28 settembre 2011

bossa nova ( tre)


A ruota libera, lascio vagare i miei pensieri e li mescolo ai ricordi della giornata o del passato, mentre digito sulla tastiera del computer come un musicista jazz, mettendo insieme le parole il significante il significato e il suono, che insieme mi daranno la soddisfazione di dire esattamente cosa voglio dire e nel modo in cui lo voglio dire e se alla fine rileggendo provo una lieve soddisfazione sicuramente avrò scritto capolavori. Talmente sono severo con me stesso. Naturalmente c'è la possibilità elevata che alla maggior parte degli esseri umani non piaccia ciò che scrivo e come lo scrivo. Beh, se avessi dovuto scrivere un libro pensando a quelli che avrebbero dovuto leggerlo, non avrei scritto un solo rigo. E questo dovrebbe darvi abbastanza la misura di quello che penso dell'umanità. Un lettore dovrebbe leggere un autore lasciandosi sollazzare unicamente dalla grazia di quello che scrive e di come lo scrive, infischiandosene altamente se è gay, o gli piacciono le trans o va a messa tutte le domeniche o se tradisce la moglie italiana con una prostituta albanese conosciuta di notte sui viali di una qualsiasi città d'Europa. Un lettore dovrebbe leggere e immaginare i personaggi, i luoghi e le circostanze, secondo una sua personale visione, secondo il cinemascope del suo cervello, e sicuramente se si confrontasse con altri lettori verrebbero fuori visioni diverse o la stessa visione, e in quel caso lo scrittore dovrebbe preoccuparsi perchè sarebbe un Dio e nessuno vorrebbe essere Dio ed essere intervistato dalla Tv. Far sognare personaggi e luoghi e situazioni con le stesse caratteristiche morfologiche a tutti, ecco un tipo di scrittore che non vorrei essere. Questo sarebbe un tipo di scrittore che si ispira alla cultura iconografica giudaico-cristiana, mentre io scaglio le parole e le immagini, le sparpaglio sulla pagina e lascio che prendano forma da sole e magari ripeto immagini e situazioni, perchè lascio la logica alle fredda logiche dei numeri e degli ingegneri. La matematica non potrà mai dare una forma ai sentimenti, all'amore, al sesso, alla violenza, alla guerra, in altre parole alla vita. Ecco perchè io sono un tipo di scrittore coranico, nella forma, lancio pensieri e versi poetici e li musico, come stessi ricevendo una continua rivelazione notturna e Allah in persona mi stesse ispirando. E come quella cultura sono interessato alla guerra, alla lotta, alla battaglia, proprio perchè ritengo che qualsiasi essere umano debba lottare per ciò che ritiene giusto con ogni mezzo necessario. Ho rispetto per i Talebani e per il loro radicalismo primitivo, per la loro idea di ritorno agli antichi ideali e per quella quella loro encomiabile fede nel proprio Dio, ch'essi arrivano ad amare più di se stessi come nessun cristiano potrà mai fare. Vivono nei deserti, a cavallo di cammelli, col Kalasnikov al collo, con il cielo stellato che dà la direzione e qualche dattero consumato in fretta per dissetarsi, vestiti con le loro vesti lunghe e i turbanti e l'occhio vigile sul territorio, su quella sabbia insignificante che per loro è la loro terra, suolo sacro, da difendere da chiunque voglia imporre regole diverse dalle proprie. Quei giovani che percorrono i deserti sì, che stanno vivendo in senso pieno la propria vita, proprio perchè non sanno per quanto tempo potranno conservarla, quei ragazzi meritano rispetto e ammirazione. Li preferisco al più brillante studente bocconiano in corso col massimo dei voti, al più brillante studente della Cattolica che vince borse di studio a ripetizione. Che vita andranno mai a fare costoro, solo una proiezione dei desideri piccolo-borghesi delle proprie famiglie in ossequio dei quali andranno a guadagnare stipendi alti, licenziare operai e farsi venire la rinite cronica da cocaina tutti i sabati sera, eppoi si sposeranno e tradiranno le mogli ripetutamente , pur avendo figli che saranno l'orgoglio dei nonni e l'invidia delle altre famiglie. Sentire il sudore che si ghiaccia addosso, mentre sei nascosto dietro un muretto a secco, col fucile pronto, prepararsi ad un assalto, difendere il proprio villaggio all'arma bianca contro elicotteri che scagliano missili all'uranio impoverito, genera un futuro di grandezza in chi sopravvive. Ciascuno di questi ragazzi sopravvissuto potrebbe comandare un popolo. Ecco cosa manca alla nostra gioventù. E' troppo tempo che non facciamo una guerra vera. Siamo il paese del dolce far niente elevato all'ennesima potenza fino alla filosofia dell'inerzia. Nessuno vuol più lottare per niente, nessun ama qualcosa più di se stesso, tutti amano ossessivamente solo e soltanto se stessi. Anche se attraverso le cose. Lo spirito del consumismo.
Provo una sincera ammirazione per chi fa la guerra con i mezzi tradizionali, per chi non si arrende allo strapotere del nemico, è un grande insegnamento e una metafora della lotta per la vita. Io sono troppo avanti con gli anni e stanco e disilluso per combattere. Io al massimo posso documentare. La morte di questa civiltà, che come tutte le civiltà sarà spazzata via dai nuovi barbari, siano essi talebani, birmani , sikh o mussulmani filippini o dagli Hezbollah perchè mai l'idea che il burqua sia più illiberale dei megaposters del didietro di “Roberta”potra convincermi che la nostra civiltà è superiore alle altre. Basta questa convinzione a pormi automaticamente nella posizione di chi non si sente di combattere per una civiltà a cui sente di non appartenere. Cosa dovrei pensare di un paese come il nostro che denigra il risorgimento e la guerra partigiana che sono gli unici due momenti in cui chi combatteva lo faceva dalla parte giusta e in cui l'inferiorità della forza militare fu compensata dai più alti ideali che esseri umani possano mai avere: dal cuore e dalla passione, che altro non sono che componenti base, in natura, dell'amore. Questi partigiani sbagliati, i talebani, le tribù berbere combattenti che difendono i deserti, i mussulmani delle filippine, i guerriglieri ceceni, persino i guerriglieri marxisti colombiani dispersi nelle giungle colombiane, i senderisti, e i maoisti malaysiani, i guerriglieri palestinesi, rappresentano il futuro. Rappresentano il cambiamento. Correggeranno il tiro, miglioreranno i propri errori. E nessuno ci assicura che non saranno meglio di chi ha detenuto il potere per anni narcotizzando i popoli con la coca cola e il MacDonald. L'impero sta cadendo in pezzi e i barbari spingono alle frontiere. Come l'impero Romano, la storia si ripete. E a chi dice che queste forze nuove portano indietro la ruota della civiltà opprimendo le donne, dico che le donne stesse provenienti dal ventre di queste culture si selezioneranno attraverso la lotta interna e ciascuna di loro, una volta emancipatesi potrà comandare stati, dirigere uomini, com'è vero che chiunque vorrebbe avere un figlio da una combattente cecena, perchè sarebbe il raffinato prodotto di una selezione pluricombattente e avrebbe in nuce i crismi dell'uomo nuovo di cui parlava Trotsky, di quell'uomo cioè che abbandona la sua condizione media per elevarsi dal rango di australopiteco moderno.

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