mercoledì 23 febbraio 2011

Il senso della patria...per quel poco che m'è rimasto


La vita scorre, ascolto Vasco Rossi che canta "prima o poi arrivano i conti da pagare e allora tu te la vedrai col tuo dio che io me la vedrò col mio", come dice sempre mio padre. I marocchini che lavorano nella mia azienda sono in fermento, dicono che anche lì da loro, nel loro paese, è pronta una rivolta. Uno di loro, uno dei loro coordinatori mi ha urlato in faccia "Gheddafi bastardo e anki Berlusconi che è suo amico, anki lui bastardo". E io che ci posso fare se per certa gente pecunia non olet? ho detto. Di sicuro ha capito il senso perchè mentre riprendeva il lavoro mi ha fatto il segno con le mani del flottante dicendo "flus". Un mio collega di lavoro, un bulgaro ha letto un libro di un'indovina bulgara che aveva previsto le rivolte nei paesi arabi e che ha scritto che quando cadrà la Siria il mondo sarà in grave pericolo. Non lo so , io sono un razionalista, non credo molto a indovini e fattucchiere e mio padre mi ha trasmesso come valore che quando in genere c'è uno col turbante che arringa la folla non c'è da spettarsi nulla di buono, ha sempre provato avversione per certe forme di devozione del popolino nei confronti di presunte autorità con cappelli strani e vestiti lunghi. Si riferiva alle immagini grottesche di Gheddafi che parla alla tv libica. Mio padre è nato democratico. Comunista e democratico. E la nostra storia, come famiglia, sta lì a testimoniare che non c'è nulla di più compatibile, checchè ne dica la propaganda demoplutocraticogiudaicomassonica (copyright Mussolini della prima ora, nientemeno), abbiamo sempre avuto dentro ben chiara la distinzione Vendoliana fra popolo e gente. Per Berlusconi la gente è il popolo sono la stessa cosa. Tutta lì la differenza. Ultimamente mi sento distante sia dalla gente che dal popolo, mi sento molto più vicino al motto Nietzschiano che implica un rispetto assoluto per se stessi e per la propria libertà che non sono disposto più a sacrificare per nessuno. E' uno dei motivi per cui non ho più voluto fare il rappresentante sindacale: l'assoluta incoerenze e il più becero opportunismo della "gente". Ma nonostante tutto resto ottimista. Vedo le cose da un'altra prospettiva: per i prossimi quarant'anni penserò a me stesso...e così sia. Quello che voglio dire è che in tutto il mondo c'è una richiesta di democrazia, una maggiore consapevolezza dei propri diritti, mentre da noi in Italia la gente scende in piazza per la crisi della Roma calcio. Nei paesi arabi le rivolte sono state capeggiate da giovani con alta scolarità, disoccupati e con buone nozioni informatiche mentre noi che siamo un paese del G8 non abbiamo ancora internet gratis e investiamo nella cultura quanto la Birmania nella lotta alla droga. Se solo penso che il mio presidente del consiglio ha baciato la mano a uno che ha fatto bombardare una folla di civili, mi si accappona la pelle e mi fa vergognare del mio paese. C'è ancora un tenue e sottile filo di speranza che tiene in piedi le istanze dei democratici illuminati (che in questo paese sono una minoranza), ma non è rappresentato dalla gente: bensì dal nostro presidente, Giorgio Napolitano. Non l'ho mai amato, ma devo riconoscere che è un uomo dal grande equilibrio istituzionale e che ha in se' il vero senso della patria, così come dovrebbe essere secondo me. Per quel poco che m'è rimasto.

Buona giornata e buona fortuna

lunedì 7 febbraio 2011

Mi accontenterei del diario di Siffredi (se sapesse scrivere)

Mi sono alzato in ritardo, fuori c'era il lavaggio strada , in pigiama sono uscito per spostare la macchina perchè mi ero dimenticato, stavano già facendo la multa, ho pregato di non farmela ma loro hanno detto che sono religiosi solo di domenica e per i fatti propri, classici vigili urbani cattolici part time domenicali e per se stessi, insomma, a quel punto ho lasciato la macchina lì, mi hanno inseguito , per farmela spostare ma io ho detto che ero in pigiama e non ero ancora andato in bagno e per me era grave, danneggiava la mia salute psicofisica e che se avessero continuato li avrei denunciati per persecuzione albestre. "Persecuzione albestre?", fa uno in divisa sporca di latte macchiato. "Non esiste", fa ancora. "Vuoi mettere alla prova un giudice?", dico io. Non ha replicato, segno che ancora se vuoi essere rispettato nominare la magistratura serve ancora (non so fino a quando in questo paesucolo di minus habens mentali). Sono rientrato in casa , sono andato in bagno, sulla sinistra del trono ho un termosifone con una tavoletta di acciaio da un lato e legno dall'altro, che è il mio tavolino. Sopra ci ho trovato "Islampunk" un bel libro di Michael Muhammad Knight, dove ci sono scritti dialoghi esilaranti di un mondo incredibile, che è quello dei mussulmani degli Stati Uniti e dove ragazze col velo dicono frasi come " nella Jennah un orgasmo dura seicento anni" , e per inciso la Jennah è il paradiso dei muslims. Un libro per ogni occasione. Ieri notte verso le due di notte, che quando lavoro in chiusura al Centro Commerciale l'adrenalina mi resta in circolo come tanti Felipe Massa sul circuito del Kuwait, prima non c'è verso che riesca solo a stendermi a letto, ho letto un capitolo di "L'arancia d'oro", stupendo libro che mi ha prestato un mio vicino di casa appassionato di gialli ed è un libro scritto da Wambaugh, un ex poliziotto giallista sopraffino hard boiled , che infarcisce questi dialoghi fra Winnie Farlowe , ex poliziotto in pensione per un ernia del disco( cosa che mi ha fatto risultare il personaggio ancora più simpatico per via dell'affinità elettiva dell'ernia del disco che anch'io ho) e una bellona palestrata e ricca, con battute tipo " ho avuto lo stesso successo del dermatologo di Noriega". Fra un pò mi accingo ad andare al lavoro e nel tascone laterale dei pantaloni mi metterò "Baudolino" di Umberto Eco, pesantino, a dire il vero, ma mi aiuta lo stesso a sopportare l'esistenza di una clientela fatta di gente che di fronte a un'indicazione del tipo "deve andare al piano inferiore", si senta in dovere di chiedere ad adiuvandum un bel "giudabasso?". E la vita scorre, folle, divertente e drammatica, nel paese dove tra i primi dieci libri più venduti ce ne sono due della Parodi e sono due libri di cucina. E pensare che mi accontenterei del diario di Siffredi, se sapesse scrivere. Che bello uscire di casa e pensare che forse c'è un luogo dove un orgasmo dura seicento anni. I libri aiutano a vivere meglio. Quelli buoni però.


Buona giornata e buona fortuna

mercoledì 2 febbraio 2011

il mondo che non c'è

In questo post c'è un video che riporta un dialogo socratico fra due artisti. Sono a casa di Thomas e lui mi sta ribattendo il suo meraviglioso Minotauro , proprio sul mio deltoide sinistro. Il dialoghi hanno in se' qualcosa di comico e insieme drammatico. L'artista vero, oggi, si autoproduce, dona i suoi lavori al pubblico, quasi rimettendoci di tasca propria, come un compito ineludibile cui è stato chiamato dalle sue muse, dagli dei dell'arte, o semplicemente dalla voglia di dire qualcosa e dalla capacità di saperla dire. Nella casa/studio di Thomas, intorno si intravedono le sue opere, i suoi quadri, i suoi colori violenti e i tratti marcati, sofferenti, dolenti, che una volta tanto sono le stimmate dell'anima dell'artista che le ha prodotte. I miei due tatuaggi sono delle sue creazioni e sono nate da disegni che hanno interpretato le mie descrizioni, spirituali, per così dire, dei soggetti: il minotauto e il buddha. Uno rappresenta la mia natura magnogreca e l'idea che le persone creative, originali e mistiche, siano sempre in pericolo, perfetti capri espiatori per società fagocitate da informi e mostruose( realmente mostruose, non surrettiziamente come il minotauro)masse che spregiano tutto ciò che non è a loro conforme, sottoposte all'individuo massa che declama "italia uno" sugli schermi della propria idiozia divenuta pensiero dominante. L'altro, il buddha, rappresentà la deità dell'arte, una deità che non risponde a nessun'altra morale che non sia quella albergante nella coscienza dell'artista , che tale arte , esprime. Poi, dopo, la conversazione è proseguita anche con la moglie di Thomas. Ci siamo seduti sul divano, nel salottino, in mezzo a librerie colme di libri, muri pieni di quadri realizzati in varie fasi, e un pianoforte, che , di quando in quando, quella bionda creatura che è la moglie di Thomas e che lui chiama affettuosamente "Micia", si è messa a suonare. Per un pomeriggio mi sono sentito in paradiso, semplicemente perchè ero in perfetta armonia con le persone con cui ero, o semplicemente perchè stavo trascorrendo una giornata normale, fra amici, una volta tanto lontano dalle tragiche dinamiche cui siamo costretti tutti i giorni ad assistere, gli uni contro gli altri armati, da quando usciamo di casa, al lavoro, fin anche tra le mura di casa, raggiunti dalle sequenze di telegiornali che parlano di un mondo che non c'è.

Buona giornata e buona fortuna