mercoledì 25 gennaio 2012

Il professore di Vigevano (Racconto)

Fa caldo, oggi, una giornata di agosto. Le previsioni del tempo dicono farà caldo tutto il mese . Le previsioni del tempo sono come i sondaggi di opinione di Berlusconi: truccate. Sennò incominciano le disdette e le mancate prenotazioni nelle località turistiche. E' tutto truccato, col preservativo, ma l'unica cosa che si preserva è la salute della malattia: il consumismo. Io prendo la macchina, sette di sera, mi dirigo verso Vigevano, verso il Ticino. Chissà, magari faccio un bagno, respiro un po' d'aria, guardo l'acqua del fiume attorcigliarsi in mulinelli una volta tanto con funzione estetica, piuttosto che da pesca. C'è traffico , ma io non ho fretta. Sei italiani su dieci non sono andati in vacanza. Secondo Rai News. Secondo Canale 5 le località turistiche sono tutte al completo. Secondo gli organizzatori e secondo la Questura. Devi far girare i soldi, devi far girare l'economia, ma , francamente, l'unica cosa che gira sono le balle. Comunque per chi deve restare a lavorare non fa differenza. Per me si. Aspetto sempre agosto perchè Milano si svuoti e io possa viverla tranquillamente come un turista, senza traffico, poca densità umana, locali chiusi, insegne spente, polizia in vacanza e poche stanche puttane che stazionano sui viali come pigre libellule di fiume. In zona ponte sul Ticino, prima di giungere a Vigevano, giro a sinistra. Sto a centro strada una vita col rischio che mi investano. Saranno questi i famosi investimenti di cui parla Tremonti? Ce la faccio a girare. C'è un camioncino che vende panini e un uomo che vuol farmi pagare due euro per parcheggiare. Ma sono le sette di sera, dico. Ah già, allora non paghi niente, fa l'uomo, un marocchino piuttosto in carne che fuma una marlboro rossa appena sfilata dal pacchetto. Parcheggio e mi inoltro nella macchia, verso il fiume, di cui sento già il rumore, la presenza, il lento scorrere fra gli argini di ciottoli e la velocità delle acque interrotte da morti tronchi d'albero, vecchie nutrie che le solcano nuotando e intrepidi zingari che studiano la corrente per zigzagare a nuoto da una parte all'altra del letto del Ticino. Cammino in mezzo ad alberi e macchie di un verde intenso che va affievolendosi al tramonto. Famiglie di peruviani con donne in bikini e bimbi in braccio fanno sulfumigi di barbecue a due passi dal fiume, l'ombrellone aperto e sbilenco e le pance birrose che fanno su e giù nelle acque basse della riva. Mi inoltro nella macchia e via via i tratturi si fanno più stretti, e si diramano in mille rivoli nelle direzioni più disparate inghiottiti dal verde sempre più fitto e cupo. Percorro un centinaio di metri ed in fila, lungo il greto del fiume, ci sono uomini completamente nudi, alcuni in semierezione, altri molli, che guardano e ammiccano nella mia direzione. Il mio imbarazzo è totale. Evidentemente è un posto per nudisti. E il fatto che non ci sia una donna e che mi invitino senza mezzi termini ad appartarmi con loro nella macchina indica inequivocabilmente che è una zona d'abbordaggi per soli uomini. Ad un certo punto penso di tornare indietro. Ma mi imbarazza ripassare nei pressi di quella sfilza di tronchi d'uomini perlopiù anziani e panciuti, per cui decido di proseguire. Più avanti le apparizioni nudiste continuano, ma con minore densità e intensità. Un giovane effeminato , magro e glabro, torso nudo ,bermuda attillate e codino d'ordinanza, si scopre le terga e me le offre , fermo in piedi alla biforcazione di un tratturo. Io sono un semaforo a bordo strada. Rosso dall'imbarazzo. Eppure dovrei sentirmi più imbarazzato a guardare il telegiornale. Ma il telegiornale non guarda te. Forse è questa la differenza. Proseguo oltre. Mi avventuro nella macchia, senza paura, ma con costante imbarazzo, quello sì . Poi per un pezzo più nulla. Solo alberi, macchia, cespugli di more carichi di frutti, aironi cenerini e cornacchie che sorvolano la zona. Ad un certo punto , la macchia finisce e si apre in un acciottolato, che dà su un braccio di fiume piuttosto largo, che forma come una sorta di baia. Faccio una specie di sedile con delle pietre tondeggianti davanti al fiume e mi siedo. Silenzio. Lieve brezza. Pace. Recupero equilibrio. In posizione del semiloto, faccio un po' di respirazione addominale e cerco di non pensare a nulla. Dieci minuti dopo, mi sento toccare la schiena. Io, in stato di trance, mi scuoto. Dietro di me c'è un uomo avanti con gli anni, magro e senza un pelo, capelli completamente neri, ma, data l'età, credo, tinti. Mi osserva e mi fa:” cosa ci fai qua?”. “Niente. Medito”. “Ma lo sai che posto è questo? Sembri un pesce fuor d'acqua”, dice lui. Nel frattempo si siede al mio fianco. La sua voce affettata e sottile e il modo in cui mi guarda, come un superstite del deserto davanti ad un ghiacciolo, mi autorizza a pensare che sia gay. “In effetti me ne sono accorto. Sembra che questo sia un luogo di incontri per soli uomini...ma all'inizio era pieno di normali famiglie peruviane”, dico. Lui sorride. “Ti va di fare qualcosa?”, dice. “ Qualcosa cosa?”. Sorride. “ Ti dà fastidio se resto ancora un po' qui?”, fa. “No, non mi dà fastidio...purchè non torni su un argomento che è fuori discussione...mi riferisco al fare qualcosa”. Sorride. “Sei bellissimo”, mi dice. Io sono nell'imbarazzo più totale. E' un uomo anziano, molto in forma per l'età che deve avere, ma parecchio avanti con gli anni e non si fa scrupolo di corteggiare un altro uomo in questo modo spudorato. Io non ho certo paura di lui. E non provo schifo . Perchè dovrei? Dopotutto quello che mi chiede non solletica per nulla alcun mio appetito. Mi incuriosisce questa sua sfrontatezza. E' vero che i tempi sono cambiati, ma diosanto, comportarsi in questo modo così esplicito. Io non mi comporto così con una donna. Uso altre parole, altre formule. “Non ti sembra di esagerare...non sono gay”, dico. “Che tu sia bello è un dato oggettivo”, dice lui. “Io non credo. Piaccio molto agli uomini, questo l'ho notato. Ma le donne non mi guardano per niente. Quelle che piacciono a me , almeno”, dico. “Beh, vedi, per noi è lo stesso: quelli che ci piacciono non ci filano di striscio. Nessuno riesce mai a coronare i propri sogni. Altrimenti i sogni non esisterebbero”, dice lui. Io sorrido, lo guardo e dico: “ raccontami la tua storia, la voglio scrivere”. “Uhm. Tu scrivi?”. “Si, scrivo. Non sono uno scrittore affermato...per scelta, diciamo, delle case editrici”. Lui ride. “Ma mi piace scrivere. Non lo faccio per avere successo, lo faccio perchè non saprei come non farlo”. “Interessante”, dice. “D'accordo”, dice, “ ma tu in cambio cosa mi dai?”. “La mia attenzione...e vivere nel mare delle fibre ottiche...con connotati diversi...una sorta di storia della tua vita in forma di chirurgia plastica dell'anima”. “Complicato. Ma mi piace”. Si accomoda meglio. Le zanzare pungono maledettamente. Sembrano pungere solo me. Piacciono agli uomini e alle zanzare. Bene, le categorie a cui piaccio sembrano aumentare. “Beh, mi sono accorto da bambino che mi piacevano i maschi . Ho settantacinque anni adesso. A quei tempi manifestare certe tendenze equivaleva alla morte sociale tua e della tua famiglia. Ma prima o dopo arriva un redde rationem. Così la prima volta mi ha posseduto mio cugino, più grande di me. Ma non reclamo per questo. Anzi, mi ha liberato da ogni dubbio. Lui adesso è morto. Ma ha condotto una vita di inferno. Lui anche era gay, ma ha scelto di sposarsi ed avere dei figli. Ha avuto amori clandestini tutta la vita. E' stato infelice. Ha dormito per una vita in un letto matrimoniale con una donna che non amava”. “Beh, ma lo fanno anche molti etero”, dico. “Si è vero, ma capisci cosa voglio dire”. “Credo di si”, dico. “Per fare contenti i miei uscivo con delle ragazze. Ma è stato drammatico. Non riuscivo ad eccitarmi, ad avere l'erezione. Dovevo inventarmi le storie più strane, per lasciarle. Quando arrivava quel momento la mia fronte si imperlava di sudore e non c'era verso che il mio coso si animasse...nemmeno con la respirazione bocca a bocca”. Ride. “Fino all'università ho avuto storie clandestine...ma, a dire il vero anche dopo. L'università l'ho fatta a Milano. E' la città più gay del mondo. La sodomia è praticata in modo molto più esteso di quanto si creda e le persone dei più disparati ceti e più insospettabili la frequentano di nascosto e in abbondanza. Sono stato con manager sposati, preti, commercianti, commessi viaggiatori, ma anche muratori, operai e bottegai. Poi dopo l'università sono tornato a Vigevano ad insegnare in una scuola”. “Quale scuola?”, chiedo. “ Fai lo scrittore, non fare il giornalista. O se proprio vuoi fare il giornalista non di quelli che scrivono di gossip”. E' la mia volta di sorridere. “ I miei hanno sempre saputo. Mia madre mi ha capito e compreso...benchè fosse di estrazione sociale e culturale bassa. Mio padre ne ha fatta una malattia...lui così virile e sciupafemmine, con un figlio finocchio...ma credo che sia stata una sorta di legge del contrappasso. Una sorta di nemesi, una specie di- le colpe dei padri ricadano sui figli!- O almeno così mi piace pensare. Comunque...dov'ero? Ah, la scuola. Ho insegnato per una vita, ma non ho mai avuto rapporti sessuali con nessuno dei miei alunni. Non ho tendenze pedofile. Anche se molti di loro li o beccati da queste parti, su questa sponda del Ticino, che non a caso, fra noi chiamiamo, l'altra sponda”. Io sorrido. “Frequento questo posto praticamente da quando sono nato. Sesso all'aperto, cosa c'è di meglio”. “Insomma sei stato e sei un uomo felice”, dico io. Che domanda stupida. Ma l'imbarazzo fa fare cose stupide. “ La felicità non esiste. Io posso solo dire che, nonostante abbia sentito sulla mia pelle la discriminazione e l'essere messo in disparte per essere diverso dalla maggior parte delle persone, da quando ho scoperto che le persone del mio stesso sesso sapevano procurarsi e procurarmi gioia con ogni parte del proprio e del mio corpo, ho vissuto questa cosa come un dono. La maggior parte di quelli che hanno paura o schifo dei gay hanno qualche conflitto irrisolto. E temono di risolverlo nel momento in cui, diciamo così, ci cascano”. “Per la miseria, non ci avevo mai pensato”, dico. E sorrido. “Si, lo so cosa vuoi dire con quell'espressione furbina...che siccome tu non provi schifo e non hai paura sei al riparo da cascarci”, dice lui. “Io non ho detto niente”, dico. E rido. Le zanzare mordono e il tramonto incombe. Cala l'umido e io mi alzo per congedarmi dal mio narratore di giornata. “Te ne vai di già?”, chiede. “Si...ho raccolto abbastanza materiale, per oggi”. “ E non vuoi fare niente?”. “No”, dico io. E mi viene da ridere. “Cavolo”, dico, “ma ci provi sempre!”. “Perchè”, dice lui, “ tu non fai così con le donne?”. Ci penso su e dico: “ beh, in effetti, si...ma non arrivo a chiederlo tre volte”. “Tre volte è un buon numero”, dice lui. Si alza in piedi. 75 anni e ne dimostra 20 di meno. Dice che fa trekking e molto sesso. Il sesso brucia calorie. Molto più di voi etero, dice. Io , se ci penso, non posso non concordare. Ci inoltriamo nella macchia e torniamo verso il parcheggio. Dietro i cespugli si sente ansimare e mugolare. I cespugli si muovono in assenza di brezza, le cornacchie strillano, gli aironi svolazzano, nel paradiso degli uccelli felici. Arrivati al parcheggio, ci salutiamo. Ci stringiamo la mano. Lui è a torso nudo, occhialetti da vista rotondi alla Gramsci, bermuda strette e fisico da ballerino. “Cosa farai adesso?”, chiedo. “Quello che fanno tutti. Andrò a casa, farò una doccia e mi farò da mangiare. E tu?”. “Le stesse cose”. “Visto? Fra umani le similitudini sono molte di più di quanto si creda. Siamo esseri monotoni. Tremendamente monotoni. Gli animali sono molto più interessanti. E si fanno meno problemi ”, fa. E sorride. Fa dietro front e va verso una bicicletta parcheggiata vicino ad una staccionata. La scioglie dal catenaccio e sale in sella. Sono 30 anni, dice, che la lego lì.

sabato 21 gennaio 2012

Streaptease antropologico

Come si chiama? Danilo Coppola, ma come tutti coloro che hanno una vita parallela che vive nelle pagine dei propri racconti ho un alter ego che si chiama Nico Cordola E da dove viene questo nome? Nico Cordola l'ho scelto per l'assonanza col nome e cognome veri e poi Cordola era il cognome di un talentuoso calciatore dell'Ostuni( paese di cui sono originario, nell'altosalento) che avrebbe potuto giocare in serie A se solo avesse avuto la testa per farlo. Ecco io un pò mi sento così. Preferisco giocare da titolare in serie C che panchinaro in seie A. Che lavoro fa? Faccio l'arredatore per una multinazionale. Cosa ha scritto? " Nell' acquario" , romanzo generazionale che parla del fenomeno migratorio intellettuale dal sud al nord Italia e " Una faccia una razza" , una raccolta di racconti autobiografici e non , per la Kimerik. " Nell'acquario" è in ristampa, l'altro è ancora rintracciabile sul sito della casa editrice. Cosa sta scrivendo? Ho appena terminato "Nell acquario 2" ed è in corso di pubblicazione...non lo dovrei dire per scaramanzia ma sappiate che la mia mano in questo momento accarezza il cavallo dei pantaloni...Poi ho scritto una serie di racconti gialli che sto rifinendo, materiale per un paio di altri libri. Dove trova il tempo per scrivere? Lo sottraggo a quel corredo di stronzate con cui perdiamo tempo ogni giorno, ad esempio televisione ed happy hour, due capisaldi della nostra civiltà decadente . Cosa le piace fare nel tempo libero? Scrivere e leggere, ma anche viaggiare e fare qi gong, una specie di yoga cinese che si pratica in piedi. L'ho scelto pensando al concetto che tutti prima o poi cadremo ma che la differenza la farà il cadere in piedi e io non voglio cadere in ginocchio. Nient'altro? Sì, mi piace camminare per le città e girare riprese con una piccola videocamera per poi scaricare i video sul mio canale di youtube: nikokordola's channel. In questi video riprendo sfondi urbani o d'altro genere e mi intervisto o intervisto altri malcapitati. Altre volte riprendo avvenimenti a cui assisto. Alla fine darò vita ad una sorta di progetto pasoliniano che chiamerò: comizi d'onore, in assonanza al meraviglioso "comizi d'amore" di Pasolini . Cosa non le piace nella vita? Principalmente detesto l'ipocrisia, in questa fase storica il fatto che gli italiani invocano le regole solo per gli altri da se'. Progetti in mente? Sì, mi piacerebbe fare del cabaret, del teatro, magari dei video satirici o comici. Ma i miei progetti devono sempre confrontarsi con le energie residue dopo il lavoro. Intendiamoci, non mi lamento, magari se avessi tutto il tempo a disposizione non riuscirei a cavarci niente. Bukowski , gli ultimi anni, quando era ricco e ben pasciuto, non ha scritto altro che merda, come avrebbe detto lui di se stesso. E forse da qualche parte l'ha detto anche. Cosa le piace della vita? Stare bene in salute, amare la mia famiglia, coccolare mia nipote, conoscere gente eccezionale( quelli famosi quasi mai lo sono),riuscire ad amare ancora, essere sobrio, non ripetere gli errori del passato...ma quest'ultima cosa è impossibile, visto che sicuramente sto lavorando alacremente al mio prossimo errore. Cosa pensa di Milano? Penso che la rovina di Milano siano gli arricchiti. Non hanno abbastanza cultura per gestire al meglio le proprie ricchezze. Ha detto bene Monti, la ricchezza di per se' non è un disvalore, dipende da come la si vive.Poi ci sono i morti di fame con i soldi, come li chiamo io. Questi sono anche peggio degli arricchiti( quasi tutti figli di meridionali, ahmimè). Spilorci che vivono di rendite finanziarie e affitti a cifre improponibili. Infine i radicalchic, gente che c'ha i soldi ed è di sinistra perchè manda i figli nelle scuole steineriane e va in bici in centro. La massa, la stragrande maggioranza, si arrabatta, si arrangia, come in una qualsiasi Napoli coi grattacieli. Ecco, è questo che non mi piace di Milano, non ha nulla di cui vantarsi eppure si vanta. La crisi economica sta portando umiltà a questa città. E la gente sta incominciando a cambiare. Non tutti i mali vengono per nuocere. La Milano delle case di ringhiera, degli operai con la schiscetta, quella città civile in cui esisteva, sia pure nel bel mezzo di qualche primo fremito razzista, un'economia della solidarietà, quella Milano delle famiglie ricche e colte, di cui mi narrava mio padre ( che per inciso è nato a Milano, anche se da genitori salentini), non esiste più. Qualcosa resiste ancora nelle pietanze succulente della cucina lombarda di una anziana cuoca della trattoria Cantagrilla, ad Abbiategrasso. Ecco quel mondo narrato da mio padre è finito in un bel piatto di risotto alla milanese in provincia. Ha nostalgia della sua terra? Sicuramente ho nostalgia dei miei affetti, della mia famiglia , degli ulivi dai tronchi scolpiti e delle fronde rigirate dalla tramontana che dai monti mostra la marina come un immenso tessuto di velluto accarezzato da Dio, delle polpette di mia nonna materna, delle roboanti risate di mia nonna paterna, del profumo dei toscani di un nonno paterno conosciuto solo dai racconti di mio padre insieme al suo salento irripetibile oggi, del caffè Quarta, de primitivo di Manduria, delle melanzane alla parmigiana di mia madre, delle grigliate in compagnia dei miei amici, delle copie de "il borghese" di mio nonno lette di straforo nella vecchia casa di mia nonna Maria...non mi manca la mia terra servile e prona ai potenti locali, furba e levantina, individualista post-riforma agraria , che ha impedito la nascita di una solidarietà vera fra le persone. E non mi manca la gente che mi guarda in casa, Grande Fratello antelitteram non richiesto. E comunque, nonostante tutto non cesserò mai di ritenermi Pugliese, altosalentino, Ostunese. Quando morirò l'ultima immagine che vedrò nella mia mente sarà, ne sono sicuro, un bel prato di papaperi , intervallato da ulivi secolari, un cielo celeste con qualche rara nuvola a forma di profilo di Padre Pio. Buona giornata e buona fortuna

mercoledì 18 gennaio 2012

Fer-de-lance, la prima avventura di Nero Wolfe, recensione

Ho appena finito di leggere " Fer-de-lance", un meraviglioso libro di Rex Stout, giallista newyorkese nato , udite udite, nel 1886 e morto nel 1975. Si tratta del primo volume di una vera a propria saga che ha per protagonista Nero Wolfe, gigantesco e obeso investigatore amante delle orchidee e della buona cucina e genio insuperabile nel risolvere casi di omicidio intricati e difficili. Il narratore della vicenda è Archie Goodwin , fedele assistente del genio Wolfe, il quale non perde occasione per andarsene al cinema per riflettere sui casi della vita, finendo , il più delle volte, per perdersi la trama dei movies...mentre Nero Wolfe sta bevendo con gusto estremo la sua ennesima birra quotidiana. Immagine che ricorda in modo incredibile , la tipica abitudine di uno dei nostri giallisti italici nazionali di maggior pregio, che risponde al nome di Andrea Camilleri: ebbene , il Camilleri, che ricorda fisicamente e nell'eloquio calmo e calibrato, il genio Wolfe, in un intervista dichiarava, tempo fa, che la mattina fino alle 12 beve birra gelata, tutti i giorni e per tutto l'anno. Le vicende del romanzo in questione partono dalla denuncia della scomparsa di un immigrato italiano, tale Maffei, scomparsa reclamata dalla sorella. Da questo fatto e dalla conseguente immagine che il venale e calvinista Wolfe, che viene descritto come "estremamente rispettoso" del denaro, incarna di se' in mezzo alle sue orchidee , tra l'altro gestite da un assistente apposito, il gruppo di uomini che gli ruota intorno , dei quali il più originale è il cuoco francese Fritz (che ha il grande privilegio quotidiano di dedicarsi alla lettura di un quotidiano in madrelingua), si dipana una serie di avvenimenti che, previsti dall'acume predittivo del genialoide grassone , portano alla scoperta del colpevole. La vicenda si arricchisce notevolmente allorchè si scopre che la morte di un influente preside di College, apparentemente inspiegabile, si collega alla morte del Maffei attraverso una mazza da golf. L'assassinio era stato un errore e in realtà l'obbiettivo vero era rappresentato dal compagno di golf del preside Barstow, il ricco e influente professore la cui morte viene erroneamente e frettolosoamente archiviata come infarto. La fine, che non racconto, per lasciarvi godere a pieno le vicende narrate, è ricca di colpi di scena, con una conclusione che pone sotto una luce sinistra, oltre che per l'ennesima volta, geniale, il nostro stupendo investigatore grassone e birrofilo, fra una birra e l'altra, un orchidea e l'altra e una pietanza ben cucinata e una copia del New York Times sapientemente aperta sulla scrivania dello studio-guscio, dell'uomo più antisociale più simpatico che sia mai stato inventato.

sabato 14 gennaio 2012

ite missa est

Le agenzie di rating sono delle agenzie di mafioseria bancariofinanziarie i cui componenti sono i primi speculatori di borsa e il fatto che debbano dare i voti alle economie degli stati equivale a dire che Riina ha il diritto di scegliersi un giudice in base alla sua corruttibilità. Per quanto mi riguarda non sono più disposto a fare altri sacrifici. Se proprio dobbiamo seguire questa follia dei votarelli dati da questi speculatori di borsa, i sacrifici li facciano quelli che non li hanno mai fatti, evasori fiscali e compagnia bella che si curano gratis in ospedale a mie spese, che non pagano le rette per le mense degli asili a mie spese, i taxisti che dichiarano un reddito da operaio metalmeccanico non specializzato e poi vendono una licenza a trecentomila euro ( la gente si fa i mutui per comprarsi una licenza per i taxi, come mai se guadagnano così poco?), e i farmacisti e i notai e gli avvocati e tutte le lobbies e corporazioni di questo paese che l'unica ricchezza che possa vantare è quella delle più numerose incrostazioni feudali e rendite di posizioni del mondo . Ebbene sì, nonostante non abbia alcuna simpatia per il governo Monti e per i suoi componenti in odore di massoneria ex nobili savoiardi e quant'altro, devo dire che in due mesi questo governo sta facendo cose che non si sono fatte in vent'anni di BerlusProdi . Fa rabbia vedere come queste categorie di cittadini che giurano e spergiurano di non guadagnare nulla a cui non è mai fregato nulla di operai licenziati, muratori in nero, raccoglitrici di pomodori sottopagate e la cui sensibilità sociale è paragonabile a quella di un rinoceronte in un negozio di alambicchi di vetro trasparente, si mobilitino per bloccare le città...fanno venire in mente l'inizio del golpe di Pinochet in Cile. Iniziò con lo sciopero dei camionisti, se non erro . Chissà perchè , in tanti anni di taxi presi a Milano non ho mai conosciuto un tassista che non mi abbia parlato male dei comunisti e della Repubblica, giornale spesso paragonato al Quotidiano del Popolo dei tempi di Deng Xiaoping. Andate al diavolo e abbassate le tariffe. Se dobbiamo soffrire per la crisi lo dobbiamo fare tutti insieme...è questo che serve per ritenersi un paese civile, una nazione progredita. Se la democrazia deve valere solo per gli altri e mai per se stessi, beh, allora è il caso che ci dichiariamo la Repubblica Bananiana del Congo Brazzaville . Adesso vado a fare la spesa al mercato e a chiedere lo scontrino a tutti i bancarellieri di frutta corregionali che non fanno altro che parlare di vacanze a Cortina dietro i loro sorrisi furbi e dietro la loro cortina, quella vera, di infame e finta cordialità . No, non si tratta di odio sociale, è che non ci possiamo più permettere di avere un paese di furbi che campa sulle spalle degli onesti . Poi farò un pò di qi gong e leggerò la Repubblica. Oggi non lavoro, devo laccarmi le ferite infertemi dalla vita da coscritto del lavoro che faccio. Per carità, il mio lavoro mi piace e non mi lamento, ma quando trascorri 9 ore tutti i giorni in un posto, fai fatica a non avere la sindrome del minatore cileno . E nel momento di respirare aria a pieni polmoni , ti ritrovi a incamerare pm10. Ite missa est. Buona giornata e buona fortuna

martedì 10 gennaio 2012

Contrordine compagni

Contrordine compagni: devo rettificare le mie critiche a Pisapia , sindaco di Milano: la filosofia che sottende i provvedimenti relativi all'area C, area che comprende il centro e la circonvallazione e che impone il pagamento di due euro per la circolazione con le auto in quella zona ai residenti e di cinque euro ai non residenti, è , sì impopolare, ma ha in sè in nuce l'idea che il rispetto per l'ambiente in questo paese vada in qualche modo imposto: e come lo puoi imporre se non toccando il portafoglio dei cittadini? Quindi bene Pisapia e pollice verso a quelli che contestano l'assessore Marano della medesima giunta Pisapia: prendete un cazzo di autobus o la metro per andare a lavorare, che, almeno in centro funzionano e sono puntuali! In secondo luogo, con il denaro incassato il comune abbassi il biglietto dell'Atm e aumenti le tratte: altrimenti sarà tutto inutile. Ebbene sì, ho cambiato idea, solo i dittatori non sono capaci di cambiarla. Stamattina ho fatto qi gong, ho letto qualche passo di "Discorsi e aforismi del Buddha", visto su rai5 un documentario sul Tibet. Dal quale ho capito, diciamo, a ulteriore conferma, che il comunismo dittatoriale di stampo maoista cinese aveva ed ha il limite che il suo focus è incentrato sulla materialità , tralasciando invece quello che è l'aspetto forse più importante per l'essere umano: la spiritualità. Tutti noi abbiamo comunque bisogno che qualcuno preghi per noi o anche semplicemente per sè . Poi sono andato a comprarmi la Repubblica e se ci sono articoli di Curzio Maltese o Merlo, vi assicuro che vale ampiamente il prezzo di un euro e venti . A proposito l'edicolante ha sottolineato con perfidia che " anche Repubblica adesso costa un euro e venti"...io li odio i bottegai. A questo proposito ho trovato squisita l'intervista di Monti durante la trasmissione di Fazio. Che posso dire, questo governo in due mesi sta facendo quello che Berlusconi non è stato capace di fare in 20 anni. E si va avanti con le liberalizzazioni prosciugando finalmente queste rendite di posizioni corporative e mafiose che risalgono ai tempi del Fascismo di notai , farmacisti e compagnia andante . Sto combattendo per diventare vegetariano, ma ogni tanto ci ricasco, durante feste comandate o meno . Devo essere più integralista sull'argomento. Aderendo così al motto buddista , non uccidere nessun essere vivente. Certo anche le piante sono esseri viventi e secondo me pensano anche. O almeno credono di pensare: come un certo assessore del comune di Lecce che ha dato a Vendola della checca isterica. Che volete le giunte sono piene di vegetali, così almeno possono fregiarsi dell'appellativo di "ecologiste", nonostante l'uso improprio del termine "valorizzazione", che usano a profluvie quando si tratta di costruire su un bosco. Buona giornata e buona fortuna

giovedì 5 gennaio 2012

Chicago delle nevi

Nuovo anno stesse solfe. Non si fa altro che discutere su questo benedetto articolo 18 dello statuto dei lavoratori che di fatto e de jure impedisce i licenziamenti senza giusta causa. Una volta per tutte lo vogliamo capire che chi vuole l'abolizione dell'articolo 18 è in mala fede e non desidera altro se non instaurare un regime ideologico dell'economia aziendale in base al quale tutti coloro che non si allineano alle istanze aziendali stesse può essere mandato fuori dai coglioni? Siamo all' apologia del neonazista magiaro Viktor Orban che ha varato leggi liberticide e lavoristiche si stampo neoliberista in base alle quali se non sei simpatico al capo puoi essere licenziato, sei sei malato pure ( peggio per te se ti sei ammalato e c'hai il cancro è colpa tua)...immaginate cosa succederebbe in Italia, il paese delle malcelate invidie al vetriolo a ciclo continuo tutti contro tutti. La dignità umana sarebbe abolita, schiacciata e si avrebbe un neofascismo aziendale. Non illudetevi, è a questo che puntano i potenti , mettano o meno professori o politici a manovrare nei parlamenti nazionali. Un conto sarebbe se fossimo in Inghilterra o negli Stati Uniti dove se perdi un lavoro primo o poi ne trovi un altro. Ma qui siamo in Italia il paese delle caste e delle corporazioni, il paese dove per trovare un lavoro non devi saperci fare devi saper leccare e strisciare- vedi le migliaia di giovani neolaureati che se ne vanno all'estero per non venir umiliati ad aspettare dietro la porta di un qualsiasi Don Rafaele più o meno locale. Del resto gli italiani sono capaci di tutto, persino di farsi convincere che il precariato si combatte licenziando chi ha un lavoro sicuro. Così le aziende assumono due giovani al posto di un anziano e li pagano due friselle, per parafrasare mio padre. Ah, dimenticavo,l'anziano che fine fa. Niente , è un anziano, che volete che possa succedergli se non di morire in attesa di un esame prenotato tre mesi prima? Discussione ieri al lavoro sul fatto di chiedere lo scontrino ai commercianti. I miei colleghi sono parecchio incazzati. Adesso sembra che comincino a chiedere lo scontrino ai bar, all'idraulico, al dentista...salvo trovarsi di fronte all'improvvisa cariazione dei denti facendo la fine dell'asino di Buridano per non aver saputo scegliere fra 500 euro con ricevuta e 350 senza ricevuta. Fatta la legge trovato l'inganno. Giorgio Bocca l'ha detto prima di morire:dirò che in questo paese è cambiato qualcosa quanto metteranno in galera qualche evasore fiscale. Sono pienamente d'accordo. Vedi i fatti di Cortina, una sorta di Chicago anni '30 delle nevi, dove incontri proprietari di suv che dichiarano 30 mila euro all'anno e compagnia bella. Ma che hanno fatto un corso di illusionismo, come fanno a comprarsi un suv che costa più di quanto guadagnano in un anno? Vi conosco mascherine, è l'italiano medio furbidiota italia uno a pollice levato. Oggi ho ripreso a correre. E' stato bellissmo, su una strada sterrata in mezzo all'erba galavernizzata, nella foschia sbrilluccicata dal sole, ho ripreso a sudare. Ne sentivo l'esigenza. Spero di non smettere più. Correre è il miglior modo per non farsi prendere. Buona giornata e buona fortuna