martedì 29 gennaio 2013

La notte che incontrai Henry Miller

Camminavo in via Melchiorre Gioia, era di notte, nelle stradine là intorno, cercavo un posto per mangiare un panino. Era pieno di strane donne sui marciapiedi, tratti femminili, voci stentoree , sotto i loro cappotti dovevano agitarsi della carpe. Le famose carpe diem. Non ridevo mai alla mie battute interiori, tanto lo sapevo che avrebbero fatto ridere solo me, la mia filosofia, il mio mondo popolato di fantasmi, gli unici che mi capissero fino in fondo, che capivano la natura triste e malinconica fin de siecle dalla mia comicità. Mentre driblavo queste creature della notte che mi guardavano con odio perchè impedivo a tizi con macchine da 40 mila euro di fermarsi, per paura di essere riconosciuti come padri di famiglia, leaders politici, manager di successo, anche se manager di successo ci sarebbe voluto un bel coraggio a definirli, visto che avevano fatto fallire persino il capitalismo, una scienza economica che si fonda sul principio che il fallimento è un'opportunità, pensaunpò... Trovai un chiosco che vendeva panini. Dentro c'era un tizio con i capelli lunghi, la faccia da pregiudicato dei fumetti di Blek Macigno anni '80. Gli chiesi un hamburger. Lui mi guardò e disse, mettiamo anche un pò di formaggio? No risposi, altrimenti avrei chiesto un cheeseburger. Lui mi guardò con odio. Però non potette sputare nel panino perchè lo doveva preparare a vista. Si avvicinò un uomo piuttosto anziano, ma ancora ben disarticolato, non artrosicamente bloccato, voglio dire, come accade a quelli che in questa dannata città riescono a superare i 50 anni. Aveva una leggera calvizie, capelli bianchi intorno al suo personale aeroporto per zanzare e una faccia che ispirava fiducia, anche se da duro. Mi guardò e mi sorrise. Salve, fece. Poi rivolto al tizio dei panini chiese una birra. Facciadapatibolo gli dette una birra in bottiglia. Non c'è niente di meglio che andarsene in giro di notte, la notte è popolata di puttane , pazzi, poeti e scrittori, di spacciatori e di presunti tori che fanno i conquistadores con i soldi in tasca, disse l'anziano. Era anziano, ma non riuscivo a percepirlo come tale, poteva avere dai 60 ai 90 anni, ma ne dimostrava 40. Fossi Dio abolirei il giorno, il giorno significa lavoro, un insensato spreco di energie creative al fine di far guadagnare dei soldi a gente che non sa che farsene, Paperon De Paperoni insulsi che guadagnano talmente tanto che i soldi potrebbero usarli per foglie secche sull'impiantito delle loro dimore solitarie popolate di stolti, ma già sarebbe poesia, questa, raffrontata alle loro menti da australopitechi, disse ancora il vecchio. Conoscevo quel linguaggio ma non poteva essere lui, Henry Miller, era morto nel 1980 ed eravamo nel 2013. Doveva essere uno che aveva letto Miller, comunque merce rara di questi tempi e in Italia poi, da far concorrenza all'uranio. Se non che gli assomigliava molto. Sembrava proprio lui. La dovevo smettere di circolare di notte, incontravo solo fantasmi. Lo guardai e gli dissi, i tempi sono cambiati , dalla Parigi degli anni '50, quella del primo Tropico, azzardai. In quel momento una trans si avvicinò al baracchino e chiese un panino. L'accento era brasiliano. Ci squadrò a tutti e due con un certo interesse . A cosa ti riferisci, disse l'anziano, al fatto che non ci sono più le puttane di una volta? Beh, anche, dissi. Forse dimentichi il fatto che simili creature esistono dalla notte dei tempi, dai tempi di Afrodite, disse. Cavolo, sembrava proprio lui, la stessa cultura, la stessa profondità. Nel frattempo il mio panino era arrivato. Chiesi anche una birra e ne offrii una a Henry Miller. Grazie Nico, disse Miller. Come sai il mio nome? Feci. Appaio sempre agli scrittori solitari e disperati senza successo nelle notti solitarie e sghembe sotto stelle inesistenti in città metropolitane prive di vite animali dove si respira ozono, non lo sapevi? Sorrisi e mi girai per prendere la birra posata sul bancone. Nel frattempo la trans si stava ridando il trucco. Sembrava una donna,era molto femminile, nei movimenti, sembrava un'attrice degli anni '50, solo che era a colori. Mi sorrise. Io ricambiai. Mi fece un occhiolino. Io sorrisi e addentai il mio hamburger. Sapeva che non sarei andato con lei, certe persone sono propriocettive, intuitive, ma capii che un pò mi stimò per questo, un pò mi fece capire che apprezzava, che non la disprezzavo quanto invece la disprezzavano quelli che pagavano per fare sesso con lei disprezzando se stessi nel disprezzo che avevano per lei . Henry si stava finendo la birra . Io finisco a me stesso, disse, ma se mai avessi avuto un figlio, avrei voluto che fosse come te. Anche se non siamo uguali, tu non saresti capace di vivere con una puttana e farti pagare la pubblicazione dei tuoi libri, disse. Lo so , Henry, ma la morale non è un limite, la morale è un codice, Dio mi ha programmato per come sono, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare, ricordi? Non posso dimenticare il poeta dei poeti, dopo Omero, disse. Dette un sorso alla birra, la cui marca era, ironia della sorte "Miller", una birra americana. La trans sgattaiolò via col suo panino. Mentre si allontanava fu fermata sul marciapiedi da un tizio con un gippone da 50 mila euro. Stettero lì a parlamentare per un pò. Poi il gippone sgommò via. La trans restò lì addentando il suo panino. Mi girai verso Miller. Si stava allontanando. Quello era solo uno che stava tirando sul prezzo, disse. Buonanotte , Nico, spero di incontrarti sulle strade della notte, mentre curi la tua insonnia, camminando a piedi, col viso illuminato dai neon della città. La prossima volta offro io, disse. Io lo inseguii, scusa , gli urlai, ma sei veramente Henry Miller? Lui attraversò la strada, lo vidi dietro le auto che passavano e ripassavano come in pieno giorno. Quando ci fu un momento di tregua, guardai sul marciapiedi opposto. Non vidi nessuno. No, non era Miller, era stata la mia mente bacata a farmelo immaginare. In lontananza , su un panettone di cemento, sul ciglio della strada dove era scomparso Miller c'era una bottiglia di birra. Attraversai la strada, mi avvicinai. Presi la bottiglia in mano. Era una Miller.

2 commenti:

  1. Great post and Blog, my friend. Congratulations and greetings from:
    http://leyendas-de-oriente.blogspot.com/

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