sabato 21 gennaio 2012

Streaptease antropologico

Come si chiama? Danilo Coppola, ma come tutti coloro che hanno una vita parallela che vive nelle pagine dei propri racconti ho un alter ego che si chiama Nico Cordola E da dove viene questo nome? Nico Cordola l'ho scelto per l'assonanza col nome e cognome veri e poi Cordola era il cognome di un talentuoso calciatore dell'Ostuni( paese di cui sono originario, nell'altosalento) che avrebbe potuto giocare in serie A se solo avesse avuto la testa per farlo. Ecco io un pò mi sento così. Preferisco giocare da titolare in serie C che panchinaro in seie A. Che lavoro fa? Faccio l'arredatore per una multinazionale. Cosa ha scritto? " Nell' acquario" , romanzo generazionale che parla del fenomeno migratorio intellettuale dal sud al nord Italia e " Una faccia una razza" , una raccolta di racconti autobiografici e non , per la Kimerik. " Nell'acquario" è in ristampa, l'altro è ancora rintracciabile sul sito della casa editrice. Cosa sta scrivendo? Ho appena terminato "Nell acquario 2" ed è in corso di pubblicazione...non lo dovrei dire per scaramanzia ma sappiate che la mia mano in questo momento accarezza il cavallo dei pantaloni...Poi ho scritto una serie di racconti gialli che sto rifinendo, materiale per un paio di altri libri. Dove trova il tempo per scrivere? Lo sottraggo a quel corredo di stronzate con cui perdiamo tempo ogni giorno, ad esempio televisione ed happy hour, due capisaldi della nostra civiltà decadente . Cosa le piace fare nel tempo libero? Scrivere e leggere, ma anche viaggiare e fare qi gong, una specie di yoga cinese che si pratica in piedi. L'ho scelto pensando al concetto che tutti prima o poi cadremo ma che la differenza la farà il cadere in piedi e io non voglio cadere in ginocchio. Nient'altro? Sì, mi piace camminare per le città e girare riprese con una piccola videocamera per poi scaricare i video sul mio canale di youtube: nikokordola's channel. In questi video riprendo sfondi urbani o d'altro genere e mi intervisto o intervisto altri malcapitati. Altre volte riprendo avvenimenti a cui assisto. Alla fine darò vita ad una sorta di progetto pasoliniano che chiamerò: comizi d'onore, in assonanza al meraviglioso "comizi d'amore" di Pasolini . Cosa non le piace nella vita? Principalmente detesto l'ipocrisia, in questa fase storica il fatto che gli italiani invocano le regole solo per gli altri da se'. Progetti in mente? Sì, mi piacerebbe fare del cabaret, del teatro, magari dei video satirici o comici. Ma i miei progetti devono sempre confrontarsi con le energie residue dopo il lavoro. Intendiamoci, non mi lamento, magari se avessi tutto il tempo a disposizione non riuscirei a cavarci niente. Bukowski , gli ultimi anni, quando era ricco e ben pasciuto, non ha scritto altro che merda, come avrebbe detto lui di se stesso. E forse da qualche parte l'ha detto anche. Cosa le piace della vita? Stare bene in salute, amare la mia famiglia, coccolare mia nipote, conoscere gente eccezionale( quelli famosi quasi mai lo sono),riuscire ad amare ancora, essere sobrio, non ripetere gli errori del passato...ma quest'ultima cosa è impossibile, visto che sicuramente sto lavorando alacremente al mio prossimo errore. Cosa pensa di Milano? Penso che la rovina di Milano siano gli arricchiti. Non hanno abbastanza cultura per gestire al meglio le proprie ricchezze. Ha detto bene Monti, la ricchezza di per se' non è un disvalore, dipende da come la si vive.Poi ci sono i morti di fame con i soldi, come li chiamo io. Questi sono anche peggio degli arricchiti( quasi tutti figli di meridionali, ahmimè). Spilorci che vivono di rendite finanziarie e affitti a cifre improponibili. Infine i radicalchic, gente che c'ha i soldi ed è di sinistra perchè manda i figli nelle scuole steineriane e va in bici in centro. La massa, la stragrande maggioranza, si arrabatta, si arrangia, come in una qualsiasi Napoli coi grattacieli. Ecco, è questo che non mi piace di Milano, non ha nulla di cui vantarsi eppure si vanta. La crisi economica sta portando umiltà a questa città. E la gente sta incominciando a cambiare. Non tutti i mali vengono per nuocere. La Milano delle case di ringhiera, degli operai con la schiscetta, quella città civile in cui esisteva, sia pure nel bel mezzo di qualche primo fremito razzista, un'economia della solidarietà, quella Milano delle famiglie ricche e colte, di cui mi narrava mio padre ( che per inciso è nato a Milano, anche se da genitori salentini), non esiste più. Qualcosa resiste ancora nelle pietanze succulente della cucina lombarda di una anziana cuoca della trattoria Cantagrilla, ad Abbiategrasso. Ecco quel mondo narrato da mio padre è finito in un bel piatto di risotto alla milanese in provincia. Ha nostalgia della sua terra? Sicuramente ho nostalgia dei miei affetti, della mia famiglia , degli ulivi dai tronchi scolpiti e delle fronde rigirate dalla tramontana che dai monti mostra la marina come un immenso tessuto di velluto accarezzato da Dio, delle polpette di mia nonna materna, delle roboanti risate di mia nonna paterna, del profumo dei toscani di un nonno paterno conosciuto solo dai racconti di mio padre insieme al suo salento irripetibile oggi, del caffè Quarta, de primitivo di Manduria, delle melanzane alla parmigiana di mia madre, delle grigliate in compagnia dei miei amici, delle copie de "il borghese" di mio nonno lette di straforo nella vecchia casa di mia nonna Maria...non mi manca la mia terra servile e prona ai potenti locali, furba e levantina, individualista post-riforma agraria , che ha impedito la nascita di una solidarietà vera fra le persone. E non mi manca la gente che mi guarda in casa, Grande Fratello antelitteram non richiesto. E comunque, nonostante tutto non cesserò mai di ritenermi Pugliese, altosalentino, Ostunese. Quando morirò l'ultima immagine che vedrò nella mia mente sarà, ne sono sicuro, un bel prato di papaperi , intervallato da ulivi secolari, un cielo celeste con qualche rara nuvola a forma di profilo di Padre Pio. Buona giornata e buona fortuna

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