lunedì 5 agosto 2013

Il grande caldo

Forse non è un argomento che spicca per la sua originalità, parlare del caldo. In fondo si parla del tempo per non parlare d'altro. Ma poi di che cosa d'altro dovremmo parlare , del governo, di Berlusconi , di Letta? Ma se sono tutti i giorni in tv! L'unica cosa che mi viene da pensare, ma se sono tutti i giorni in tv, ma questi, quando lavorano? Beh, basta, potrei essere accusato di fare satira politica e io non ne ho voglia, ho troppo caldo. Come ci si difende dal caldo in questa Milano-ovest e dintorni, se ancora non si è in vacanza in altri luoghi e altri laghi o se si è in vacanza nella propria città perchè soldi ghe n'è minga ? Gli anni passati ad agosto mi piaceva restare a Milano. Era semivuota, in macchina potevi percorrere l'intero tracciato urbano in meno di un'ora, godendoti le strade, i semafori a occhiolino giallo , le serrande chiuse dei supermercati e i baracchini peruviani con i ventilatori a manetta, che dico , a paletta...niente secchielli e formine, però . Di notte poi era fantastico, temperatura più fresca, potevi circolare in macchina con i finestrini aperti e goderti i neon dei negozi chiusi, la poesie delle rotaie luccicanti sotto i rari abbaglianti lampeggianti a incroci misteriosi sgombre di tram in preda alla rarefazione dovuta ai magici orari estivi. Magici, appunto, perchè facevano sparire tram e bus . Magrebini che percorrevano strade urbane con biciclette assemblate alla fiera di Senigallia finalmente liberi di scorrazzare sin dai tempi della sciura Moratti, la sindachessa che aveva quei capelli fantastici che ai nonni che non tanto ci vedono bene dava l'impressione di andarsene in giro con uno scoiattolo in testa, visto che le ronde padane erano in ferie a ubriacarsi sulle spiagge del Salento di negramaro e sangia locale, senza che nessuno gl'avesse chiesto il passaporto , che ne so, una volta arrivati a Cerignola . Era meraviglioso farsi 30 chilometri per trovare un'edicola aperta, che uno ci rinunciava e dava ragione a Berlusconi, meglio non comprarli i giornali che dicono solo bugie. Ma come faremmo a vivere senza bugie, la verità è troppo dura e scomoda. Mai restare senza scorte alimentari, poi, perchè Milano è la città più laboriosa d'Italia fino a un giorno prima delle ferie. Poi se gli tocchi le ferie , il milanese diventa un guerrigliero Afghano, potrebbe uccidere, potrebbe persino fare la rivoluzione o giurare di non andare più a vedere Inter o Milan a San Siro. No. Le ferie sono sacre . Per cui supermercati chiusi e quelli superstiti con personale ridotto. Che già è insufficiente nei periodi normali. Comunque chi va in vacanza, beh, fortunato lui che ci può andare. Chi come noi resta nella grande Milano come affronta il grande caldo? Primo, tapparelle chiuse così non entra il caldo, con gli spioncini delle stesse a pompare aria e creare corrente con le finestre di altre stanze. Certo c'è sempre l'aria condizionata, per chi può pagare le bollette e per chi può farsi installare queste meraviglie della tecnica dell'areazione artificiale di ultimo grido da altri sfigati costretti a restare in città ad agosto, gente dalla pelle scura che si maledice in continuazione e di cui ci si ricorda quando tutti gli altri, i bianchi milanesi e ex terroni promossi a italiani se ne sono andati in vacanza. E invece ci vediamo le case affollate di questi neri extracomunitari che aggiustano sifoni, regolano water e docce e installano condizionatori non potendone godere dei benefici nemmeno nei propri furgoni scassati con cui vanno in giro per la città . Paradossi, altro che paradisi. Secondo , farsi docce fredde in continuazione, a patto di non esagerare , sennò la difesa del caldo può essere foriera di improvvise paralisi a frigore, se le docce sono troppo gelide. E guai a restare bloccato in casa col colpo della strega , anche gli ambulanzieri privati hanno figli e figlie da portare in spiaggia per costruire castelli di sabbia! Terzo, limitare il movimento al minimo indispensabile, tanto con le tapparelle abbassate dentro casa è buio e voi avete già rovesciato il vaso di fiori e la zuccheriera. Poi, quando arriva l'ora di andare a lavorare, in fondo, si pensa, meno male che vado a lavorare, lì almeno c'è l'aria condizionata ed è gratis! Peccato che anche un altro milione di persone abbia avuto la stessa intuizione e te li ritrovi tutti lì, al lavoro con te. E tu li devi servire. E non hai certo il tempo di spiegare che servire non significa essere servi. Loro sono in vacanza . Un fatto religioso, a dir poco.

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