mercoledì 29 giugno 2011

L'uomo più felice del mondo


Racconto 5



Ci sono quaranta gradi e un'umidità vicina al 90%, praticamente sono un uomo permanentemente sotto una doccia di sudore ambulante e vado in giro a piedi a fare le mie cose. Prima in posta, prendo il mio numerino e attendo seduto a leggere un libro dal titolo " Voci di frontiera", scritture dei Latinos negli Stati Uniti , una raccolta di racconti di ispanoamericani. Un libro bellissimo. In un racconto dal titolo "B. Traven è vivo e vegeto a Cuernavaca" , ad un certo punto l'autore incontra uno scrittore, B. Traven, appunto, che era stato famoso un tempo ma che era scomparso, addirittura dicevano che era morto. L'autore lo incontra ed intavola con lui davanti ad una birra e fumando un sigaro , una conversazione surreale. B. Traven gli dice in un passaggio:" io sto con la gente come Justino. Saranno ignoranti , ma comprendono la nostra discesa nel pozzo dell'inferno, e ci capiscono, perchè sono disposti a condividere con noi l'avventura. Cerca fama e notorietà e sei morto, come scrittore". Ho avuto la pelle d'oca, quando ho letto quel punto. Adesso mentre attendo il mio turno in posta, leggo questo libro comprato usato dal Libraccio, quello sui navigli, per due euro,ed è la volta di un racconto sui raccoglitori di prugne ispanici in California. E' arrivato il mio turno ed ho pagato le mie bollette. Mi avviavo all'uscita ed ho incontrato Verlaine. Lo chiamerò così. E' un mio collega di lavoro ed anche lui oggi ha il giorno libero. Mi presenta suo suocero, un signore della Capitanata andato di recente in pensione che gli sta mostrando l'estratto conto della sua pensione: 822 euro, dopo quarant'anni di lavoro. Verlaine che fa il capo cuoco lo rincuora e gli dice di stare tranquillo, che ci pensa lui a badare a tutti : a lui , a sua moglie (sua suocera) e alla loro figlia. L'anziano , capelli bianchi, occhiali da vista, nero abbronzato come tutti i pugliesi di quella zona, che parla un pastiche di appulolombardo un pò alla Abbatantuono prima maniera, sta spredicando contro Berlusconi. E qualcuno che lo ascolta mormora a mezza voce, ce l'hanno tutti con lui. La realtà, dico io, è che questo paese aspetta da cinquant'anni l'unica vera riforma fiscale possibile: il 10% delle famiglie italiane, possiede il 70% della ricchezza nazionale e lo stato da chi prende i soldi? dai pensionati e dai lavoratori dipendenti. Si rassegni, buon uomo, dico al suocero di Verlaine, non la faranno mai l'unica vera riforma fiscale possibile: togliere a chi ha più del superfluo per consentire a milioni di persone di arrivare a fine mese senza sentire il morso del nodo scorsoio al collo . Lui sorride e annuisce. Anche quelli che difendono Berlusconi annuiscono. Intanto si preparano a portarsi i soldi in Svizzera. Vestono roba da hard discount e tengono i soldi sotto il mattone, vivono come nell'ottocento. Io invece spero che tornino i dinosauri e che il denaro acquisti valore solo per ravvivare fuochi che scaldano cacciagioni faticate. Ma il mio è solo un sogno. Ma è gratis. Per il momento, almeno. Con Verlaine, che ho chiamato così perchè è un poeta inconsapevole, andiamo all'Auchan. Non ha nulla da fare ed ha voglia di socializzare. Fuma in continuazione camel blu e mi racconta di tutte le persone incontrate che aiuta di quando in quando elargendo loro qualche denaro e favori di poco conto, che comunque, aiutano questa gente ad andare avanti, a tirare a campare. Lui dice che sceglie a chi dare i soldi, sceglie chi aiutare. Io lo guardo e dico, non pensi che sia strano, avere qualche soldo in tasca ci colloca in una situazione da giudizio divino, noi scegliamo chi aiutare in base a criteri di giudizio personali, mi auguro che se esiste un Dio non si comporti così. Intendiamoci, magari i tuoi parametri di giudizio vanno benissimo, ma io per esempio, non mi sento all'altezza. Anche se anch'io mi comporto nello stesso modo. Alla fine del mese resto sempre a secco, perchè aiuto un mucchio di gente senza mai chiedere nulla in cambio, prestiti a fondo perduto. Ma non lo faccio per guadagnarmi il paradiso, lo faccio e basta. Mi sento di doverlo fare. Mi sento in colpa perchè sono più fortunato di altri. Sto bene in salute, ho un lavoro, una casa, una macchina, due soldi per divertirmi di tanto in tanto, riesco a leggere quello che voglio, e posso permettermi il lusso di scrivere. Quanta gente non lo può fare. Quanti geni non saranno mai conosciuti sepolti dalle necessità della sopravvivenza? E perchè la gente straricca non fa mai nulla per nessuno? Alla fine neanche loro saranno puniti, nell'al di là. Vadano in chiesa o meno. L'unico pericolo che corrono è che il risultato delle loro ostentazioni gli si ritorca contro e qualche rivoluzione li trasformi in dei barboni. Cosa che li ucciderebbe più che se perdessero la vita stessa. Perchè spesso si tratta di gente il cui unico valore risiede unicamente in ciò che possiede. Verlaine ascolta. Io non leggo molto, dice, ma mi piace passare qualche ora con te perchè mi apri la mente. Io assorbo da tutti e poi elaboro, è questo il mio modo di farmi delle idee. Comunque, grossomodo, anch'io la penso come te, mi fa. Una volta entrati all'Auchan di Cesano Boscone, c'è l'aria condizionata e ci sentiamo un pò meglio. Anche se a me il caldo non mi dispiace. Comunque lo preferisco al freddo. Compro l'occorrente per fare un paio di cocktails di gamberi in salsa rosa, la cui ricetta ho visto elaborare in pochi minuti alla velocità di un manutentore cinese di Shangai, da un cuoco di quelli televisivi, tale Gordon Ramsey, un biondo che si esprime come un camallo- sono più i bip, nelle sue trasmissioni televisive, che le parole tradotte-, due paia di jeans a dieci euro( economici e utilissimi, ecco un'invenzione geniale, visto che comunque , per convenzione, dobbiamo mettere qualcosa addosso, tanto vale mettere qualcosa di elegante a basso costo), una confezione di becks piccole e via verso le casse. La cassiera è una bella donna e Verlaine la conosce. Attacca bottone con lei. Io i bottoni , francamente, gleli staccherei...quelli della camicetta. Scambiamo qualche convenevole, mentre lei si dilunga nel dire a Verlaine com'è cambiato. Io approfitto per inserire una delle mie provocazioni e dico, si infatti, adesso è il mio compagno. Verlaine diventa rosso e si affanna a smentire. Io dico, ehi, ragazzi, calma, un pò di ironia, la ragazza aveva capito che scherzavo, vero? Lei fa cenno di si con la testa. Se stesse in piedi all'angolo di una strada in questo momento si fermerebbe una fila di macchine all'improvviso, tanto è rossa. Proprio un semaforo. Io ridacchio e vado via con la spesa, Verlaine ride anche lui, è entrato nello spirito. Per la maggior parte della gente le provocazioni vanno bene solo in televisione, nella vita di tutti i giorni dobbiamo essere dei soldatini di piombo. Usciamo dall'Auschan, caldo da impazzire. In macchina finestrini aperti e camel blu avvitate in bocca. Ci immergiamo nel traffico della vigevanese. La tagliamo in due e torniamo a Corsico. Lungo il ponte una sventagliata di graffiti tratti da fumetti giapponesi in stile Uforobot. Sono i graffiti che il comune di Cesano invita a dipingere, di quando in quando, e che, si, è vero, danno un pò di colore, ma sembrano foto di menu di ristoranti giapponesi: senz'anima, fatti fare ad arte, suggeriti, senza il graffio della provocazione. Andiamo un momento a casa, lasciamo la spesa nel frigo e usciamo. A piedi andiamo verso il centro di Corsico. Lì ci siederemo in un bar e mangeremo qualcosa davanti ad una birra gelata. Cosa che facciamo di lì a poco. Durante il tragitto Verlaine mi racconta di quella volta che l'ex marito della sua compagna lo ha affrontato con una mazza da baseball ed un passante egiziano lo ha difeso, perchè lo conosceva per averlo aiutato, una volta, per un affitto. Visto che fai bene a fare del bene? Dico io. Potrebbe averti salvato la vita. Lui sorride e giura che non ci aveva mai pensato, prima. Ci sediamo al bar e ordiniamo due piadine e due birre. Un signore si diede al tavolino vicino. E'anziano e sta componendo un cruciverba. Ordina un caffè freddo. Un pensionato. Aspetta la morte, ma sembra prendersela comoda, così , magari, la distrae, e la morte va altrove. Ascolta i nostri discorsi sulla differenza fra autoritarismo ed autorevolezza nel fare il capo nelle aziende. Annuisce. Poi Verlaine saluta un tizio che sta passando nei pressi. Lo invita a sedersi con noi. Un quarantenne un pò bolso e sbattuto, ma sorridente, con un orecchino che gli brilla all'orecchio abbronzato dal sole feroce di giugno nell'ovest milanese. Si chiama come me. Prende un latte macchiato freddo con un cornetto. Saluta Verlaine con deferenza. Sono compagni di Snai. Scommettono sui cavalli o su partite di calcio. Solo che Verlaine è una specie di Gastone. Vince parecchio. Stando a quello che dice. Poi offre a tutti al bar. Anche quando perde offre a tutti al bar. Così ha la sua corte dei miracoli sempre intorno. L'omonimo del latte macchiato ha tatuato sull'avambraccio un grosso punto interrogativo . Rifletto su cosa possa voler dire. Lo scoprirò più tardi. Quando ci incamminiamo, io verso casa e loro al punto Snai. Dove tenteranno la fortuna. Ci fermiamo al punto Snai. Dentro è pieno di gente. Hanno facce diverse ma circonfuse dallo stesso alone di sconfitta. Sconfitta per non riuscire ad essere in nessun altro altro posto che non sia quello. Si odiano e si amano l'un l'altro. Si odiano di un odio competitivo e si amano perchè condividono con gli altri quella maledizione. L'omonimo interrogativo si allontana un momento. Così Verlaine ne approfitta per dirmi: "e' un bravo ragazzo , solo che è uno zanza, distribuisce cartoline dell'Unicef nei centri commerciali a dieci euro. Ma all'Unicef va un euro. E' uno da tre quattro gambe al giorno ( 3-400 euro, traduco dal periferico). Il suo problema è che è malato per i cavalli. Tutto quello che guadagna se lo gioca sui cavalli". Ecco che cosa significa quel punto interrogativo sull'avambraccio, dico. Lui pensa che la vita sia come una scommessa, come un gioco, che la sua vita consista nel puntare senza sapere se vincerà. In attesa della puntata vincente decisiva e immortale, che, invece , non risolverà nulla, perchè rischierebbe di togliergli l'adrenalina dell'attesa e dalla sconfitta. Nessun giocatore vince mai veramente. Ma nemmeno veramente mai perde. Non puoi sconfiggere la sconfitta. Eccolo lì, punto interrogativo al punto Snai, puntare su un cavallo vincente. Ma chi sono io per giudicare. Magari preferisce puntare sui cavalli, anzicchè sugli uomini. Vista la fine che hanno fatto quelli che avevano puntato sugli uomini. Saluto Verlaine e mi avvio verso casa, con i miei jeans nuovi di pacca a otto euro e 99 centesimi, un paio di infradito comprate a Fortaleza quattro anni fa, una maglietta granata come le maglie del Torino e due lire in tasca, per comprarmi un ghiacciolo, mentre mi sento l'uomo più felice del mondo.

Buona giornata e buona fortuna

martedì 14 giugno 2011

Effetto domino


Signore e signori, italiane e italiani, da ieri questo paese è degno di appartenere al consesso dei paesi civili . Gli italiani votando con una valanga di si ai quattro referendum proposti hanno esercitato compiutamente quello che è il più elementare dei diritti civili e politici che una democrazia possieda, il diritto di decidere il proprio futuro. E tutto ciò è avvenuto in barba alle logiche affaristiche e pseudoimprenditoriali di cui la banda di predoni che ci governa aveva intriso, che dico, insozzato il proprio mandato elettorale. Berlusconi si è preso un petardo nel culo. Ed è un petardo che è ancora inespoloso. Quando esploderà la sua conflagrazione farà più rumore del Bing Bang. Bastava vedere le facce attonite dei vari notabili berlusconiani per rendersi conto che il paese intero li odia. Li odia di un odio gentile, l'odio della democrazia, che ti elimina cancellandoti dai palinsesti della tua vita. Delle nostre vite. Ma, attenzione, il messaggio è stato trasversale. Anche Bersani & c sono avvisati. Molti settori del Pd sono e restano nuclearisti. Sono e restano per la privatizzazione dell'acqua, sono e restano liberali in senso reazionario. Anche voi ve ne dovete andare. Questa è stata una vittoria venuta dal basso,nata dai comitati di cittadini autorganizzati, una vittoria di internet che ha veicolato le opinioni controcorrente molto più di qualsiasi telegiornale o tv, fatta eccezione , forse, per Rai News. La democrazia deve essere questo. Deve servire a uccidere pacificamente il nemico e ad invitarlo a ripresentarsi come avversario. Leale, se possibile. Berlusconi sembra ormai un pazzo che parla da solo all'angolo della strada. Anche Netanyahu se n'è accorto, al termine della conferenza stampa di ieri, quando Berlusconi ha paragonato la scena di un quadro che aveva alle spalle raffigurante il Parnaso ad un bunga bunga. E' il drammatico ridicolo di un uomo alla frutta. Che dico, all'amaro. La primavera italiana ora è davvero iniziata e solo un centrosinistra inavveduto inetto e arretrato , rispetto alle istanze del paese, può permettere a quest'onda lunga di libertà e di progresso di esaurirsi in un nulla di fatto. E' stata la vittoria della politica dei movimenti, che, una volta tanto, ha sconfitto le lobbies tecnocratiche. Vogliamo vivere in un paese migliore, dove sia dato a ciascuno secondo i propri bisogni e chiesto a ciascuno secondo le proprie possibilità. Come un immenso domino le teste cominceranno a cadere. Berlusconi è finito. Le favolette sui comunisti cattivi le racconti ai suoi nipoti, che volgeranno lo sguardo attoniti, come i suoi corifei, verso l'assistente sociale di turno. VATTENE. Non ti vogliamo più. Prendi un elicottero, fallo atterrare su palazzo Grazioli, riempiti le valigie di soldi e , come un Noriega qualsiasi, vattene in un'isoletta del pacifico a pescare. Hai reso le nostre vite più infelici. Nel secondo elicottero salgano Veltroni, Fasino, D'Alema, non necessariamente in quest'ordine, fate voi, e fatevi accompagnare nell'isoletta di fronte. Così vi mandate i messaggi con le cerbottane. Che, per inciso, non sono le bottane del luogo. Questo sarebbe troppo. Adesso ve le dovete sudare, certe cosette.
Uno dei vincitori delle elezioni è stato , di sicuro, Nichi Vendola. Mi piace quello che dice e come lo dice. Lo conosco, è una persona onesta. Voglio solo dirgli questo: eserciti una funzione di controllo sulle prossime stronzate che il centrosinistra si accinge a fare. Esempio: corteggiare Casini. Che ora parla da vincitore, avendo indicato di votare no ad alcuni quesiti e sostanzialmente, di non andare a votare. Dobbiamo andare al governo con questa gente? Con questi democristiani di ritorno. O di riporto? Non credo. Bersani, rifletti. Non facciamo che il centrosinistra vada al potere col compito di recuperare la crisi economica facendo digerire al popolo ricette liberali. Persino quelle della Parodi, sono preferibili. Berlusconi se ne deve andare subito. Niente tattiche che porterebbero ulteriore danno al paese. Quanto alle lega, beh, quei tontoloni dei suoi elettori, si sono accorti che Bossi sta sistemando la famiglia come nella peggiore tradizione democristiano meridionalista, e , forse, stanno cominciando a voltargli le spalle. Dal momento che sembra non avercelo più così duro, si sento più tranquilli. E sono andati a votare in massa elevando il dito medio al proprio leader, assurto a questo punto, a leader dei gremlins. In definitiva, ho detto un pò tutto quello che avevo da dire. Non voglio essere logorroico. Mi vengono in mente con commozione le manifestazioni di vent'anni fa contro la proposta di installare una centrale nucleare a Torre Guaceto (Br), un oasi faunistica. In cambio posti di lavoro. Tanto non sarebbero durati molto. E la grande flessibilità dovuta alle radiazioni avrebbe risolto i problemi lavorativi della zona. Ricordo i blocchi stradali e ferroviari, ricordo ogni singola faccia di quel popolo di carrozzine, ombrelloni, fulard rossi, puzzolenti scarpe ginniche e le messe in piega sfatte di quelle sante mamme che allora ebbero il coraggio di dire no e frapporre i loro corpi, anatomici e sociali, ai cordoni dei celerini che volevano picchiarci. Resistere allora ha posto le basi per resistere oggi. Grazie Italia, da ieri mi sento molto di più a casa.

Buona giornata e buona fortuna

sabato 4 giugno 2011

Pensieri di un sabato mattina.


Svegliato tutto sudato. C'è un'umidità terrificante. La pioggia durante la notte e poi il sole. Andato alla coop per fare la spesa, vino Freschello, birra moretti, pane, formaggio e altro ancora, mentre un senegalese della vigilanza ben appostato pescava una signora anziana che caricava nella borsa un pò di merce. La vita scorre veloce, c'è il mercato, e io con le mie sportine della spesa in mais caracollo verso casa, in preda a pensieri profondi. Studio Dostoevskij, Delitto e Castigo, e sono nella parte dove l'impiegato Marmeladov, alcolizzato in una bettola, dice che il bere non è un vizio, ma l'aver bisogno di bere che lo è. Fumo una sigaretta handmade dalla finestra, ho appena visto un documentario sulla tv svizzera sulla musica nubiana e poi un'intervista a Margherita Hack. Due cose che mi hanno aperto la testa in due, me l'hanno allenata di prima mattina, in questo sabato che pare autunnale. Perchè non vedo queste cose in un qualsiasi canale raimediaset? Non vogliono farci vedere che esistono altri mondi, altri modi di pensare, altro da noi seduti a vedere la tv deficiente che ci propinano. Seduto in bagno leggo due pagine de "lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", apro a caso e il segnalibro è una cartina di plastica che mi indica la temperatura, 26 gradi, umidità 90%. Leggo un pezzo mentre espleto, taoismo buddismo e confucianesimo distano gli uni dagli altri quanto ebraismo cristianesimo e islam. Un niente. E allora ecco il pensiero, l'illuminazione, la chiesa deve essere una cosa nostra. Non cosa nostra. Le comunità di base devono dire alle gerarchie di smetterla di appoggiare modelli edonistici e berlusconiani. La chiesa non deve cessare di esercitare la sua funzione antimoderna. Per riequilibrare, perchè il consumo non corrompa le nostre vite annientando lo spirito. Margherita Hack dice che alla nostra morte le nostre molecole ricombinandosi ricompongono altro da noi, animali, piante, pietre, sicchè ciò che resta di noi non muore mai, senza per forza credere ad un'anima. Perchè i cattolici dovrebbero lasciare i primi banchi della chiese a mafiosi, speculatori e politici corrotti? Occupiamo la chiesa, altro che le università. E' una cosa nostra. Non cosa nostra.
Leggete Pasolini, "Scritti Corsari", vale un milione di Italia-Estonia, due Milioni di Ballarò , 3 milioni di annozero, e fantastiliardi di milioni di un qualsiasi Beppe Grillo.
Buona giornata e buona fortuna

mercoledì 1 giugno 2011

Redde rationem


Sono pronto per pubblicare. Le correzioni sono finite. La copertina è pronta. Sono pronto a scagliare l'ennesima bottiglia letteraria nell'oceano di quelli che credono di saper scrivere perchè vengono pubblicati ( a proprie spese) . La mia bottiglia sarà devastante, una molotov di poesia e mansuetudine che esplode come una bomba ad orologeria. Leggero ma penetrante. Henry Miller aveva Anais Nin, che lo finanziava, Bukowski, beh, Bukowski era pazzo, aveva la pazzia dalla sua, Rimbaud rinunciò alla poesia per trafficare in armi visse con una nera il resto dei suoi giorni e divenne un altro da se'. Mi risulta che una volta fosse gay. A ognuno il suo. Io continuerò a lavorare e scrivere e a presentare i miei libri dove avrò le energie per farlo.

Ma veniamo a qualche parola di politica: le amministrative sono state vinte dal centrosinistra, nettamente, ma la componente Vendoliana e Dipietrista ha fatto la parte del leone. Il pd, Letta e compagnia bella a parte, dovranno prenderne atto. Ed anche Casini e Fini. I loro elettori hanno votato Pisapia e De Magistris. Quindi, occhio, i cattolici ne hanno fin sopra gli zebedei del Berlusca. Per lui queste elezioni sono state come infilargli un petardo nel culo. Un petardo ancora inesploso. Attenzione però, il declino di Berlusconi non segnerà il declino del berlusconismo. I danni fatti sul piano culturale, il processo di lobotomizzazione delle coscienze attraverso un uso criminoso della televisione pubblica e privata e il lavoro di imbavagliamento di internet che nei prossimi anni sarà di sicuro completato, rischiano di lasciarci per sempre nel baratro dell'"ok il prezzo è giusto". Ne abbiamo piene le balle di divi e divetti televisivi che diventano ministri o parlamentari. A questo punto solo il centrosinistra può sprecare l'onda lunga di un cambiamento in atto e fare finta di niente. Bisogna insistere, dare la spallata finale, andare a votare per i referendum. ANDIAMO A VOTARE PER I REFERENDUM. In poche parole gli italiani hanno punito l'arroganza. Le scorrettezze della Moratti e gli attacchi paternalistici di Berlusconi ad un comunismo che sopravvive più nel suo partito che altrove. Per ciò che concerne il pd, devo dire che è sotto osservazione. Le politiche liberali consistono nell' introdurre ulteriore flessibilità nel mondo del lavoro, e costringere chi guadagna mille euro a guadagnarne 500 per dare un posto di lavoro ad un precario: col risultato di precarizzare chi ancora non lo è. Queste, attenzione, sono le ricette Veltroniane. Abolire l'articolo 18 ed introdurre ulteriore flessibilità. Manna santa per le imprese. Perchè quindi la Marcegaglia dovrebbe votare per Berlusconi? Riflettete su queste parole, mi sono ispirate da esperienze personali e da un approccio pasoliniano alla vita pubblica. Quindi mi sento più sollevato perchè gli italiani finalmente si sono resi conto di chi sia Berlusconi. Ma invito alla vigilanza democratica sui partiti di sinistra. Vogliamo un Italia più accogliente per tutti, ma chi la deve rendere accogliente per chi ci vive da sempre o per chi ci viene, deve pagare le tasse. E smetterla di portare i soldi in Svizzera. Li investano per dare un futuro ai propri figli rincoglioniti di playstation e droghe. Mi sa che i figli della borghesia hanno votato per Pisapia:-)

L'altro giorno parlando con un cliente, si lamentava del fatto che Milano rischiava di diventare una città di moschee e zingari. Io l'ho invitato a riflettere sul fatto che Milano è una città dove le altalene nei parchi sono vuote. Quelle poche che ci sono. E che se i mussulmani sono gli unici a fare figli, il destino stesso di noi stessi, deve essere affidato a loro. Edonisti come siamo diventati, che non vogliamo figli o li abbandoniamo in macchina a cuocere sotto il sole, perchè li viviamo come una scocciatura, presi come siamo dall'ansia di acquistare l'ultimo i-phone o l'ultimo i-pad, che digitiamo come primati, vale a dire con la stessa espressione ebete. Eppoi, gli ho detto, i mussulmani hanno tre o quattro mogli. Perlomeno fanno le cose secondo le regole. Noi invece dobbiamo avere delle amanti e scontare il nostro senso di colpa con lotto per mille. Ci pensi, gli ho detto. Quanto agli zingari, ho aggiunto, io una volta sono stato con una di loro. Ti posso garantire che fra i due l'unico odoroso ero io. E lei aveva una temperatura corporea di 38 gradi costanti tutti i giorni con ogni tempo. Una incubatrice vivente. Sei comunista? Mi fa lui, il cliente. Come potrei esserlo oggi. E come non potrei esserlo in Cina. Lui ha sorriso ed è andato via. Sono sicuro che ha votato Pisapia. Molti cattolici lo hanno fatto. E Pasolini sorride lassù in cielo, perchè i cattolici sono più avanti dei propri dirigenti preti cardinali e papi, danno alla chiesa il giusto peso antimoderno, la dove antimoderno sta per progredire conservando umanità.

Buona giornata e buona fortuna