giovedì 12 agosto 2010

Parcheggerò il cervello in seconda fila sperando che non gli facciano la multa


Prima di correre faccio degli esercizi di prevenzione, per la schiena, sapete ho un paio di ernie del disco e alcune altre protrusioni discali alla colonna vertebrale...ma reggo ancora bene. Alla corsa non posso rinunciare. Ci sono andato anche ieri, sotto la pioggia...ragazzi che sballo, che profumi che la terra emanava, che aromi e soprattutto poche macchine in giro. Anche se sempre di più degli altri anni. Sei italiani su dieci non sono andati in vacanza, ma naturalmente non daranno mai la colpa a Berlusconi, ma alla crisi. Sapete, sono stanco di questa idiozia generale, appartengo ad una parte di paese, una minoranza cospicua, a dire il vero, che deve subire la dittatura di una maggioranza di idioti che si infervorano per Balotelli e le sue Ferrari testarossa o testadicazzo, che sguazzano nei centri commerciali con l'educazione dei pitecantropi, che urlano ai camerieri, sbraitano quando vedono un bel culo femminile perchè la loro educazione brufolosa di segaioli chirichetti non gliene ha fatti vedere mai dal vivo o toccare poi, un utopia, urlano come degli imbecilli Italia Uno sulla spiaggia, si comprano la macchina per fare il caffè ma non la sanno far funzionare quando i figli sono in vacanza e quindi vanno al bar, mettono la bandiera tricolore fuori dal balcone se si giocano i mondiali e votano lega contro gli extracomunitari di cui hanno bisogno tutte le volte che si ottura il cesso o si oscura la tv, si fanno la croce tutte le volte che tradiscono la moglie e parlano male dei gay poco prima di prenderlo nel culo in via Novara. Beh, non è questa l'Italia in cui mi riconosco...quando penso al tricolore penso al corpo dei Volontari Della Libertà, ai partigiani, per intenderci, non alla Casa Delle Libertà( di fare i cazzi loro), penso a quegli italiani che hanno cacciato via i tedeschi assassini, non a quelli che difendevano i massacratori di Marzabotto e penso al paese di Leonardo Da Vinci, di Dante, di Pasolini e Sciascia, non di Fabrizio Corona, Lele Mora, Berlusconi e Dell'Utri...non mi chiedete di essere orgoglioso di quest'Italia maggioritaria furbetta e stronza, perchè non lo sarò mai. Ma sono un italiano, aspetto ancora che il mio paese diventi un paese che mi faccia sentire orgoglioso di appartenergli. Ma non nutro alcuna speranza in Bersani, D'Alema e Fassino. Per carità. Che gente pesante. Per vincere ci vuole ironia, allegrìa e rabbia...e fame. E questi quì dei democratici hanno sempre un'aria molto ben pasciuta...è per questo che dico Nichi Vendola tutta la vita, uno che schiererebbe i carri armati per impedire di installare le centrali nucleari nella sua regione, uno che mette al primo posto la salute pubblica, uno che non si vergogna di definirsi comunista...i miei amici idioti mi dicono, si, ma è gay, gli italiani non lo voteranno mai. Ma che c'entra, preferisco un politico che goda col proprio culo ad uno che goda col mio, vi pare, e se ha battuto due volte Fitto, pupillo di Berlursconi, in una regione per antonomasia nera e tradizionalista , significherà pure qualcosa. Magari il ragazzo ha dei numeri. E vi assicuro che l'hanno capito anche D'Alema & c. Visto che faranno di tutto per non fargli fare le primarie. Che sia l'uomo giusto lo conferma la paura che i democratici hanno di lui. Paura per le proprie poltrone di gente che ha amministrato un potere dall'opposizione ed ha una rendita di posizione ultraventennale...Ma perchè non si tolgono dai coglioni, perchè non se ne vanno a pesca da qualche parte nel mondo? Eterni perdenti che non si dimettono mai. Fra un pò devo andare a lavorare e i voli pindarici e le parole auree me le sogno per otto ore otto. Fatemi sfogare adesso perchè per otto ore parcheggerò il cervello in seconda fila sperando che non gli facciano la multa. Oggi al Centro ci saranno i sei italiani su dieci che non sono andati in vacanza...e saranno incazzati.


Buona giornata e buona fortuna

venerdì 6 agosto 2010

El hombre de marmo



"Bisogna ammettere che i membri della squadra di cross erano davvero persone molto diverse. Avevano un fisico solido, capelli lunghi e incolti, raramente si rasavano. Sembravano più un gruppo di taglialegna che non degli atleti. Indossavano calzoncini sformati, calzini di lana ruvida e berretti di pelliccia sintetica, anche quando faceva un caldo asfissiante. Di rado i capi di vestiario li abbinavano.
Gli atleti da pista invece erano alti e dinoccolati: erano velocisti con gambe lunghe e magre e spalle strette. Indossavano lunghe calze bianche , canottiere che ben si armonizzavano con gli altri capi d'abbigliamento e calzoncini così corti, da far intravedere le natiche. Erano sempre in ordine anche a fine corsa,
Gli atleti del cross tiravano tardi la notte nei coffee shop e leggevano libri di Kafka e Kerouac. Di rado parlavano della corsa. Era semplicemente una cosa che facevano. Gli atleti da pista , invece, erano ossessionati. Sapevano parlare solo di velocità, raramente facevano più tardi delle 8 di sera, anche durante i fine settimana. Trascorrevano un quantità incredibile di tempo a scuotere braccia e gambe e a sciogliere i muscoli. Facevano stretching prima durante e dopo aver usato la testa. I ragazzi del cross, invece, non facevano mai stretching.
I ragazzi della corsa su pista correvano a tappe e tenevano dei diari nei quali riportavano i chilometri percorsi. Portavano strani orologi con funzione lap, che permette di cronometrare i tempi e di memorizzarli. I ragazzi del cross non prendevano appunti. Trovavano un sentiero e cominciavano a correre. A volte le corse duravano un'ora a volte tre. Dipendeva da come si sentivano quel giorno. Dopo la corsa rivolgevano la propria attenzione su qualcos'altro, in genere al surf. Io mi sentivo più attratto dalla squadra di cross, in parte perchè mi piaceva fare surf, ma soprattutto perchè mi ritrovavo nella loro cultura".

Dean Karnazes, in "Ultramarathon man", ed. Piemme.


Ecco adesso sapete cos'è per me la corsa. E' solo una cosa che faccio, nient'altro. E voglio che resti tale. Perchè la vita è fatta di tante altre cose che ti scaraventano per terra e ti riportano alla realtà che nessuno è immortale o strafigo per sempre e che la cosa più importante è provarci comunque. Anche se si sa che non si può vincere. A volte anche quella di finire qualcosa è una vittoria. Queste pagine di Karnazes, un ultramaratoneta che corre per beneficienza delle gare al limite della resistenza umana, trasmettono lo spirito giusto. Al contrario di Baldini, che nell'ultima maratona per gli europei di atletica, verso metà gara, quando ha capito che non poteva vincere si è ritirato. Jesus Angel Garcia invece, uno spagnolo di quaratun'anni, detto "el hombre de marmo",l'ho visto sbuffare nella cinquanta chilometri di marcia e rimontare avversario su avversario con una determinazione rocciosa e una gioia dentro incredibile, fino a giungere quinto. E se la gara fosse durata di più c'è da giurarci che avrebbe fatto strame degli altri concorrenti. Mentre il nostro italianuccio, Schwarzer, si ritirava dicendo alle telecamere che lui non si diverte più. Ma io dico, invece di fare la pubblicità a Kinder fette al latte e di farsi mantenere dai gruppi sportivi militari, pagati dalle nostre tasse, perchè non va a lavorare? Secondo voi a chi deve andare la mia ammirazione? La mia ammirazione sul piano umano, prima che atletico , va a quegli uomini che sfidano i propri limiti e corrono senza astio nei confronti di nessuno, senza cronometri, con l'orologio biologico del tempo che passa e loro ancora lì a inseguirlo, prima che gli sfugga del tutto. Correrò per sempre, non per vivere più a lungo, ma perchè il movimento è libertà...solo quegli attimi in cui sei al massimo dello sforzo, dopo un'ora di corsa e la tua mente vola in altri mondi e i tuoi ventuno grammi d'anima vorrebbero liberarsi dall'involucro del corpo sotto sforzo, solo in quei momenti, un uomo si sente veramente libero. Poi dopo la doccia, riprende la vita. Ma resti felice, perchè ti resta dentro quel piccolo viaggio astrale, quel momento zen, che custodisci per tutto il giorno come un piccolo tesoro inestinguibile.


Buona giornata e buona fortuna