lunedì 16 luglio 2012

Il boicottaggio di Henry Miller

Abito fra Milano e dintorni da più di vent'anni ed ho vissuto in una ventina di case in affitto prima di averne una mia. Beh, che volete l'onestà non ha scorciatoie, ho dovuto lavorare tutto questo tempo per avere ciò che i figli della classe dirigente di questo paese avevano già. Ma di questo non mi interessa molto. Mi interessa di più il fatto che tra un trasloco e l'altro siano andati persi o smarriti o mi siano stati rubati in qualche reunion alcuni dei miei libri preferiti. Giorni fa facendo una cernita fra i libri che ho attualmente in casa cercavo i libri di Henry Miller. Non me ne è rimasto nessuno. Mi sono sentito smarrito. Come posso sopportare il mondo senza un libro di Henry Miller, in altre parole come posso sedermi sul water senza leggere qualche passo de "Il tropico del cancro" o de "Il tropico del capricorno", posto che comunque quello, il water cioè, è il miglior luogo dove si possa leggere un buon libro e posto che quando i miei lettori mi comunicano che leggono i miei libri in bagno di sicuro mi sento orgoglioso. Non c'è miglior luogo per leggere un buon libro e, sotto questo aspetto, il grande Henry Miller, a sua volta , deve aver concepito i suoi capolavori autobiografici , graffianti e urticanti, il cui sarcasmo penetrante è stata un'arma potente quanto un enorme e devastante schiaffone a questa nostra cosiddetta civiltà dove, parafrasando De Andrè non si riesce a vivere senza che nell'ora dell'aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo,senz-altro in bagno . Non sarei più riuscito ad addormentarmi senza leggere qualche pagina di "Incubo ad aria condizionata" o di "Ricordati di ricordare" o de "Le arance di Hieronimus Bosch", testi questi ultimi già da tempo introvabili. Così l'altro giorno ho fatto un giro per librerie per ricomprarmi qualcuna di queste perle di saggezza. Alla Mondadori di via Marghera a Milano, sono andato a vedere alla "M" dei classici ma non ho trovato nessuno dei suoi libri. Da premettere che Miller ha scritto più di trecento libri ma che in italiano ne sono stati tradotti appena una decina. Ho chiesto alla ragazza delle info se ci fosse qualche libro di Miller. Lei con una certa sicumera mi ha detto di sì e si è mossa per mostrameli. Ma anche lei giunta alla "M" degli scaffali ha dovuto constatare che non ce n'era nemmeno uno. Strano, ha detto, controllo sul computer, sicuramente devono essere in ristampa. Fa un controllo e con viva sorpresa e costernazione mi dice: non sono in ristampa, sono solo acquistabili in internet. Incredibile, dice infine. La saluto e vado in Feltrinelli in Duomo. Stessa storia. Nemmeno un libro di Henry Miller. In compenso le sezioni dei libri di Fabio Volo, Baricco e di quell'altro oggetto misterioso della scrittura nazionale che risponde al nome di Brizzi, piene zeppe e ben fornite. La qual cosa poteva significare che i loro libri si fa fatica a venderli. La commessa della Feltrinelli mi dice invece che sono in ristampa. Ne è sicura? Dico. Sì, assolutamente, Miller è un classico ormai, impossibile che non venga più ristampato. La guardo e dico: quale editore che basa i suoi profitti su libri di autori che fanno i deejay o show in tv potrebbe mai vendere i libri di uno che come Miller li avrebbe smerdati nei suoi scritti? Lei mi ha guardato dapprima seria. Sembrava riflettere. Ma non ha commentato. Quella che lei chiama ristampa io la chiamo boicottaggio, ho detto, perchè Miller è stato uno degli scrittori che ha criticato più in profondità il sistema di vita americano che vuoi o non vuoi è all'origine di tutti i nostri guai e che , Obama o meno, propone un'ideologia del consumo a tutti i costi che presto ridurrà questo pianeta in macerie. Poi sono andato a casa dopo aver girato altre librerie fra cui la Mondadori di Corso Vittorio Emanuele e altre. Ma , niente. Nemmeno un libro di Henry Miller. In compenso era pieno dei libri di Camilleri che leggono sono i siciliani o tutti quelli che conoscono il termine gabbasisi. Una volta a casa nel rammaricarmi di non aver detto alle varie commesse incontrate che dovrebbero essere grate ad un genio come Henry Miller perchè persino il titolo di un suo libro ,"Incubo ad aria condizionata", ricorda il loro luogo di lavoro, ho telefonato a mia madre. E le ho chiesto se insieme alle scorte alimentari mensili, insieme all'olio extravergine di Ostuni , alle friselle di orzo, alla ricotta ascante e ai taralli al finocchio, mi poteva mandare qualche libro superstite di Henry Miller rimasto in giacenza nella libreria della mia casa avita. Mia madre non ha battuto ciglio. Ha dato un scorsa alla libreria e mi ha ritelefonato. Qui i libri di Miller ci sono tutti. Persino l'introvabile "Il tempo degli assassini", un saggio sulla vita di Rimbaud. Te li mando. Ok, le dico, mi raccomando, sigillali bene, non vorrei si rovinassero. Perchè? dice Lei. Potrei essere tentato dal ristamparli, non esiste un'epoca più povera di idee come questa e quei libri sono un ottimo antidoto. Se non altro ci ricordano quanto siamo idioti. E noi non ce lo ricordiamo mai abbastanza .( Ricordati di ricordare) di H. Miller.

1 commento:

  1. Caro Coppola
    I libri di Miller pubblicati in Italia sono a tutt'oggi circa una quarantina (40)ed io li possiedo tutti. Inoltre il suo amore per la
    "Roccia Felice" (non certo più grande del mio)
    ha incendiato la sua memoria e le ha fatto esagerare il numero dei libri da lui pubblicati,
    che non superano il centinaio.
    Come vede l'editoria italiana è appena a metà cammino per arrivare a riscattarsi vergognosamente
    dalla sua trascuratezza.
    Perfino il grande Mondadori ha dedicato al nostro
    grande Maestro uno smilzo Meridiano,rimasto sepolto sotto tonnellate di cartaccia inutile.
    Mi auguro soltanto che quei distinti signori che
    gestiscono così male la cultura italiana,si siano
    almeno vergognati.
    La saluto cordialmente. Rino Chiti.









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