domenica 20 agosto 2017

Personaggi e artisti: Anna Tasselli

Anna Tasselli è una mia amica di Ostuni. Ci conosciamo per via della sorella , una splendida ragazza mediterranea sorridente, solare, battuta pronta, purtroppo scomparsa da tempo . Non ci eravamo mai frequentati in passato e avevo conosciuto anche sua cugina che in seguito si trasferirà a Milano. Insomma a momenti conoscevo tutta la famiglia tranne lei. Ma quest'estate , dopo qualche scambio di battute su Facebook è partito un invito a pranzo. Subito raccolto da me con piacere e curiosità. E si, perché Anna Tasselli oltre ad essere un'amica è anche un artista del fornello. Ero curioso di vedere cosa mi avrebbe preparato e di ascoltare la sua storia, i suoi trascorsi. Avevo lo smartphone fuori uso ed ero riuscito a mala pena a farmi comunicare via whatsapp l'indirizzo della sua dimora(ma non il numero). Mi aveva chiesto di prendere un vino, per accompagnare un pranzo che mi aveva anticipato sarebbe stato a base di pesce, la sua specialità. Compro un rosato "Le Rotaie I pastini" , un vino dei vitigni Sussumaniello della Valle d'Itria. Ne era rimasta una sola bottiglia. Mi stava aspettando. A piedi a 42 gradi all'ombra, attraverso una Ostuni infuocata, grondando di sudore. Lo smartphone non ne voleva sapere di funzionare. Attraverso viale Pola e mi dirigo verso via Fogazzaro, verso le 13. In giro poche stanche macchine e nessun passante, solo un pazzo viandante affamato e assetato. Io. Giunto nei pressi di una traversa di via Fogazzaro, una delle avenidas principali della parte nuova di Ostuni, strada di negozi, banche e qualche bar, comincio a guardare i citofoni vicino ai portoni delle abitazioni...e, fortunatamente, forse il fiuto del recente giallista, leggo in cima ad uno dei citofoni "Tasselli". Suono e mi risponde subito Anna con la sua voce lievemente irrochita, un po' alla Claudia Cardinale première manière. Mi invita a salire al terzo piano. Una bella palazzina. Prendo l'ascensore più che altro per non arrivare in cima alla rampa di scale completamente liquefatto . Uscendo dall'ascensore a destra si apre una porta. E subito Anna mi si fa incontro con quel sorriso monello e sbarazzino della donna matura senza tempo. Mi parla alternando dialetto ostunese a italiano e il mèlange linguistico che viene fuori da quella sua silhouette snella, i capelli corti e i movimenti felini, la fanno apparire come appena uscita dalle pagine di un romanzo a fumetti di Corto Maltese. Si scusa per il fatto che la cucina è piccola e si sente frustrata per questo perché non può esprimere tutte le sue potenzialità creative. L'appartamento è arredato in stile etnico , a destra c'è la saletta da pranzo con il tavolo già preparato, di fronte alla finestra , con la persiana semiabbassata da cui proviene una brezza rinfrescante. Dopo i convenevoli si rimette al lavoro per finire di cucinare. Spadella con una velocità impressionante e usa le mani con la destrezza di uno scultore. Vederla all'opera è uno spettacolo. E contemporaneamente parla, racconta e sorride. In quel momento penso che questa di parlare e usare le mani per fare delle cose allo stesso tempo sia una dote non comune a tutti. Avete mai provato a cantare e suonare una chitarra contemporaneamente? I cantautori lo fanno sembrare facile come connaturato all'uomo. Ma vi assicuro che non è così. Le dico che da questo incontro ne voglio trarre un pezzo. Perché io sono uno che scrive. O almeno ci provo. Lei sorride per nulla imbarazzata e continua a preparare. Intanto mi presta un carica batterie per il mio telefono che sembra funzionare. Mentre penso che l'estate dovrebbe essere un momento adatto al digiuno telematico per disconnettersi con il mondo virtuale e vivere quello presente e vivo, fatto di vento, sole, sudore, ghiaccioli che sgocciolano sulla pelle arsa dalla calura e un bel bicchiere di birra gelata bevuta davanti al mare. Birra Dreker (Dreher), come la chiamano i muratori delle nostre parti nell'altosalento pugliese. Mentre sta mettendo l'acqua per la pasta a bollire mi mostra sul suo smartphone un video in cui si sente uno strano sgranocchiamento in sottofondo mentre ad essere inquadrata è una delle due granceole che ha preparato ( ancora viva). Sorridendo buffamente dice che quel rumore è quello di una chele della granceola che ha voluto assaggiare cruda, come si conviene a chi ama cucinare il pesce. Ridiamo tutti e due, perché è esattamente lo spirito che deve avere un vero chef specializzato nel cibo di mare...deve assaggiare un pezzo di mare prima di cucinarlo. Tutti gli chef che si rispettino dovrebbero assaggiare qualcosa di crudo che si apprestano a cucinare. E senza essere Anthony Bourdoin, il celebre cuoco autore di "Kitchen Confidential". Intanto il rosato è nel freezer e mentre l'acqua è lì sul fornello a fuoco lento, perché deve bollire al momento giusto, ci sediamo in tavola per l'antipasto a base di cozze crude. Al centro ci sono delle alici marinate preparate in precedenza. Apriamo il rosato. Da fuori attraverso le persiane, nella penombra continua a giungere una brezza ritemprante. Mentre apre le cozze nere tarantine alla velocità di Flash Gordon, sorride della mia imbranataggine nel farlo. Io proprio non ci riesco. Dico che mio padre mi ha un po' castrato sul mangiare le cozze crude, per paura di tifo ed epatite. Lei mi guarda con quel sorriso sbarazzino da cui capolinano i denti bianchi esaltati dall'abbronzatura di stagione e dice-già fatti. Piano piano mi insegna ad aprire le cozze , ma non è semplicissimo. Sembra una lezione di scuola di cucina. Poi mentre le apre, sempre rapidamente, mi dice che quelle che all'interno hanno un colore che non la convincono le getta via. E fa tutto questo con una velocità manuale impressionante. Io comunque le cozze crude la mangio, così, alla crudele. Non lo avevo mai fatto e mi ero perso qualcosa di unico, intenso, emozionante. E' come assaporare il mare, la sua anima. Del resto la cozza è un filtro. Ma mi piace pensare che trattenga dolori e ardori degli abitanti dei mari. Le alici poi anno un sapore speciale. Le finiamo in un battibaleno. E assaporiamo il rosato. Dopo un po' serve le granceole, in un piatto al centro, l'una d fronte all'altra. Le racconto che in Brasile, dove sono stato in vacanza molte volte, avevo partecipato a parecchie caranguejadas, caratteristiche mangiate di granchi giganti lessi a puntino di cui si mangia la tenera polpa bianca presente nelle chele che si rompono a bella posta con martelletti di legno. Lei con la rapidità di un gatto, mi dice-già fatto io, sono semi crepate, puoi aprirle con le mani. Divorata la polpa passiamo al carapace e...sorpresa, all'interno del carapace c'è il ripieno. Presumo composto da pan grattato , uova, prezzemolo e gamberetti. Delizioso. Mentre gustiamo le granceole, una foto in bianco e nero incorniciata e appesa in alto sulla parete a destra mi colpisce. Ritrae un uomo giovane su una moto. Mi ricorda un po'Alberto Granado, amico di Che Guevara nella sua avventura in giro per l'America Latina raccontata dal Che stesso ne "I diari della motocicletta". Una motocicletta che i due amici avevano battezzato con il nome di Poderosa. E' mio padre, dice Anna, con un'espressione lievemente nostalgica in viso...è stato lui a insegnarmi a mangiare il mare crudo. Dice proprio così, Anna. Nel corso della conversazione mi racconta un po' della sua carriera nel mondo della gastronomia. Iniziata per una passione sin da piccola e poi diventata un lavoro. Oltre a gestire un ristorante di sua proprietà ,l'Odissea, sito proprio in basso alla cinta muraria del quartiere Terra del centro storico di Ostuni, ha avuto esperienze professionali intense al Grand Hotel Rosa Marina, sempre di Ostuni, presso il ristorante L'Intento, a Torre Santa Susanna(Br), presso l'Hotel Monte Sarago, ad Ostuni. Stanca di occuparsi interamente della gestione del suo ristorante lo ha dato in affitto ad altri ristoratori, dice, e offre ora i suoi servigi presso la Masseria di Borgo San Marco, in territorio di Fasano(Br). Ha perfezionato la sua cucina, molto personale , intuitiva, sbarazzina, primitiva e ardita, seguendo corsi con importanti chef come Giorgio Nardelli , Giancarlo Schettini e Fabrizio Sangiorgi. Non ha mai voluto, per il momento, accettare lavori troppo lontani dalla sua amata terra, perché non potrebbe fare a meno del suo mare. E dei suoi odori e sapori, unici e percepibili così intensamente solo vivendoci accanto. Ma in futuro potrebbe anche cambiare lidi. E portare la sua arte in luoghi dove far rivivere gli stessi odori e sapori a cui si è abituati potrebbe essere una sfida stimolante. Il piatto di linguine di grano duro e astice al sugo, che normalmente avrebbe stroncato chiunque, a quel punto del pranzo, è così saporito e gustoso che lo spazzolo via con un appetito come fossi all'inizio. Sotto gli occhi soddisfatti di Anna. Intanto arrivano telefonate da suoi collaboratori. La avvisano del numero di persone per cui cucinare in serata. Fra un po', mi dice, devo andare. Ma sono contenta di averti avuto a pranzo...io gli uomini li prendo per la gola, mi fa...e sorride beffarda...Suo padre dalla foto con quel sorriso alla Kerouac sembra approvare.

lunedì 10 aprile 2017

Ispirazioni, Rime ed Esperienza, di Benedetto Putomatti , Europa Edizioni

Giorni fa , presso il Circolo Culturale Metromondo , in via Appennini, a Milano, sono stato alla presentazione di un libro di poesie. L'autore, Benedetto Putomatti, un esordiente, sedeva su una delle sedie sistemate in circolo nel Circolo( scusate il play of words involontario), alle presenza di una trentina circa di persone. Con una certa timidezza ma audacia, al tempo stesso, e scandendo bene parole e ragionamenti, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a scrivere un libro di poesia. E ,in modo netto, dai suoi ragionamenti, ho colto l'essenza di ciò che attiene ad un animo poetico. Mettendo insieme in un crogiolo , esperienze di vita vissuta ma anche letta, perché la lettura è un aspetto della vita vissuta, in aggiunta, vieppiù, a momenti di canzoni ascoltate e poesie recitate, ha cominciato a scrivere dei testi assemblati secondo la propria musica interiore. Così, come mosso dall'invisibile musa dell'arte. Mano mano che i foglietti su cui scriveva i suoi componimenti aumentavano, spinto e incoraggiato da Gino Perri e Daniela Napolitano, animatori del circolo e militanti dell'associazionismo più autentico e disinteressato della scena milanese, si è lasciato convincere dall'idea di poterne ricavare un libro di poesie. Come ha molto ben spiegato con la sua voce calma, lo sguardo quasi estatico, in questo stanzone dell'associazione pieno di libri e dischi usati o donati , pieno di vita, di "tazzate" di bicchieri di vino rosso , focacce di compagnia e sogni puntualmente infranti dalla truce realtà pragmatica dell'associazionismo indipendente che tale vuol restare, mosso da quell'audacia che solo i coraggiosi posseggono, ha cominciato a leggere alcuni di quei componimenti. Subito l'atmosfera intorno si è riempita di emozione. Ecco, appunto, la poesia è , credo, emozione; e trasmettere ,per iscritto o recitando, versi che , scorporati dal frusto tran tran produttivistico quotidiano e messi lì davanti ad occhi assuefatti ai divi della Società dello Spettacolo ed ascoltati da orecchie quasi non più abituate a distinguere il grano dal loglio, facciano riflettere, suona un po' come il dono di una indispensabile preghiera laica. Io auguro a Benedetto Putomatti ogni fortuna e mi complimento con lui perché anziché lamentarsi del fatto che per scrivere( e farsi leggere) in Italia sia come per tutte le cose e che ci vogliono padrini e padrinaggi politico-economici, infischiandosene bellamente, ha scritto e pubblicato le sue poesie. E sono belle. Qui di seguito mi piace riportarne una: Vita di città Le moto corron per le vie/tra i palazzi/delle periferie/come razzi/che acrobazie/son ragazzi!/Donne e motori/il lavoro e la carriera/tanti rumori/la vita e la riviera/tacchi e splendori/arriva la sera/vecchia con il cane/il carrello del supermercato/un'offerta, fame/la casa, il bucato/la zuppa per il pane/i ricordi del passato/impiegato in linea/assunto a progetto/fino alle 8 di sera/500 euro per un tetto/amore se verrà/di tutto rispetto/scuola per bambini/matite, quaderni/museo dei girini/compiti odierni/merenda coi panini/discipline alterni/concerto di strada/gente che accorre/occasione rada/conoscenze incorre/musica o spettacolo cada/divertirsi occorre.