domenica 30 agosto 2009

E'solo una questione di tempo


Domanda:"qual'è il tuo spuntino preferito,Nico?"

Risposta:"una fetta di pane di Altamura,bagnato da qualche goccia d'olio extravergine d'oliva dell'Alto Salento ,due pomodorini da penda ben schiacciati al centro della mollica ,un bicchiere di Primitivo di Manduria 14 gradi".

Replica:"leggerino eh?".

Controreplica:"hai mai mangiato qualcosa a Milano?No?Beh,mangia qualcosa a Milano,qualsiasi cosa tu mangi a Milano ha un vago retrogusto di merda e sfido chiunque a trovare qualcosa di più pesante del gusto della merda. Sotto questo profilo,come dicono gli avvocati,il cibo che preferisco è di sicuro più leggero. O perlomeno mi sembra più leggero".


Nico Cordola



Domanda"Qual'è il tuo libro preferito,Nico?"

Risposta:"Il dottor sax,di Kerouac".


Nico Cordola



Sto correndo come un matto.Quasi tutti i giorni.Ieri ho corso alle tre del pomeriggio,un sole che mi scarnificava la schiena,io a torso nudo caracollante lungo il limine di strade deserte solatìe,senza nessun altra compagnìa dell'ozono e del silenzio ,in mezzo a condominii di ville a schiera,deserte,silenziose,solitarie tutt'insieme,(dalle parti di Buccinasco-Gudo Gambaredo) a torso nudo,passando lungo canali irrigui,campi di mais, pioppi e qualche raro albero di fico sterile; e ragazzi appoggiati ad una staccionata che fumano erba.Qualche rara auto che si lascia dietro una scìa di nafta e io non sento altro che il mio sudore e l'odore della nafta e il lento e costante scalpiccio sull'asfalto liquefatto. I miei pensieri si fanno nitidi. Sono un cercatore di pensieri unici,leggo libri introvabili,detesto la celebrità...le migliori idee maturano mentre corro,in movimento...sono uno scrittore indipendente,i miei libri si vendono in rete,li vendo io pro manibus e in qualche rara libreria nazionale,libri che verranno letti da veri amanti della lettura,da intenditori,non libri letti per un quarto o per metà, agguantati in fretta e furia da uno scaffale dell'Esselunga. La maggior parte degli scrittori scrivono e poi se ne stanno a casa aspettando assegni dall'editore. Ogni tanto presentano il loro libro,tutto organizzato dall'editore,tutto spesato,tutto pagato,si danno un sacco di arie ,tanto da identificarsi con esse. Sono delle scorregge ambulanti. Io invece devo fare tutto da solo,promuovermi,parlare in pubblico,organizzare e vendere libri alla gente come la frutta al mercato del sabato,per autofinanziarmi e investire in nuove pubblicazioni. Ma va bene così,non mi piacerei in giro per le tv a fare il clown e dire bugìe come un piazzista di Bibbie di lusso. Sapete,una volta vendevo Bibbie di lusso. Non è durato molto,non per le Bibbie in sè,ma per la Bibbia in me. Non sono Henry Miller che si faceva finanziare dalle sue puttane,non sono Bukowski che leggeva le sue poesie in pubblico ubriaco e umiliato da pochi dollari di invito,non sono Kerouac che morì alcolizzato schiacciato dalla tensione del successo finto costruitogli ad arte intorno per il più brutto dei suoi libri("Sulla strada"),mentre "Il dottor sax",un capolavoro,non l'ha letto nessuno. Ho qualcosa da dire nell'epoca del libro-marketing e vendo migliaia di copie.Che aspettate a premiarmi per il coraggio? Ebbene,facendo un passo indietro, ho iniziato a scrivere dopo che ho letto"il dottor sax",che ancora oggi,non so perchè,è il mio libro preferito. Una folgorazione.Ora mi accingo a correggere un romanzo che ho scritto,"Codici a barre" e forse dopo scriverò un racconto. E'una domenica stanca di fine agosto ,mia nipote fa due anni,la gente non riesce a credere che le vacanze siano finite,il tempo è nuvoloso,il campionato di serie A è in corso,Berlusconi è sempre al suo posto,l'Italia è un paese di peracottari razzisti senza onore che non fanno altro che dirmi"perchè non te ne vai via ,se quì non ti piace vivere?". E io non ho altro da rispondergli che :"perchè non andate via voi,dal mio paese.Questo è il mio paese,il paese di Bella Ciao,di Berlinguer,di Carlo Giuliani,di Radio Deejay,di De Andrè,della Pizzica Pizzica ,della polenta taragna,di Sabrina Ferilli,delle città invase da zigomi sporgenti,occhi a mandorla,petti maschili siliconati,pelli scure,olivastre,occhi azzurri,culi da urlo e urli da culi...E'questa l'Italia che mi diverte. Tutto il resto è solo fascismo morente senza storia. E'solo una questione di tempo".

Poi ordino via internet un libro di Giovanni Scalambra:"Sudore e nafta",appunto,un libro che parla di corsa,sudore,nafta e solidarietà.Si compra solo su internet. Sicuramente sarà migliore de"Il cacciatore di aquiloni". Me lo sento. E del resto ci vuole poco. Basta aver vissuto pienamente e scrivere di questo che le parole scivolano sulla pagina che è un piacere,spinte da sole,per autopropulsione. Le favolette drammaturgiche le lasciamo sugli scaffali dell'Esselunga.



Buona giornata e buona fortuna


venerdì 21 agosto 2009

Giorni di fine agosto


"...Anche questo non destava scandalo...Erano tutti troppo bonariamente scettici per manifestare,in modo serio,sdegno su questioni morali."


Da "I Buddenbrook"di Thomas Mann



Oggi non ho lavorato. Troppo dannatamente stanco. Non sono una macchina e se lo fossi sarei una Due Cavalli rossa,forme curiose,andatura lenta,simpatia a pacchi,poco concreta,triste solitaria e sola,scaracchiante in mezzo a Suv silenziosi come sommergibili atomici russi. Esco a prendere una boccata d'aria con un libro di Dany Lafferiere. Uno che ce l'ha fatta. A evitare di lavorare in fabbrica. Ecco forse è così che dovrei pensare,per avere più rabbia,più intensità e farcela. Farcela a fare cosa? Uno scrittore può solo evitare di fare lavori di bassa forza,non può cambiare il mondo. E,al massimo,salvare il culo a qualcuno. Non male come missione.

Mi siedo ad una panchina intorno al"quadrato",una vecchia pista di pattinaggio che si apre al centro di una panoplia di palazzoni anni '70,a Corsico. Una puttana senegalese aspetta l'autobus per Romolo. Mi saluta con la mano da lontano. Mi sfotte sempre quando mentre fa i mestieri di casa ,dalla sua finestra del quarto piano di uno dei palazzoni in parola mi vede fare stretching dopo la corsa. Io la chiamo signora,lei si incazza ridendo a squarciagola e dice,chiamami puttana,è quello che sono. Io la correggo e dico,è quello che fai. Poi ride e scappa via all'interno della casa. Una vecchia al balcone del primo piano pota i gerani. Sento lo sforbicìo delle forbici da potare nel silenzio spettrale intra moenia di questa fortezza di palazzi fatiscenti;un vecchio calabrese inchiericato con camicia,bermuda, calzini di lana neri e scarpe di cuoio,siede tre panchine più in là ,accarezzandosi la pancia piena postprandiale;un'araba vestita con un semiburqua attraversa la strada con una sporta della spesa appena fatta alla coop...mi viene in mente Chatwin quando parla degli uomini blu e dei tuareg del deserto,che coperti così in quel modo,vincono la calura,creandosi fra i tessuti e la pelle una specie di microclima umido che tiene freschi. Io invece sono a torso nudo e sto grondando di sudore. Lei non stilla una goccia di sudore,appare fresca e riposata e sorride senza sorridere. Le sorridono gli occhi,le gote. Un giovane senegalese attraversa la strada sul lato opposto ,con un capello stile vaquero di film western,uno zainetto a tracolla verde militare. Indossa bermuda a cachi e una camicia verde militare. Sembra scivolare come un fondista,veloce e sicuro,sulle sue infradito gommose che resistono miracolosamente alla liquefazione sull'asfalto incandescente a 45 gradi e un'umidità incalcolabile. Passa uno dei rari autobus che l'avara organizzazione estiva dell'Atm mette a disposizione per i pochi extracomunitarii che lo prendono senza meta...giusto per starsene qualche ora all'aria condizionata. L'autista è una donna,anche alquanto avvenente,bruna,mediterraea e guida con la camicia celeste della di**** aperta,le si scorgono i seni sodi e bruni. Ho corso un paio d'ore fa,50 minuti sotto un sole intervallato da nuvole passeggere,io passeggero del diavolo,all'inferno,nell'inferno,della calura estiva,sull'asfalto stile lava vesuviana spalmata della grossa ,intervallato da qualche raro pioppo boccheggiante. Nessuno in giro. Le cittadine dell'ovest milanese deserte,come colpite dalla bomba h. Correre è la mia preghiera meditativa in movimento quotidana. Dopo che ho corso divento di una pigrizia irritante. Mi sdraio in genere sul sofà con i telefoni a portata di mano,un libro in mano e la luce della finestra sufficiente a lasciarmi leggere e addormentarmi col libro sul petto. Domani è sabato e mi attende un'altra giornata di lavoro. In un Centro Commerciale. Una fabbrica moderna. Dany Lafferiere,hai ragione,non ce l'ho fatta ancora. Un altro buon motivo per continuare a scrivere. A parte uccidere il tempo. Prima che il tempo mi uccida. Ma la paura della morte è una buona cosa,mi dà la certezza di essere vivo davvero e non vivo già morto o mai nato...



Buona giornata e buona fortuna

martedì 18 agosto 2009

Presentazione del nuovo libro ad Ostuni


Viaggio di notte giovedì 13. Non chiudo occhio,il treno è pieno,la gente concentra le ferie ormai nella settimana di ferragosto.La gente che viaggia. Chi non viaggia si concentra in ferie sul fatto che non può andare in ferie. A ciascuno le sue ferie a ciascuno le sue concetrazioni. Sono nervoso,preferirei parlare del mio nuovo libro,"Una faccia una razza ed altre storie"(http://www.kimerik.it/ecommerce/main.asp?Action=VIEWBOOK&Code=707), ad un milione di persone a New York in altosalentino stretto che a cento persone nella mia città. Nella città dove sono nato. Cioè sono nato a Brindisi,ma non me ne voglia Brindisi,sono di Ostuni. A Brindisi sono solo nato. Certo siamo a due passi. E poi mica sono Leonardo Sciascia che delle città si devono contendere i miei natali. Quando arrivo ad Ostuni c'è mio padre a prendermi in stazione,vecchio boss pennabianca,come lo chiamo io per via della brizzolata eltsiniana. Una marea di persone attende un treno per tornare al nord dopo qualche giorno in salento dove hanno speso i pochi risparmi residui. Una marea di persone di un popolo che non riconosco più:giovani forati di piercing come bamboline del voodoo,tatuati nei posti più impensati,qualcuno persino sulla lingua,tanto da parlare come mongoloidi. Beh,persino io ho un tatuaggio,un minotauro sul deltoide. La qualcosa mi fa pensare,catarticamente,che è meglio avere un minotauro sul deltoide che Berlusconi sul cazzo,perlomeno in fase di esposizione la prima immagine appare priva di fraintendimenti. Ma è il nervosismo che mi fa parlare così.

Una volta a casa mia madre mi prepara un pranzetto coi fiocchi a base di orecchiette al sugo di pomodorini freschi e polpette al sugo uniche al mondo tali che se depositasse il copyright del sapore non ci sarebbe da scandalizzarsi e mio fratello stappa in mio onore un primitivo di Manduria coi fiocchi. Devo dire che comincio a sentirmi meglio. Nel pomeriggio vado a correre. Di recente sto leggendo di Castaneda e del suo apprendistato alla stregoneria intesa come religione delle religioni dei tempi neolitici,forse di Caino e Abele e di come un uomo debba avere degli alleati perchè lo aiutino nella vita. Beh nel mio caso un alleato è sicuramente la corsa. Certo non corro più come una volta,arranco,strascico i piedi,non sto lì col cronometro a controllare i tempi come certi fanatici che si vedono in giro e se ho voglia mi fermo sotto un albero di fichi e lo saccheggio:tutto magnesio. Dopo la corsa mi sento lucido,rinato,pulito dentro e fuori,rilassato,privo di nevrosi. Ma,approssimandosi la sera sento le mie visceri muoversi ad un incombente "squaraus",termine milanese che indica coliche che svolgono attività promozionali a favore della diarrea. Quindi chiedo un incontro preliminare col mio presentatore:Ferdinando Sallustio,campione di "Passaparola" e mio amico d'infanzia. Ferdinando che chiamo affettuosamente "Nando" è stato sin da ragazzo una persona eccezionale. Ricordo che aveva una memoria prodigiosa e aveva partecipato a vari Certamen Ciceroniani perchè traduceva dal latino "all'impronta" senza dizionario. Sono stato felice per lui per il successo che ha avuto,un successo ampiamente meritato in una società che premia gente con la terza media e le tette rifatte che non ha altra capacità se non infilarsi nelle feste giuste. Mi incontro con lui nell'edicola che era del Papà purtroppo scomparso di recente.Quanti ricordi sono legati a quell'edicola ed al papà di Nando. Ricordo quando andavo da lui a comprare L'Unità e Il Manifesto,da ragazzo,e lui mi guardava con quel suo sguardo ironico che parlava senza parlare come a dire"toh,ecco un altro giovane idealista diretto al massacro". E mi ricordo che una delle ultime volte che comprai da lui "La gazzetta dello sport" e il suo viso si aprì in un franco sorriso. Come a dire,finalmente questo ragazzo a scoperto la leggerezza. Va beh,poi "La gazzetta dello sport"era per mio padre. Ma fa niente.Fui contento di aver omesso la verità. Lo scrittore deve saper mentire per divertire e soprattutto per far emergere meglio la verità. Con Nando ci vediamo 10 minuti. E'impegnatissimo per altre presentazioni. Poche parole di una saggezza incredibile. Non le ricordo esattamente ma più o meno mi ha detto:"stai tranquillo,tanto sappiamo in linea di massima di cosa dobbiamo parlare,è meglio improv****re,la gente apprezza la sincerità". Lo vedo lì sullo sfondo dei libri e giornali della sua edicola che mi dice:"tranquillo,tanto che cosa abbiamo da perdere". Che splendida filosofia la sua. Basta visitare il suo sito per capire che lui è uno che non ha barattato il successo vendendo l'anima al diavolo,anzì non c'è iniziativa che lui faccia che non sia tesa ad aiutare il prossimo più disagiato,per malattia o condizione sociale: http://www.ninnenanne.com/.

Torno a casa rinfrancato.

La sera vado nel chiostro San Francesco,presso il comune di Ostuni,un bel chiostro circondato da un colonnato,ampio e imperituro,come l'ex convento Francescano che lo ospita. Ci ero già stato l'anno scorso in occasione della presentazione del primo libro:"Nell'acquario(http://www.kimerik.it/ecommerce/main.asp?Action=VIEWBOOK&Code=415)

Quella volta anche ero emozionato. Ma questa volta lo ero di più. Il nemo profeta in patria evangelico mi ronzava in testa come un moscone molesto. Incontro due giovani del Liceo Classico contattati da mia madre per leggere alcuni miei racconti. Frequantano la scuola di recitazione di Alex Fiorella,un geniale sperimentatore di teatro-danza,ballerino e professore di educazione fisica,un pioniere,a suo modo, di un certo modo di fare spettacolo attraveso l'espressione corporea o vocale seguendo una continua ricerca autoalimentata da un'innovazione costantemente mixata con tradizioni classiche o dimenticate. Conosco Pierpaolo e Cecilia. Due ragazzi che sin dalle prime battute si dimostrano entusiasti dei racconti che gli è stato proposto di leggere e intepretare. Pierpaolo mi chiede notizie de"La Pulpara",racconto che parla di una ragazza bellissima che arrostiva polpi negli anni '80 in una vecchia baracca del torrecannese sul litorale,una bellezza muliebre dalla pelle olivastra,dai tratti arabeggianti e dalle movenze caraibiche,che aveva rappresentato l'immaginario erotico di una intera generazione di ragazzi dell'alto salento,ragazzi di una generazione senza storia,figli del baby boom(come dirà Ferdinando Sallustio nella prolusione di presentazione),i nati intorno al '65. Mi chiede se "La pulpara"esiste veramente. Io gli sorrido un pò emozionato e gli dico di si. Gli dico che esiste ancora ma che non la vedo da anni perchè ho paura che il sogno della sua bellezza svanisca e che invece preferisco alimentare la leggenda che non esista più. Scomparsa nelle profondità del mare come una sirena protetta dall'inchiostro di mille seppie venute in suo soccorso,come dico nel racconto. Cecilia è una ragazza molto bella,abbronzata,che ricorda un pò"La pulpara".Riassume somaticamente in sè i caratteri delle salentine con quel mix unico di tratti arabi e normanni che le rendono creature dalla sensualità stordente. E' candida nella sua semplicità e mi chiede come si pronunciano alcuni termini in portoghese brasiliano di un racconto che deve leggere,"Olio di cocco".Glielo spiego e lei mi sorride e corre a ripassare il pezzo. E'tutto pronto per iniziare. Arrivano alcuni parenti(molto carini a venire,cosa non certo scontata). Arriva la dottoressa Maria Antonietta Moro,direttrice della Biblioteca di Ostuni e arriva il Sindaco,Domenico Tanzarella,con cui ci conosciamo da tempo immemore,tempi di polemiche politiche,anche dure ma con stima reciproca, e tempi di tornei di calcio dilettantistico,quando mi ricordo,si presentava bardato di cinture Gibaud ,roccioso terzino fluidificante,che uno non se lo sarebbe immaginato,poi,a fine partita,concionare con straordinaria abilità dialettica di Sigonella e piani regolatori. Tutto è pronto per iniziare e io sono paralizzato dalla paura...

Maria Antonietta Moro,una donna dalla bellezza mediterranea,una specie di Claudia Mori dei bei tempi,con la sua voce calda e sensuale comincia a parlare della mia biografia letteraria,per così dire e,con mia grande sorpresa parla del mio blog,del quale ha letto molto(quello sulla piattaforma splinder che ho cancellato e abbandonato). Quasi mi commuovo. Ecco un'altra silenziosa lettrice del mio blog,una di quelle tante lettrici e lettori che leggono le mie follie disseminate di pillole di saggezza e condite con una buona dose di umorismo salentino senza necessariamente lasciare commenti scritti. Mentre ascolto le cose che dice sul mio blog io prendo coraggio e interagisco con lei. Ne viene fuori una conversazione gradevole che rompe il ghiacchio. Poi Nando mi presenta a modo suo:dice che i miei racconti,che parlano,nella parte autobiografica di storie comuni ad un'intera generazione che avevano animato le infanzie mediterranee degli attuali quarantenni,rappresentano una novità nel panorama letterario,perchè nessuno aveva pensato fino ad ora di mettere in forma di narrazione una galleria di personaggi,fatti e situazioni che vanno dai giochi di strada o dal calcio dopolavoristico ,alle burle politiche durante le infuocate e inutili,perchè dal risultato scontato,elezioni amministrative locali ;e così via. Poi cita l'autore della copertina,Cesare Dal Farra,pittore digitale e,soprattutto,Calavera(Enzo Farina),autore di alcune vignette entusiasmanti che impreziosiscono la parte dei racconti autobiografici del mio testo. Composte con un tratto assimilabile ai più grandi e famosi nel campo,sto parlando di Forattini e Vauro,conferiscono alla mia faccia ed al mio corpo una sorta di buffa plasticità statica che paiono rimandare l'autentica immagine del mio corpo rigido e robotico agitato da arzigogoli indefiniti del mio viso parlante senza parole. Nando lo cita. Lo vedo,Calavera, in mezzo al pubblico con sua moglie e lui accenna ad un sorriso. La sera successiva ammazzeremo la saudade della nostra infanzia davanti ad un paio di eccellenti birre belghe al Kidra,birreria caratteristica ricavata dalle grotte di un vecchio frantoio nelle visceri della casbah di Ostuni,lo stupendo quartiere Terra. Poi inizia la lettura dei racconti. I giovani attori interpretano la mia scrittura in modo mirabile,conferendo a quelle parole che ho scritto,talvolta in autobus andando al lavoro in mezzo al traffico scaracchiante di Milano,talvolta in metropolitana cercando di redermi invisibile agli sguardi del milanese medio che ti guarda mentre scrivi come se stessi sottraendo tempo alla produzione,una musicalità nuova,che me li fa assaporare sotto una nuova luce sonora,sotto un nuovo sound e a volte,in alcuni passaggi,vedo l'uditorio preso...preso fra un polpo torturato sulla griglia da una bruna sirena ammaliante,una occhialuta insegnante che imbraccia come un fucile sparafiori la copia de "L'Unità"con la faccia di Enrico Berlinguer in prima pagina ai suoi funerali,ragazzi che fanno la doccia dopo una partita di calcio nei trulli del campo del Cisterinino sotto gli sguardi curiosi di geki guardoni,e una venditrice brasiliana di olio di cocco che con i suoi massaggi dona felicità e guarisce dai mali corpi abbandonati alla dittatura di cibi grassi e lavori stancanti...Devo dire che mi sono commosso un poco. Nando mi costringe a fare outing rispetto al racconto"Facce di culo",in cui ammetto di essere uno degli autori di un gesto goliardico di protesta avvenuto durante lontane elezioni amministrative ai tempi della vecchia e omnipervasiva Democrazia Cristiana. Insieme ad altri due scapestrati della sinistra goliardico-protestataria una notte (la notte prima del voto)incollammo un migliaio di fotocopie di culi sulle foto sui manifesti di tutti i candidati alle aministrative ad Ostuni. Il pubblico ride quando dico che con un ernia del disco in meno quel gesto lo rifarei. Il sindaco mi guarda severo. Ma in fondo se la ride sotto i baffi. Lui nell'occasione la scampò bella,perchè fu uno dei pochi candidati a non affiggere manifesti con la foto. La serata scivola via con un interessante confronto sul significato dell'essere di destra o di sinistra oggi,col sindaco,vecchio persuasivo mattatore che si disimpegna in modo mirabile sulla mia definizione postbobbiana,potremmo dire,che definisce "di sinistra" un politico che porta la propria intelligenza al massimo delle possibilità nell'intento di risolvere un problema,governandolo,e cercando di limitare i danni a tutte le parti interessate al problema stesso e "di destra" un politico che opera in modo cosmetico,nascondendo la spazzatura sotto il tappeto,senza risolvere realmente il problema ma sottraendolo agli occhi di elettori gonzi che plaudono alle divise blu della polizia e a cachi dell'esercito,che scorazzano in città consumando benzina solo per sfilare e farsi ammirare. Il sindaco quì fa il sindaco e dice che sul terreno della sicurezza la sinistra non deve farsi scavalcare dagli argomenti della destra,ma deve dare delle risposte realistiche.

La serata scorre placida e le parole dei miei racconti riempiono magicamente il chiostro come pure l'intervento di mia zia,Giampiera,che dà un guidizio complessivo del mio libro più che lusinghiero,da lettrice che sa distaccarsi dal ruolo di parente, e che mi fa una di quelle domande che mi mandano in crisi ,sostenendo che nella parte del libro intitolata"io da che parte sto",in definitiva ,a leggere fra le righe,si intravede qualche gene,nel mio dna,della "camicia nera". Io le rispondo,un pò in affanno che avendo io un attitudine anarchica nello sguardo sulle cose del mondo e una tendenza a farmi beffe del potere,se possibile,quando possibile ed avendo la destra antiche origine anarchiche che risalgono ai sindacalisti rivoluzionari di Sorel,magari qualche tratto comune ,nella visione sociale,potrebbe esserci...ma che non so perchè,quando sento l'inno italiano,non provo le stesse strane vibrazioni che mi raggrinzano la pelle quando ascolto "Bella ciao".

Poco prima vedo una figurina minuta,una bambina bionda dallo sguardo serio e compreso nella parte,con andatura caracollante da cui si intravede già l'avvenenza e la sensualità future,camminare lentamente sul palco con una rosa in mano. Si avvicina al tavolo dove sono seduto dietro ai microfoni. Io la riconosco. E' Noemi,mia nipote duenne...giro dietro al tavolo e l'abbraccio accettando il suo omaggio floreale che suggella definitivamente un patto fra generazioni e il fatto che abbia dedicato il libro a lei,sperando che un giorno,ideale testimone di una nuova generazione,mi legga e si diverta e rifletta su come eravamo,noi ragazzi del '65,noi ragazzi di una generazione senza storia,che i miti e gli eroi li abbiamo dovuti inventare o,a volte,impersonare...

http://www.mi-lorenteggio.com/news/5208

Buona giornata e buona fortuna

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martedì 4 agosto 2009

Una faccia una razza e altre storie,nuovo libro di Danilo Coppola


Premessa
Per l'ennesima volta mi vedo costretto a cambiare piattaforma per il mio blog.Provengo da splinder dove ho esaurito il mio spazio gratuito.E ora questi di Splinder pretendono che paghi se voglio altro spazio per pubblicare altre foto.Ho dato lustro per tre anni alla loro piattaforma con quasi 30mila ingressi e anzichè concedermi dello spazio gratuito ecco che in pratica mi impongono di pagare per pubblicare foto.Do il benvenuto su questa piattaforma ai miei amici e lettori e mi auguro che la collaborazione con Blogger sia proficua per entrambi.



E ora ecco le liete notizie:un nuovo libro,una nuova sfida nel paese delle mafie editoriali e della distribuzione libraria.Un nuovo libro di racconti,roccioso,dinamico,temerario,mediterraneo,esilarante,malinconico,
nostalgico...un nuovo scritto poetico,frizzante,generazionale,fresco e magnogreco...







"Quando venne il momento di assolvere gli obblighi militari partecipai al Corso Allievi Ufficiali di Complemento.Significava fare il militare ben pagato a spese dello stato.Per entrare non mi ero fatto raccomandare.Fui ammesso per un caso.Magari un periodo particolare,una giornata particolare,qualche merito particolare di cui ancora oggi non riesco a rendermi conto.Insomma una somma di circostanze mi portò a frequentare quel corso.Il primo giorno mi misero una ramazza in mano;era una giornata di ottobre e mi misero a spazzare piazza d’armi.Il vento faceva cadere le foglie secche dagli alberi circostanti senza soluzione di continuità.Era un lavoro inutile,in quelle condizioni.Più spazzavo via le foglie sperando che si disperdessero e più ne cadevano altrettanto velocemente.Io andai da un allievo anziano e gli chiesi perchè cavolo dovessi fare quel lavoro inutile.Dissi che era come scavare trincee durante una guerra già persa allo scopo di tenere alto il morale della truppa,quando era chiaro che non si sarebbe risollevato nemmeno in presenza di una dozzina di puttane polacche che facevano la doccia sotto lo champagne.”Questo non è niente”,disse l’allievo anziano,”vedrai quando devi pulire le camerette degli anziani mentre questi se ne vanno in libera uscita”.
“Magari a puttane e per di più polacche”,continuai io.
“Cosa?”,disse lui.Mi beccai i primi due giorni di consegna.Quel giorno capii che non bisogna sempre dire quello che si pensa.Se non altro perché si dimostra di possedere un pensiero.Questo mette in discussione le gerarchie.E questo vale anche fuori dal servizio militare."



Tratto da "Quel giorno che...",uno dei trentadue racconti racchiusi nel libro"Una faccia una razza e altre storie",ed Kimerik.Il libro sarà a giorni nelle più importanti librerie(mafia della distribuzione editoriale permettendo).




Per chi lo volesse già acquistare in internet il link è questo:


Buona giornata e buona fortuna