giovedì 14 giugno 2012

Dico il Vero, di Supa Cush (recensione)

Oggi recensisco un cd. Si tratta di Dico Il Vero di Supa Cush, ottimo rapper dell'area milanese e simpatico collega di lavoro . Fabrizio, questo il suo nome lo conosco da poco e mi ha subito mostrato una eccellente personalità, in poche parole ha le idee chiare sulla musica e di conseguenza, come deve essere per un'artista, sulla vita. Questo suo disco esce dopo 10 anni di ottimo rap italiano prodotto da lui ed è lo specimen del fatto che noi italiani abbiamo una nostra via nell'incidere testi importanti ed originali su basi musicali molto ben scelte. Ha lavorato molto sui testi intridendoli di un ottima mescolanza di italiano alto, slang periferici e termini territoriali, parole messe insieme per creare rime e assonanze, musica di parole che accompagna come in un controcoro le basi musicali ben selezionate. Nella seconda traccia, Dico il vero, che dà il titolo all'album, frasi come "divento grande ad ogni nuova sconfitta" che ricorda il motto Bukowskiano" ad ogni rifiuto delle case editrici la grandezza della mia scrittura aumentava" e " non ho mai visto in Italia un rapper con un rolex vero brillanti sull'acciaio solo culi di bottiglia e non mi frega quante quaglie ho portato nel letto" marcando una netta differenza con i rapper afroamericani che ostentano la propria ricchezza come immigrati suditaliani di ritorno dalla Germania tipo code di volpe sul retro di mercedes verde pisello targate Dortmund, come pure i riferimenti a "natura e scienza" , segnano una aperta originalità che fanno camminare questo disco con le sue gambe, nonostante le pur prestigiose feat-ospitate di Fabbri Fibra, che tra l'altro è il miglior rapper del panorama nazionale...abbastanza scevro da troppi compromessi commerciali. La traccia "Into the wild" di cui potete recuperare lo splendido video in youtube con una semplice ricerca, è commuovente e poetica con il ritornello" vivo in un cerchio del grano in mezzo al parco agricolo sud Milano, l'odore dell'erba mi porta lontano " e parla della spasmodica richiesta di aria, natura e alberi, dopo che si è stati rinchiusi dieci ore in un qualsiasi cubicolo impiegatizio, cosa che riguarda milioni di persone che vivono in queste nebbiose lande padane . I continui riferimenti al rifiuto delle energie pericolose come quella nucleare e il rivolgersi ad un uditorio più alto statuito dal proclama " voglio persone serie zero Raul Bova" e " vorrei svegliarmi senza aver bisogno del denaro" ,traccia 6, che ricorda il deandreiano "vorrei vivere in una città civile dove all'ora dell'aperitivo non ci sia spargimento di sangue o di detersivo"( la domenica delle salme), insieme alla metafora per la lotta subumana verso il successo a tutti i costi sintetizzato nel mirabile" spingono tutti per entrare in una stanza quando sono dentro poi si accorgono che è vuota neanche si scopa( Traccia 9)sintetizzano in modo poetico una visione del mondo che anche se comune a tutti gli artisti che scrivono testi socialmente impegnati, viene espressa in modo, unico, personale e originale, in altre parole dalla voce di un'artista maturo che ha qualcosa da dire a modo suo, senza scopiazzare qua e là . L'abum si chiude con la traccia 11, dal titolo "skb or die", omaggio alla generazione degli skateboardisti, graffitari e ponitori notturni di stickers, molto interessante , "Outro", brano breve al limite dello skit in cui si riconosce la voce di quel meraviglioso masaniello milanese che risponde al nome di Piero Ricca e con due bonus tracks delle quali , l'ultima , dal titolo suggestivo "ognuno vale uno" fornisce una eccellente visione della democrazia ormai distante dai partiti, dalle banche e dai governi che impongono scelte pesanti e inaccettabili sulla pelle dei popoli , insomma un inno ai movimenti, che mi vede in assoluta sintonia, rispetto alle mie attuali posizioni in politica.

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