giovedì 31 dicembre 2015

Gli anni al contrario, di Nadia Terranova, rece

Viaggiando in autobus durante le vacanze di Natale, un viaggio notturno, lungo, dieci ore circa, da Milano verso la Puglia, mi ero portato, come mia abitudine qualcosa da leggere. La mia attenzione era capitata su "Gli anni al contrario" di Nadia Terranova, libro che avevo acquistato durante la sua presentazione ad Ostuni alcuni mesi passati. Quando nell'abitacolo del pullman si e' fatto buio, ho acceso la lucina sovrastante il mio posto a sedere, ho reclinato il sedile-mi ero piazzato in coda al mezzo, al piano superiore, dove non c'era nessuno -, ho inforcato i recenti occhiali per presbiopia e mi sono immerso nella lettura. Durante la presentazione del libro alcune studentesse avevano letto alcuni brani, in modo da dare un'idea abbastanza precisa dell'opera, ma personalmente io credo alle parole del grande Vladimir Nabokov, quando da qualche parte nei suoi scritti dice:“quando si legge, bisogna cogliere e accarezzare i particolari. Non c’è niente di male nel chiarore lunare della generalizzazione, se viene dopo che si sono amorevolmente colte le solari inezie del libro. Se si parte invece da una generalizzazione preconfezionata, si comincia dalla parte sbagliata e ci si allontana dal libro prima ancora di aver cominciato a capirlo”.Per cui ho iniziato a leggere questo libro con l'intenzione di capire il mondo nel quale l'autrice voleva proiettarci. Dopo i primi capitoli introduttivi in cui la Terranova, scrittrice siciliana che a dispetto dei suoi 37 anni serba un aspetto semiadolescente, inquadra il suo racconto narrandoci delle vite dei protagonisti. La storia e' incentrata su una coppia di Messina: Aurora Silini figlia del "fascistissimo" reduce littorio e direttore del Carcere e Giovanni Santatorre, ultimogenito di una famiglia comunista, il cui genitore e' un noto avvocato e dirigente del partito comunista, e si svolge sullo sfondo degli anni '70, periodo storico sul quale a dire il vero, a dispetto di tanta saggistica, di letteratura non vi e' molto. Le vicende iniziali illustrano la nascita di un amore fra due ragazzi che provengono da famiglie di opposte ideologie e stili di vita ma che insperabilmente decolla ,sia pure all'insegna di un conformismo di maniera, un po' provinciale, che mira alla sistemazione sentimentale e sociale anelata dalle rispettive famiglie, le quali, al di la' delle differenze ideologiche , nel classico clima di riconciliazione postbellico sul tappeto di una pace sociale disteso sul pavimento di un neocapitalismo consumistico ,finiscono per mettersi formalmente d'accordo . La prima parte del libro , scritto in una prosa asciutta ma presentata come in versi, in uno stile che mi ricorda molto i poemi omerici, quanto a musicalita', scorre nella narrazione delle vicende di questi due ragazzi che provano a diventare adulti. Se Aurora Silini si libera dell'ingombrante gravame culturale fascista del padre, aderendo alla protesta studentesca , genius loci di quegli anni, Giovanni contesta il padre da sinistra, accusando lui e il suo partito di attendismo e socialdemocrazia. Nella seconda parte del libro Giovanni diventa protagonista assoluto del racconto, lasciando sullo sfondo le vicende degli altri protagonisti. Secondo uno schema classico della cultura greca antica, due sarebbero i modi di perpetuare se stessi nel tempo, di ambire in qualche modo all'immortalita': avere dei figli o diventare degli eroi. E Giovanni vuole tutte e due queste cose. Aurora resta infatti in cinta, motivo per cui si sposa con il suo compagno, a coronamento di un amore nato sui banchi universitari. Giovani vuole una figlia femmina, lo ha sempre detto, sin da prima che accadesse che Aurora restasse incinta. E vuole essere un eroe. Un rivoluzionario, qualcuno che partecipa ai processi decisionali del paese. Ha un amico a Bologna , delle Brigate Rosse e lo prega di coinvolgerlo in qualcosa di grosso. Ma un po' per il tergiversare dell'amico e un po'per la fretta di compiere azioni immediate quanto inutili e tragicomiche, nel contesto locale , gli ardori rivoluzionari di Giovanni subiscono una battuta d'arresto. E la delusione e' cocente. Portera' Giovanni ad interessarsi sempre meno delle vicende politiche, quasi rassegnato al destino di non poter diventare un eroe. L'uso delle droghe sempre piu' assiduo e il freddo distacco dalla moglie, Aurora, che nel frattempo continua ad amarlo , nonostante tutto, proietteranno Giovanni in un tunnel dai contorni drammatici ma dal quale in qualche modo , un modo personalissimo e descritto stupendamente dall'autrice, trovera' un riscatto che catarticamente chiudera' il cerchio, di questo racconto concentrico letto in una notte, mentre intorno gli altri passeggeri dormono e mentre intorno il mondo dorme il sonno del riflusso. Della vita e delle idee.