sabato 4 giugno 2011

Pensieri di un sabato mattina.


Svegliato tutto sudato. C'è un'umidità terrificante. La pioggia durante la notte e poi il sole. Andato alla coop per fare la spesa, vino Freschello, birra moretti, pane, formaggio e altro ancora, mentre un senegalese della vigilanza ben appostato pescava una signora anziana che caricava nella borsa un pò di merce. La vita scorre veloce, c'è il mercato, e io con le mie sportine della spesa in mais caracollo verso casa, in preda a pensieri profondi. Studio Dostoevskij, Delitto e Castigo, e sono nella parte dove l'impiegato Marmeladov, alcolizzato in una bettola, dice che il bere non è un vizio, ma l'aver bisogno di bere che lo è. Fumo una sigaretta handmade dalla finestra, ho appena visto un documentario sulla tv svizzera sulla musica nubiana e poi un'intervista a Margherita Hack. Due cose che mi hanno aperto la testa in due, me l'hanno allenata di prima mattina, in questo sabato che pare autunnale. Perchè non vedo queste cose in un qualsiasi canale raimediaset? Non vogliono farci vedere che esistono altri mondi, altri modi di pensare, altro da noi seduti a vedere la tv deficiente che ci propinano. Seduto in bagno leggo due pagine de "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", apro a caso e il segnalibro è una cartina di plastica che mi indica la temperatura, 26 gradi, umidità 90%. Leggo un pezzo mentre espleto, taoismo buddismo e confucianesimo distano gli uni dagli altri quanto ebraismo cristianesimo e islam. Un niente. E allora ecco il pensiero, l'illuminazione, la chiesa deve essere una cosa nostra. Non cosa nostra. Le comunità di base devono dire alle gerarchie di smetterla di appoggiare modelli edonistici e berlusconiani. La chiesa non deve cessare di esercitare la sua funzione antimoderna. Per riequilibrare, perchè il consumo non corrompa le nostre vite annientando lo spirito. Margherita Hack dice che alla nostra morte le nostre molecole ricombinandosi ricompongono altro da noi, animali, piante, pietre, sicchè ciò che resta di noi non muore mai, senza per forza credere ad un'anima. Perchè i cattolici dovrebbero lasciare i primi banchi della chiese a mafiosi, speculatori e politici corrotti? Occupiamo la chiesa, altro che le università. E' una cosa nostra. Non cosa nostra.
Leggete Pasolini, "Scritti Corsari", vale un milione di Italia-Estonia, due Milioni di Ballarò , 3 milioni di annozero, e fantastiliardi di milioni di un qualsiasi Beppe Grillo.
Buona giornata e buona fortuna

1 commento:

  1. Ciao Danilo...sai io penso che le religioni abbiano fatto tutte il loro tempo. Forse erano untili nell'antichità, quando attraverso i simboli indicavano agli esseri umani i principi universali del vivere in armonia con l'Universo...poi degenerarono tutte e furono usate come strumenti di controllo e potere.

    Auspico un mondo nel quale non ci sia più alcun bisogno che alcuni dicano a molti come devono vivere. Televisioni o religioni che siano.

    Un sorriso a te e in bocca al lupo per la pubblicazione.

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