lunedì 10 aprile 2017

Ispirazioni, Rime ed Esperienza, di Benedetto Putomatti , Europa Edizioni

Giorni fa , presso il Circolo Culturale Metromondo , in via Appennini, a Milano, sono stato alla presentazione di un libro di poesie. L'autore, Benedetto Putomatti, un esordiente, sedeva su una delle sedie sistemate in circolo nel Circolo( scusate il play of words involontario), alle presenza di una trentina circa di persone. Con una certa timidezza ma audacia, al tempo stesso, e scandendo bene parole e ragionamenti, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a scrivere un libro di poesia. E ,in modo netto, dai suoi ragionamenti, ho colto l'essenza di ciò che attiene ad un animo poetico. Mettendo insieme in un crogiolo , esperienze di vita vissuta ma anche letta, perché la lettura è un aspetto della vita vissuta, in aggiunta, vieppiù, a momenti di canzoni ascoltate e poesie recitate, ha cominciato a scrivere dei testi assemblati secondo la propria musica interiore. Così, come mosso dall'invisibile musa dell'arte. Mano mano che i foglietti su cui scriveva i suoi componimenti aumentavano, spinto e incoraggiato da Gino Perri e Daniela Napolitano, animatori del circolo e militanti dell'associazionismo più autentico e disinteressato della scena milanese, si è lasciato convincere dall'idea di poterne ricavare un libro di poesie. Come ha molto ben spiegato con la sua voce calma, lo sguardo quasi estatico, in questo stanzone dell'associazione pieno di libri e dischi usati o donati , pieno di vita, di "tazzate" di bicchieri di vino rosso , focacce di compagnia e sogni puntualmente infranti dalla truce realtà pragmatica dell'associazionismo indipendente che tale vuol restare, mosso da quell'audacia che solo i coraggiosi posseggono, ha cominciato a leggere alcuni di quei componimenti. Subito l'atmosfera intorno si è riempita di emozione. Ecco, appunto, la poesia è , credo, emozione; e trasmettere ,per iscritto o recitando, versi che , scorporati dal frusto tran tran produttivistico quotidiano e messi lì davanti ad occhi assuefatti ai divi della Società dello Spettacolo ed ascoltati da orecchie quasi non più abituate a distinguere il grano dal loglio, facciano riflettere, suona un po' come il dono di una indispensabile preghiera laica. Io auguro a Benedetto Putomatti ogni fortuna e mi complimento con lui perché anziché lamentarsi del fatto che per scrivere( e farsi leggere) in Italia sia come per tutte le cose e che ci vogliono padrini e padrinaggi politico-economici, infischiandosene bellamente, ha scritto e pubblicato le sue poesie. E sono belle. Qui di seguito mi piace riportarne una: Vita di città Le moto corron per le vie/tra i palazzi/delle periferie/come razzi/che acrobazie/son ragazzi!/Donne e motori/il lavoro e la carriera/tanti rumori/la vita e la riviera/tacchi e splendori/arriva la sera/vecchia con il cane/il carrello del supermercato/un'offerta, fame/la casa, il bucato/la zuppa per il pane/i ricordi del passato/impiegato in linea/assunto a progetto/fino alle 8 di sera/500 euro per un tetto/amore se verrà/di tutto rispetto/scuola per bambini/matite, quaderni/museo dei girini/compiti odierni/merenda coi panini/discipline alterni/concerto di strada/gente che accorre/occasione rada/conoscenze incorre/musica o spettacolo cada/divertirsi occorre.