lunedì 14 marzo 2011

Tram 28






Il tram 28 è un'istituzione, a Lisbona. Percorre il centro pulsante e vitale della città, il più caratteristico e lo fa sfidando la forza di gravità delle salite, che attacca con andatura ofidica da serpente producendo vibromassaggi ai passeggeri. I conducenti della linea dei tram ventotto, e da qualche parte devo aver già detto che il tram qui lo chiamano "o eletrico", sono dei fenomeni, dei veri e propri artisti della fredda rotaia, con il loro corredo di frenate , rallentamenti, evitando macchine che sbucano agli incroci all'improvviso o improvvidi passanti che attraversano un pò dove gli pare, alla latina, potremmo dire, e, contemporaneamente a queste loro evoluzioni, fanno biglietti, danno il resto, sono, come dire , multitasking. Ma si capisce che lo fanno volentieri, come se percepissero che sono parte dello spettacolo della città, artisti circensi che fanno la loro parte. Sul tram ventotto, seduto a fianco ai finestrini aperti pioviggina e qualcuno è in strada con l'ombrello, qualcun altro no, che la pioggerellina all'irlandese alternata a capolinii di un tenue sole, consente anche di andare a capo scoperto e alimenta la leggenda venatoria che la volpe si sta sposando. Lungo il percorso si possono notare degli scorci che si aprono all'improvviso di poesia architettonica assoluta, facciate di palazzi piastrellate di azulejos con motivi geometrici, l'alfama, il quartiere arabo, la medina lisboeta, che appare di quando in quando a fotogrammi alternati con i suoi tetti rossi, i vicoli stretti e la vaga riecheggiante eco di un muezzin esistente solo nella nostra immaginazione. Quando arriviamo in largo Chiado, che prende il nome dal soprannome di un grande poeta portoghese prePessoa, sulla piazzetta antistante a "A Brasileira", il bar dove soleva prendere il caffè Fernando Pessoa, c'è un giamaicano rasta che suona il sax inarcandosi con lo strumento in una vis grata puellis che produce gemiti musicali, mentre annoiati turisti sorseggiano un caffè, ai bar di fronte e mentre la statua bronzea di Fernando Pessoa è già stanca di tutte quelle foto di turisti italiani che lo prendono come il socio di minoranza di " Italia uno ". C'è una folla impressionante, per strada, scolaresche in gita scolastica che saccheggiano con gli occhi musei e ipermercati, turisti a caccia di scatti suggestivi, bohemiennes caracollanti che fumano una sigaretta, in attesa che le ombre della sera gli consentano di fumare altro. Largo do Chiado è un posto energetico, uno di queli luoghi frequentati da persone particolari, artisti dalla sensibilità spiccata, uomini che hanno cambiato il mondo con le loro visioni...alla loro scomparsa un pò di energia di questi luoghi è stata assorbita dalle pietre, dall'impiantito, dai muri e dalle mattonelle che li rivestono. E al passaggio delle genti, qualche molecola, piano piano e poco a poco, si stacca dalla materia per andarsene in giro delle anime altrui.

"...il viaggiatore si ferma, lascia passare il bestiame, saluta il guardiano che è un ragazzo giovane e pacifico. Questi non sembra mettere molto impegno nel proprio lavoro da pastore, il che dimostrerebbe la sua grande abilità: le vacche, almeno, si comportano come se fossero circondate da una legione di sorveglianti..."

Viaggio in Portogallo, Josè Saramago


Buona giornata e buona fortuna

4 commenti:

  1. Leggere questo tuo scritto mi ha fatto comprendere perchè torno periodicamente sul tuo blog per ravvivare il piacere della lettura. Bravo Danilo, buon osservatore della realtà che sta dietro le facciate ed ottimo scrittore delle sfumature della varia umanità.
    G.

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  2. Ti ringrazio molto, mi fai sentire meno solo e soprattutto figlio di un'Italia che ancora si deve fare compiutamente, un'Italia, diversa...non necessariamente migliore, diversa. Tutti abbiamo diritto di essere rappresentati e ogni sensibilità diversa da quelle comuni deve arricchire, non infastidire, disturbare, in due parole, deve interssare...

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  3. In un momento in cui tutti sono presi o dalla vana euforia di festeggiare un'Unità che non arricchisce se non pochi e non culturalmente ma solo economicamente (i furbi del nord a spese del già martoriato sud) o dalla stupida baldanza di schernire quella che è un'istituzione e come tale va rispettata, preferisco tacere e leggere quanto in pochi sono ormai rimasti a scrivere senza offendere, schernire o lecchinare.
    Non mi dispiacerebbe leggere un tuo libro in cui descrivi con la leggera profondità di sopra i mondi che hai visitato.
    G.

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  4. Ti ringrazio ancora...ci sto lavorando su...vediamo cosa mi viene fuori.
    Danilo

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